venerdì 28 febbraio 2014

Papa Benedetto XVI sempre vivo nei nostri cuori!













...Il senso del bene è stato impresso in noi, dice Agostino. 
A partire da ciò siamo ora in grado di comprendere correttamente il brindisi di Newman prima per la coscienza e solo dopo per il Papa. 
Il Papa non può imporre ai fedeli cattolici dei comandamenti, solo perché egli lo vuole o lo ritiene utile. 
Una simile concezione moderna e volontaristica dell'autorità può soltanto deformare l'autentico significato teologico del papato. 
Così la vera natura del ministero di Pietro è diventata del tutto incomprensibile nell'epoca moderna precisamente perché in questo orizzonte mentale si può pensare all'autorità solo con categorie che non consentono più alcun ponte fra soggetto e oggetto. Pertanto tutto ciò che non proviene dal soggetto può essere solo una determinazione imposta dall'esterno. Ma le cose si presentano del tutto diverse a partire da un'antropologia della coscienza [...]. 
L'anamnesi infusa nel nostro essere ha bisogno, per così dire, di un aiuto dall'esterno per diventare cosciente di sé. Ma questo "dal di fuori" non è affatto qualcosa di contrapposto, anzi è piuttosto qualcosa di ordinato ad essa: esso ha una funzione maieutica, non le impone niente dal di fuori, ma porta a compimento quanto è proprio dell'anamnesi, cioè la sua interiore specifica apertura alla verità [...]
Il significato autentico dell'autorità dottrinale del Papa consiste nel fatto che egli è il garante della memoria cristiana. Il Papa non impone dall'esterno, ma sviluppa la memoria cristiana e la difende...

- card. Joseph Ratzinger  - 

da "L'elogio della coscienza" La verità interroga il cuore



«Chi crede in Dio, nel Dio che proprio nelle sembianze alterate del Crocifisso si manifestato come amore “sino alla fine” (Gv 13,1), sa che la bellezza è verità e che la verità è bellezza, ma nel Cristo sofferente apprende anche che la bellezza della verità include offesa, dolore e persino l’oscuro mistero della morte. 
Bellezza e verità possono rinvenirsi soltanto nell’accettazione del dolore, e non nel suo rifiuto». 

- card. Joseph Ratzinger il 10 marzo 2004 - 


"Per quanto riguarda il restare fedeli alla propria identità: sarebbe troppo poco se il cristiano con la sua decisione per la propria identità interrompesse, per così dire, in base alla sua volontà, la via verso la verità. 
Allora il suo essere cristiano diventerebbe qualcosa di arbitrario, una scelta semplicemente fattuale. 
Allora egli, evidentemente, non metterebbe in conto che nella religione si ha a che fare con la verità. 
Rispetto a questo direi che il cristiano ha la grande fiducia di fondo, anzi, la grande certezza di fondo di poter prendere tranquillamente il largo nel vasto mare della verità, senza dover temere per la sua identità di cristiano. 
Certo, non siamo noi a possedere la verità, ma è essa a possedere noi: Cristo, che è la Verità, ci ha presi per mano, e sulla via della nostra ricerca appassionata di conoscenza sappiamo che la sua mano ci tiene saldamente. L’essere interiormente sostenuti dalla mano di Cristo ci rende liberi e al tempo stesso sicuri. Liberi: se siamo sostenuti da Lui, possiamo entrare in qualsiasi dialogo apertamente e senza paura. 
Sicuri, perché Egli non ci lascia, se non siamo noi stessi a staccarci da Lui. Uniti a Lui, siamo nella luce della verità".

- papa Benedetto XVI, 21 dicembre 2012 -




Ratzinger – prima da cardinale, braccio destro di Giovanni Paolo II – e poi come Papa Benedetto XVI, ha rappresentato e rappresenta infatti non solo l’ortodossia, la fedeltà alla tradizione della Chiesa, ma anche una straordinaria intelligenza cattolica, capace di dialogare col mondo senza sottomettersi ad esso e – anzi – affascinando e attraendo le migliori intelligenze laiche.

