mercoledì 4 agosto 2010

Santa Madre Teresa di Calcutta - Biografia

Nacque il 26 agosto 1910 a Skopje, città situata al punto d’incrocio della storia dei Balcani.Figlia di  Nikola e Drane Bojaxhiu, ultima di cinque figli, fu battezzata Gonxha Agnes, Fin da piccola ebbe un'educazione fortemente cattolica dato che la sua famiglia, di cittadinanza albanese, era profondamente legata alla religione cristiana; ricevette la Prima Comunione all’età di cinque anni e mezzo e fu cresimata nel novembre 1916. Già verso il 1928, all’età di diciotto anni sentì di essere attratta verso la vita religiosa e soprattutto  dal desiderio di diventare missionaria,  cosa che in seguito attribuirà ad una "grazia" fattale dalla Madonna. Sarà accolta, in Irlanda, nell’ Istituto della Beata Vergine Maria, conosciuto come “le Suore di Loreto”, la cui Regola si ispira al tipo di spiritualità indicato negli "Esercizi spirituali" di Sant' Ignazio di Loyola. Ricevette il nome di suor Mary Teresa, come Santa Teresa di Lisieux. In dicembre partì per l’India, a Darjeeling, città situata ai piedi dell'Himalaia, dove, il 24 maggio 1929, iniziò il suo noviziato. Dopo la Professione dei voti temporanei nel maggio 1931, Suor Teresa venne mandata presso la comunità di Loreto a Entally e insegnò nella scuola  per ragazze, St. Mary. Nel 1935, per terminare gli studi, venne mandata presso l'Istituto di Calcutta, capitale sovrappopolata ed insalubre del Bengala. Madre Teresa si trovò  catapultata nella realtà della miseria più nera, ad un livello tale da rimanerne sconvolta. Tutta una popolazione nasceva, viveva e moriva sui marciapiedi; moltissimi neonati morivano appena nati e i loro cadaveri venivano gettati in  pattumiera o in un canale di scolo.
Madre Teresa rimase inorridita quando scoprì che ogni mattina, i resti di quelle creature venivano raccolti insieme con i mucchi di spazzatura...
Il 24 maggio 1937 suor Teresa fece la Professione dei voti perpetui, divenendo, come lei stessa disse: “la sposa di Gesù” per “tutta l’eternità”. Da quel giorno fu sempre chiamata Madre Teresa. Continuò a insegnare a St. Mary e nel 1944 divenne la direttrice della scula.
Il 10 settembre 1946, durante il viaggio in treno da Calcutta a Darjeeling per il ritiro annuale, mentre stava pregando, Suor Teresa percepì distintamente l’invito di Dio a lasciare il convento di Loreto per consacrarsi al servizio dei poveri, a condividere le loro sofferenze vivendo in mezzo a loro. Gesù le rivelò il desiderio del suo Cuore per “vittime d’amore” che avrebbero “irradiato il suo amore sulle anime.” ”Vieni, sii la mia luce”, la pregò. “Non posso andare da solo” Le rivelò la sua sofferenza nel vedere l’incuria verso i poveri, il suo dolore per non essere conosciuto da loro e il suo ardente desiderio per il loro amore. Gesù chiese a Madre Teresa di fondare una comunità religiosa, le Missionarie della Carità, dedite al servizio dei più poveri tra i poveri. In capo ad un anno, la Santa Sede la autorizzerà a vivere fuori della clausura. Il 16 agosto 1947, a trentasette anni, Suor Teresa indosserà per la prima volta un "sari" (veste tradizionale delle donne indiane) bianco di un cotonato grezzo, ornato con un bordino azzurro, i colori della Vergine Maria. Sulla spalla, un piccolo crocifisso nero. Non porterà mai con sé, denaro. Madre Teresa non chiese, né ebbe denaro, nonostante che le sue opere e fondazioni dovessero far fronte a spese notevoli per aiutare i poveri in quasi tutte le Nazioni del Mondo. Madre Teresa attribuì questo "miracolo" all'opera della Provvidenza...
