sabato 29 ottobre 2011

Il sole sorge su casa Capuleti - William Shakespeare

Il  sole è appena sorto, tutti a casa Capuleti sono già svegli e in piena attività.  E’ il giorno del matrimonio tra il conte Paride e Giulietta.
 
Scena V - La camera di Giulietta

Giulietta è distesa sul letto
Entra la nutrice

Nutrice: Padroncina!... Padrona!... Su, Giulietta!...
Perbacco, se la dorme della grossa!
Sveglia, agnellino mio, madamigella!
Ah, dormigliona!... Sveglia, dico, amore!
Signora, cuore mio, signora sposa!
Come sarebbe... perché non rispondi?
Ho capito, vuoi farti la provvista.
Vuoi dormire per una settimana;
perché stanotte, te lo garantisco,
il conte già riposa sull'idea
di farti riposare molto poco.
Dio mi perdoni, Vergine Santissima,
certi pensieri... Ma che sonno duro!
Però debbo svegliarla, ad ogni costo.
Madamigella, su, madamigella!
Sì, sì, fatti trovare ancora a letto
dal conte Paride, vedrai che sveglia
ti darà lui allora, e che spavento!
Oh, no!... Ma come mai! Tutta vestita?
Ti sei vestita, e poi di nuovo a letto?...
Eh, ma bisogna proprio che ti svegli.
Signora, su... signora, su, signora!...
Oh, Dio! Oh, Dio! Aiuto! Aiuto! Aiuto!
La mia padrona è morta!... Oh, che disgrazia!
Oh, non fossi mai nata!... Ohilà, voialtri!
Dell'assenzio!... Signore mio! Signora!...

Alle urla della nutrice accorrono tutti i presenti nella casa, Monna Capuleti, papa Capuleto, Frate Lorenzo, Paride e i musici. Il dolore espresso da ognuno dei presenti ben delinea il  carattere dei personaggi.

Paride: Tradito, divorziato, contrastato,
coperto di disprezzo, assassinato!
Morte esecrabile, tu m'hai tradito,
rovinato per sempre, crudelissima!
O amore! O vita!... No, non c'è più vita,
e sol riposto è nella morte amore!

Capuleto:  Oppresso, disprezzato, torturato,
odiato, ucciso! O sorte sciagurata,
hai voluto distruggere così
la nostra festa!... Figlia, figlia mia!
Anima, più che figlia, anima mia!
Morta!... La mia bambina non c'è più,
e con lei è sepolta ogni mia gioia!

Frate Lorenzo: Pace, pace, signori!
Non si curano i mali coi lamenti.
Il cielo e voi aveste parte insieme
a far questa fanciulla,
ed ora il cielo l'ha tutta per sé;
ed è meglio per lei che sia così:
voi non potreste togliere alla morte
la parte vostra, il ciel serba la sua,
e la mantiene nella vita eterna.
Non era vostra somma aspirazione
il vederla salir sempre più in alto,
e trovar nella sua elevazione
il vostro paradiso sulla terra?
Ed ora che è salita tanto in alto,
oltre le nubi, al vero paradiso,
voi piangete? Se è questo l'amor vostro
per vostra figlia, è un amore distorto
perché impazzisce a saperla felice.
Ben maritata non è quella donna
che vive a lungo in stato maritale;
meglio sposata è quella
che morte coglie ancor giovane sposa.

Asciugate perciò le vostre lacrime
e cospargete questa bella salma
di rosmarino, e portatela in chiesa,
vestita delle sue più belle vesti,
com'è l'uso; ché se pur la natura,
sensibile com'è, ci spinga al pianto,
le lacrime che muove la natura
son motivo di riso alla ragione.
…………

I musici lamentano fra di loro che per oggi non mangeranno  e si accordano di suonare al funerale e quando i piangenti  andranno via con la salma,  potranno finalmente andare in cucina e mangiare tutto quello che era stato preparato per le nozze.

(Escono Capuleto, Monna Capuleti, Paride e Frate Lorenzo - La Nutrice e i Musici cospargono di fiori il letto di Giulietta e ne tirano le cortine del baldacchino)

(Shakespeare William)
Sarà Amore per sempre

i funerali di Giulietta

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