- Antonio Socci -


Un Gesù che sia d'accordo con tutto e con tutti, un Gesù senza la Sua santa ira, senza la durezza della verità e del vero amore, non è il vero Gesù come lo mostra la Scrittura, ma una Sua miserabile caricatura.

Joseph Ratzinger, "Guardare a Cristo", pag. 76, Jaca Book 1986

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Ciao Santo Padre, sempre vivo nei nostri cuori! 


Buona giornata a tutti.  :-)

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giovedì 27 febbraio 2014

Stanco d'amore - Hermann Hesse -


Nei rami s'addormenta cullando
il vento stanco. La mia mano
lascia un fiore rosso sangue
morire lacerato sotto un sole rovente.
Ho già visto fiorire e morire
molti fiori;
vengono e vanno gioie e dolori,
e custodirli nessuno può.
Anch'io ho sparso
nella vita il mio sangue;
non so però, se mi dispiace,
so solo, che sono stanco.

- Hermann Hesse -






Piccola, azzurra aleggia
una farfalla, il vento la agita,
un brivido di madreperla
scintilla, tremola, trapassa.
Così nello sfavillio d'un momento,
così nel fugace alitare,
vidi la felicità farmi un cenno
scintillare, tremolare, trapassare.

- Hermann Hesse -



"La farfalla" - Robert Fowler

Perchè ti Amo

Perchè ti amo, di notte son venuto da te
così impetuoso e titubante 
e tu non mi potrai più dimenticare
l'anima tua son venuto a rubare. 
Ora lei è mia
del tutto mi appartiene nel male e nel bene, 
dal mio impetuoso e ardito amare 
nessun angelo ti potrà salvare.

- Hermann Hesse -




Buona giornata a tutti :-)








mercoledì 26 febbraio 2014

Nei regimi dittatoriali o assolutisti..... Oriana Fallaci -

Nei regimi dittatoriali o assolutisti, spiega Tocqueville, il dispotismo colpisce grossolanamente il corpo.
Lo incatena, lo sevizia, lo sopprime con gli arresti e le torture, le prigioni e le Inquisizioni.
Con le decapitazioni, le impiccagioni, le fucilazioni, le lapidazioni.
E così facendo ignora l' anima che intatta può levarsi sulle carni martoriate, trasformare la vittima in eroe.
Nei regimi inertemente democratici, al contrario, il dispotismo ignora il corpo e si accanisce sull' anima. Perché è l' anima che vuole incatenare, seviziare, sopprimere.
Alla vittima, infatti, non dice: «O la pensi come me o muori». Dice: «Scegli. Sei libero di non pensare o di pensarla come me. E se la penserai in maniera diversa da me, io non ti punirò con gli autodafé. Il tuo corpo non lo toccherò, i tuoi beni non li confischerò, i tuoi diritti politici non li lederò.
Potrai addirittura votare. Ma non potrai essere votato perché io sosterrò che sei un essere impuro, un pazzo o un delinquente. Ti condannerò alla morte civile, ti renderò un fuorilegge, e la gente non ti ascolterà. Anzi, per non essere a loro volta puniti coloro che la pensano come te ti abbandoneranno». Poi aggiunge che nelle democrazie inanimate, nei regimi inertemente democratici, tutto si può dire fuorché la verità.
Tutto si può esprimere, tutto si può diffondere, fuorché il pensiero che denuncia la verità. Perché la verità mette con le spalle al muro. Fa paura.
I più cedono alla paura e, per paura, intorno al pensiero che denuncia la verità tracciano un cerchio invalicabile. Un' invisibile ma insormontabile barriera all' interno della quale si può soltanto tacere o unirsi al coro.
Se lo scrittore scavalca quel cerchio, supera quella barriera, il castigo scatta alla velocità della luce. Peggio: a farlo scattare son proprio coloro che in segreto la pensano come lui ma che per prudenza si guardano bene dal contestare chi lo anatemizza e lo scomunica. Infatti per un po' tergiversano, danno un colpo al cerchio ed uno alla botte. Poi tacciono e terrorizzati dal rischio che anche quell' ambiguità comporta s' allontanano in punta di piedi, abbandonano il reo alla sua sorte. In sostanza, quel che fanno gli apostoli quando abbandonano Cristo arrestato per volontà del Sinedrio e lo lasciano solo anche dopo la carognata di Caifa cioè durante la Via Crucis.