Il 21 dicembre 1947 iniziò la sua opera nei sobborghi di Calcutta. Iniziava ogni giornata con Gesù nell’Eucaristia e usciva con la corona del Rosario tra le mani, per cercare e servire Lui in coloro che sono “non voluti, non amati, non curati”. Alcuni mesi più tardi si unirono a lei, l’una dopo l’altra, alcune sue ex allieve. Nell'autunno del 1950, Papa Pio XII autorizzerà ufficialmente la nuova istituzione, denominata "Congregazione delle Missionarie della Carità". Durante l'inverno del 1952, raccolse una donna agonizzante per la strada, troppo debole per lottare contro i topi che si stavano cibando con le sue  dita dei piedi. Con enormi difficoltà riuscì a farla ricoverare in ospedale. A Suor Teresa venne allora l'idea di chiedere all'amministrazione comunale l'attribuzione di un locale per accogliervi gli agonizzanti abbandonati. Venne messa a sua disposizione una casa ricettacolo di vagabondi e trafficanti di ogni sorta , utilizzata un tempo per dare asilo ai pellegrini del tempio indù di "Kalì la nera". Suor Teresa la accettò.
Agli inizi del 1960 Madre Teresa iniziò a inviare le sue sorelle in altre parti dell’India. Papa Paolo VI nel febbraio 1965 la incoraggiò ad aprire una casa di missione in Venezuela. Ad essa seguirono subito altre fondazioni a Roma e in Tanzania e, successivamente, in tutti i continenti. Dal 1980 fino al 1990, Madre Teresa aprì case di missione in quasi tutti i paesi comunisti, inclusa l’ex Unione Sovietica, l’Albania e Cuba. Nel 1997 le suore di Madre Teresa erano circa 4.000, presenti nelle 610 case di missione sparse in 123 paesi del mondo.
All’età di 90 anni, nonostante i seri problemi di salute, Madre Teresa continuerà a guidare la sua Congregazione. Nel marzo 1997 incontrerà  Papa Giovanni Paolo II per l’ultima volta.
La sera di venerdì 5 settembre 1997,  Madre Teresa si spegne a Calcutta. Tutto il mondo, anche quello ateo o non cristiano si commosse. Il Governo indiano l’onorò con funerali di stato e il suo corpo fu seppellito nella Casa Madre delle Missionarie della Carità.
Il 26 Luglio 1999, per volontà del Santo Padre Giovanni Paolo II, è stato aperto, il suo processo di beatificazione; a meno di due anni dopo la sua morte,  con ben tre anni di anticipo sui cinque previsti dalla Chiesa, a causa della diffusa fama di santità e delle grazie ottenute per sua intercessione. Il 20 dicembre 2002 il Papa approvò i decreti sulle sue virtù eroiche e sui miracoli, iniziando il processo di beatificazione più rapido delle “cause” dei santi. Nella settimana che celebrava i suoi 25 anni di pontificato, il 19 ottobre 2003, papa Giovanni Paolo II, presiedette in San Pietro e in mondovisione alla beatificazione di madre Teresa di Calcutta.
Dal 13 settembre 1997 , dopo i solenni  funerali di stato, le sue spoglie riposano al piano terra della Mother House, la casa-madre nella Lower Circular Road di Calcutta,  in una  cappella semplice e disadorna. Fuori, c’è Calcutta, città che Lei ha amato fino alla morte. Rumori assordanti di metroli indiana, campanelli di risciò, sferragliare di vecchi tram, regalati già sfasciati da altri stati, dedali di vie, spesso create  e divise solo da pezzi di tenda,  un nuovo girone dantesco: quello della miseria. Dentro la cappella  invece, il tempo sembra  essersi fermato come cristallizzato:  la cappella accoglie una tomba povera e spoglia, un blocco di cemento bianco su cui è stata deposta la Bibbia personale di Madre Teresa e una statua della Madonna con una corona di fiori al collo, accanto a una lapide di marmo con sopra inciso, in inglese, un versetto tratto dal Vangelo di Giovanni: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”(15,12). Il suo messaggio è sempre attuale: che ognuno cerchi la sua Calcutta, presente pure nelle nostre ricche città. “Puoi trovare Calcutta in tutto il mondo – lei diceva – , se hai occhi per vedere. Dovunque ci sono i non amati, i non voluti, i non curati, i respinti, i dimenticati”. I suoi figli spirituali continuano in tutto il mondo a servire “i più poveri tra i poveri” in orfanotrofi, lebbrosari, case di accoglienza per anziani, ragazze madri, moribondi. In tutto sono 5000, compresi i due rami maschili, meno noti, distribuiti in circa 600 case sparse per il mondo.  “Quando sarò morta – diceva lei –, potrò aiutarvi di più…”.