giovedì 27 gennaio 2011

Un paio di scarpette rosse - Joyce Lussu -

C'è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
"Schulze Monaco".
C'è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buckenwald
erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l' eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono.
C'è un paio di scarpette rosse
a Buckenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.

(Joyce Lussu)
http://www.bellasardegna.it/Storia/BellaSardegna.it_%20biografia_Joyce_Lussu.htm


Joyce Salvadori Lussu nasce a Firenze l’8 maggio 1912 da una famiglia di antifascisti. E’ stata scrittrice, traduttrice e partigiana italiana. Medaglia d’argento al valor militare. Joyce muore a Roma il 4 novembre 1998, all’età di 86 anni, ribelle come aveva vissuto, con una sigaretta postale tra le mani al posto del rosario.




"La memoria è determinante. È determinante perché io sono ricco di memorie e l’uomo che non ha memoria è un pover’uomo, perché essa dovrebbe arricchire la vita, dar diritto, far fare dei confronti, dar la possibilità di pensare ad errori o cose giuste fatte. 
Non si tratta di un esame di coscienza, ma di qualche cosa che va al di là, perché con la memoria si possono fare dei bilanci, delle considerazioni, delle scelte, perché credo che uno scrittore, un poeta, uno scienziato, un lettore, un agricoltore, un uomo, uno che non ha memoria è un pover’uomo. 
Non si tratta di ricordare la scadenza di una data, ma qualche cosa di più, che dà molto valore alla vita..."

- Mario Rigoni Stern - 






Cercavo te nelle stelle
quando le interrogavo bambino.
Ho chiesto te alle montagne,
ma non mi diedero che poche volte
solitudine e breve pace.
Perché mancavi, nelle lunghe sere
meditai la bestemmia insensata
che il mondo era uno sbaglio di Dio,
io uno sbaglio del mondo.
E quando, davanti alla morte,
ho gridato di no da ogni fibra,
che non avevo ancora finito,
che troppo ancora dovevo fare,
era perché mi stavi davanti,
tu con me accanto, come oggi avviene,
un uomo una donna sotto il sole.
Sono tornato perché c’eri tu.


- Primo Levi - 



Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it


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