(Oriana Fallaci - La forza della Ragione)



Era forse una creatura di un mondo scomparso, la cui razza, sopravvissuta in montagne fredde e nascoste sotto la Luna, non si era ancora estinta, covando questi ultimi arcaici esemplari, creati per la malvagità.
(John Ronald Reuel Tolkien)
dal libro "Il signore degli anelli"


Nemmeno i più saggi possono vedere tutte le conseguenze

- Che peccato che Bilbo non abbia trafitto con la sua spada quella vile e ignobile creatura quando ne ebbe l'occasione!
- Peccato? Ma fu la Pietá a fermargli la mano. Pietá e Misericordia; egli non volle colpire senza necessitá. E fu ben ricompensato di questo suo gesto, Frodo. Stai pur certo che se è stato grandemente risparmiato dal male, riuscendo infine a scappare ed a trarsi in salvo, è proprio perchè all'inizio del suo possesso dell'Anello vi era stato un atto di Pietá. 
- Mi dispiace - disse Frodo - ma sono terrorizzato e non ho alcuna pietá per Gollum.
- Non l'hai visto - interloquì Gandalf. 
- No, e non ne ho alcuna intenzione - disse Frodo - Non riesco a capirti; vuoi dire che tu e gli Elfi l'avete lasciato continuare a vivere impunito, dopo tutti i suoi atroci crimini? Al punto in cui è arrivato è certo malvagio e maligno come un Orchetto, e bisogna considerarlo un nemico. Merita la morte.
- Se la merita! E come! Molti tra i vivi meritano la morte. E parecchi che sono morti avrebbero meritato la vita. Sei forse tu in grado di dargliela? E allora non essere troppo generoso nel distribuire la morte nei tuoi giudizi: sappi che nemmeno i più saggi possono vedere tutte le conseguenze... 

J.R.R. Tolkien,  Il Signore degli Anelli, ed. Rusconi, pag.94




Buona giornata a tutti :-)

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martedì 25 febbraio 2014

Il povero è un profeta - Jean Vanier -


Mi ha scosso il fatto che il Padre, se davvero è nascosto nelle bel­lezze della creazione, nello splendore delle liturgie e nella saggezza dei teologi e dei sapienti, è anche nascosto nel corpo spezzato dei lebbrosi, dei malati, di quelli che soffrono. 
E nascosto dentro il bam­bino. «Chiunque accoglie uno di questi piccoli nel mio nome, è me che accoglie. 
E colui che mi accoglie, dice Gesù, accoglie colui che mi ha mandato» (cf. Lc 9,48). 
Chi è in grado di credere nel messaggio: l’Eterno, il Dio che tutto può, si trova nei piccoli, negli impotenti, negli oppressi e nei sofferenti di questo mondo, e vivere con loro è vivere con la Santa Trinità, Padre, Figlio e Spirito? 
Come Gesù è l’immagine del Padre, il bambino abbandonato, rifiutato è l’imma­gine di Gesù e, quando si stabilisce una relazione di fiducia con lui, si entra in confidenza con Dio. 
Ora, erano le nostre sofferenze che sopportava e i nostri dolori da cui era oppresso… ed è grazie alle sue piaghe che siamo guariti (cf. Is 53,4-5). 
Il povero è un profeta. Chiama al cambiamento, a un nuovo sti­le di vita. Chiama all’incontro e alla festa, alla condivisione, al per­dono. 
Il ricco ha paura e si rinchiude nella sua ricchezza e nella sua solitudine, nella sua iperattività e nel suoi divertimenti. 
Il ricco rifiuta il povero, perché quest’ultimo lo chiama a un in­contro di tenerezza, un «cuore a cuore». 
Il ricco non sa quanto sia in grado di rispondere a tale chiamata. 
Lui è capace, istruito, intelli­gente. Ha sviluppato le sue potenzialità e il suo ragionamento, ma non il suo cuore, che si è atrofizzato. 
Forse ha paura? 
Il «cuore a cuore» non è né sentimentalismo né emozione passeggera, né ro­manticismo, né esperienza di sessualità. È un incontro profondo, un impegno, una condivisione, un’idea vera dell’altro. 
È fatto di de­licatezza, di forza, di fiducia nel prossimo e di aver riconosciuto i doni che porta. 
Per uscire dalla sua solitudine, dalla prigione in cui si è rinchiu­so, il ricco ha bisogno del povero. Il pericolo che lo minaccia è quel­lo di bastare a se stesso e di rinchiudersi nella sua sicurezza, nelle sue conoscenze e nel suo potere. 
Il povero viene per disturbarle. Se lui si lasciasse disturbare, allora il miracolo può avvenire. 
Il povero s’intrufola attraverso le barriere della sua prigione. 
Lo sguar­do del povero penetra nel suo cuore per risvegliarlo alla vita. È l’in­contro. 
Il ricco scopre il proprio cuore che comincia a vibrare e ad amare, scopre le sue paure, le sue barriere, la ricerca di conforto e di sicurezza. 
Se il ricco, toccato al cuore, si lascia trascinare dall’appello del povero, scopre a poco a poco un potere, un’energia nascosta più profonda delle sue conoscenze e delle sue capacità d’azione. Scopre il potere del suo cuore, fatto per l’incontro, per il servizio e per es­sere segno dell’amore di Dio. 
Scopre il potere della tenerezza, della bontà, della pazienza, del perdono della gioia e della celebrazione! 
Una sorgente fino allora murata, comincia a zampillare.


(Jean Vanier)
Una porta di speranza, Milano 1998, pp. 59-61



Nel cuore del povero c’è un mistero. Gesù dice che tutto quello che si fa all’affamato, a chi ha sete, è nu­do, malato, in prigione, straniero, è a Lui che lo si fa: «Tutto quello che fai al più insignificante dei miei fra­telli, è a me che lo fai». 
Il povero, nella sua insicurez­za totale, nella sua angoscia e nel suo abbandono, s’identifica con Gesù. Nella sua povertà radicale, nel­la sua ferita evidente, si trova celato il mistero della presenza di Dio. 
Chi è senza sicurezza e angosciato ha certo bisogno di pane ma, attraverso questo pane, ha soprattutto bi­sogno di una presenza, di un altro cuore umano che gli dica: «Abbi coraggio; tu sei importante ai miei oc­chi e io ti amo; tu hai un valore; c’è una speranza». 
Egli ha bisogno di una presenza che gli riveli la mi­sericordia di Dio, Dio che è un Padre che ama e dà la vita. Tra Gesù e il povero c’è un’alleanza. Questo miste­ro è grande.

Jean Vanier



Quelli che si avvicinano al povero lo fanno dapprima in un de­siderio di generosità, per aiutarlo e soccorrerlo; si considerano dei salvatori e spesso si mettono su un piedistallo. 
Ma toccando il povero, raggiungendolo, stabilendo una relazione di amore e di fiducia con lui, il mistero si svela. 
Nel cuore dell’insicurezza del povero c’è una presenza di Gesù. È allora che essi scopro­no il sacramento del povero e che arrivano al mistero della com­passione. Il povero sembra spezzare le barriere della potenza, della ricchezza, della capacità e dell’orgoglio; fa fondere quei gusci che il cuore umano si mette intorno per proteggersi. Il po­vero rivela Gesù Cristo. Fa scoprire a chi è venuto per "aiutarlo" la sua stessa povertà e vulnerabilità; gli fa scoprire anche la sua capacità di amare, la potenza d’amore del suo cuore. Il povero ha un potere misterioso: nella sua debolezza, egli diviene capa­ce di toccare i cuori induriti e di rivelare loro le fonti d’acqua viva nascoste in loro. 
È la manina del bimbo di cui non si ha paura, che scivola attraverso le sbarre della nostra prigione d’egoismo. Egli arriva ad aprire la serratura. Egli libera. E Dio si cela nel bambino. 
I poveri ci evangelizzano. È per questo che sono i tesori della Chiesa


(Jean VANIER, La comunità, luogo del perdono e della festa, Milano 1991, 115s.)



Preghiera per la sera

Signore Gesù,
accendi la mia vita.
Aiutami a cambiare il male in bene.
Se nel mio cuore c'è odio
Tu indicami la strada del perdono.
Se il mio cuore è una tempesta
insegnami la pace e l'amore.
Riempi la mia vita di gioia, bontà,
disponibilità, pazienza e benevolenza.
La mia vita Gesù è luce degli occhi
e gioia del cuore.
Tu ascolti chi soffre, Tu aiuti chi spera,
Tu esaudisci chi chiede.
Ti chiedo, Gesù, accendi la mia vita
del tuo Amore. Amen.



Buona giornata a tutti :-)





lunedì 24 febbraio 2014

Quando sarai vecchia - William Butler Yeats -

Quando sarai vecchia e grigia e di sonno onusta, 
e sonnecchierai vicino al fuoco, prendi questo libro
e lenta leggi, e sogna il dolce sguardo
che avevano un tempo i tuoi occhi, e la loro ombra profonda.

In molti amarono i tuoi attimi di felice grazia
e amarono la tua bellezza con amore falso o vero,
ma un uomo solo amò la tua anima pellegrina,
e amò le pene del viso tuo che incessante mutava.

Piegati ora accanto all'ardente griglia del camino
e sussurra, con qualche tristezza, come l'amore scomparve,
e vagò alto sopra le montagne,
e nascose il suo viso in uno sciame di stelle.

(William Butler Yeats)



I vecchi che si ammirano nell'acqua

Ho udito i vecchi, i vecchissimi, dire:
« Tutto muta,
E a uno a uno noi scompariamo »,
Avevano mani simili ad artigli, e le ginocchia
Contorte come i pruni antichi
Presso le acque.
Ho udito i vecchi, i vecchissimi, dire:
« Tutto ciò che è bello trascorre via
Come le acque ».

(William Butler Yeats)



Quello che mi ha sorpreso di più degli uomini dell'occidente 
è che perdono la salute per fare i soldi.....
e perdono i soldi per recuperare la salute .

Pensano tanto al futuro che
dimenticano di vivere il presente.

In tale maniera non riescono
a vivere ne il presente ne il futuro.

Vivono come non dovessero morire mai
e muoiono come se non avessero mai vissuto !!!!

- Dalai Lama -





“Un matrimonio non è riuscito solo se dura, ma è importante la sua qualità. 
Stare insieme e sapersi amare per sempre è la sfida degli sposi cristiani”. 

Papa Francesco




Buona giornata a tutti :-)






domenica 23 febbraio 2014

Signore insegnaci a non amare noi stessi - Raoul Follereau -


Signore insegnaci a non amare noi stessi,
a non amare soltanto i nostri,
a non amare soltanto quelli che amiamo.
Insegnaci a pensare agli altri,
ad amare quelli che nessuno ama.

Signore, facci soffrire della sofferenza altrui.
Facci la grazia di capire che ad ogni istante,
mentre noi viviamo una vita troppo felice,
protetta da Te,
ci sono milioni di esseri umani,
che sono pure tuoi figli e nostri fratelli,
che muoiono di fame
senza aver meritato di morire di fame,
che muoiono di freddo
senza aver meritato di morire di freddo.

Signore, abbi pietà
di tutti i poveri del mondo
Abbi pietà dei lebbrosi,
ai quali Tu così spesso hai sorriso
quand'eri su questa terra;
pietà dei milioni di lebbrosi,
che tendono verso la tua misericordia
le mani senza dita,
le braccia senza mani...

E perdona a noi di averli,
per una irragionevole paura, abbandonati.
E non permettere più, Signore,
che noi viviamo felici da soli.

Facci sentire l'angoscia
della miseria universale,
e liberaci da noi stessi.
Così sia!


(Raoul Follereau)



"Quando il cuore si eleva a percepire che tutto è dono,
quando fa tale scoperta,
allora gli uomini non s'inventano più,
non inventano più se stessi,
non si fingono,
non debbono immaginarsi,
ma finalmente sono".

- Don Luigi Giussani -



" Sì, Gesù, fammi parlare sempre come fosse l’ultima parola che dico.
Fammi agire sempre come fosse l’ultima azione che faccio. 
Fammi soffrire sempre come fosse l’ultima sofferenza che ho da offrirti. Fammi pregare sempre come fosse l’ultima possibilità,
che ho qui in terra, di colloquiare con te."

- Chiara Lubich -



La rondine e la piuma



Certo, sia la rondine sia la piuma si librano nell'aria, ma la differenza è netta: la rondine sceglie la traiettoria, naviga contro il vento opponendogli il suo petto carenato; la piuma, invece, è sospinta da ogni corrente d'aria, è succube a ogni soffio. Una domanda s'impone: e noi come siamo? Siamo rondini libere e sicure o piume agitate da ogni brezza e variabilità?


(Card. Gianfranco Ravasi, Le parole e i giorni. Nuovo breviario laico)



Buona giornata a tutti :-)







sabato 22 febbraio 2014

Essere o non essere... - William Shakespeare

“Essere o non essere, questo è il problema: se sia più nobile d’animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell’iniqua fortuna, o prender l’armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli. Morire, dormire, nulla di più, e con un sonno dirsi che poniamo fine al cordoglio e alle infinite miserie naturale retaggio della carne, è soluzione da accogliere a mani giunte.
Morire, dormire, s
ognare forse: ma qui é l’ostacolo, quali sogni possano assalirci in quel sonno di morte quando siamo già sdipanati dal groviglio mortale, ci trattiene: é la remora questa che di tanto prolunga la vita ai nostri tormenti.
Chi vorrebbe, se no, sopportar le frustate e gli insulti del tempo, le angherie del tiranno, il disprezzo dell’uomo borioso, le angosce del respinto amore, gli indugi della legge, la tracotanza dei grandi, i calci in faccia che il merito paziente riceve dai mediocri, quando di mano propria potrebbe saldare il suo conto con due dita di pugnale? Chi vorrebbe caricarsi di grossi fardelli imprecando e sudando sotto il peso di tutta una vita stracca, se non fosse il timore di qualche cosa, dopo la morte, la terra inesplorata donde mai non tornò alcun viaggiatore, a sgomentare la nostra volontà e a persuaderci di sopportare i nostri mali piuttosto che correre in cerca d’altri che non conosciamo? Così ci fa vigliacchi la coscienza; così l’incarnato naturale della determinazione si scolora al cospetto del pallido pensiero. E così imprese di grande importanza e rilievo sono distratte dal loro naturale corso: e dell’azione perdono anche il nome…” 
William Shakespeare 

(“Amleto”, atto III scena I)




“Succeda quel che succeda, i giorni brutti passano,
esattamente come tutti gli altri.” 

- William Shakespeare -


Date parole al vostro dolore 
altrimenti il vostro cuore si spezza.

- William Shakespeare -
Macbeth



Più dolce sarebbe la morte se il mio ultimo sguardo avesse come ultimo orizzonte il tuo volto, e se così fosse .....mille molte vorrei nascere per mille volte ancor morire.

- William Shakespeare -
da “Amleto”


«Tu sei per i miei pensieri come il cibo per la vita,
 o come per la terra le dolci piogge di primavera,
e per amor tuo sostengo una lotta
come l’avaro con le sue ricchezze:
ora orgoglioso possessore,
e quindi affranto che i tempi ladri gli rubino il suo tesoro;
ora contando solo di stare con te,
e ora preferendo
che anche altri partecipino delle mie conquiste;
qualche volta deliziato della tua vista,
e poco dopo affamato di un tuo sguardo;
non possedendo né cercando altra gioia
che quella che tu dai o che da te io spero.
E così, giorno dopo giorno,
languisco e sono sazio,
di tutto disponendo, e tutto
desiderando.»

William Shakespeare


Buona giornata a tutti :-)