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mercoledì 1 ottobre 2014

Mi piace - Alejandro Jodorowsky -

Mi piace sviluppare la mia coscienza per capire perché sono vivo, cos’è il mio corpo e cosa devo fare per cooperare con i disegni dell’universo.
Non mi piace la gente che accumula informazioni inutili e si crea false forme di condotta, plagiata da personalità importanti.
Mi piace rispettare gli altri, non per via delle deviazioni narcisistiche della loro personalità, ma per come si sono evolute interiormente.
Non mi piace la gente la cui mente non sa riposare in silenzio, il cui cuore critica gli altri senza sosta, la cui sessualità vive insoddisfatta, il cui corpo s’intossica senza saper apprezzare di essere vivo.
Ogni secondo di vita è un regalo sublime.
Mi piace invecchiare perché il tempo dissolve il superfluo e conserva l’essenziale.
Non mi piace la gente che per retaggi infantili trasforma le bugie in superstizioni.
Non mi piace che ci sia un papa che predica senza condividere la sua anima con una “papessa”.
Non mi piace che la religione sia nelle mani di uomini che disprezzano le donne.
Mi piace collaborare e non competere.
Mi piace scoprire in ogni essere quella gioia eterna che potremmo chiamare Dio interiore.
Non mi piace l’arte che serve solo a celebrare il suo esecutore.
Mi piace l’arte che serve per guarire.
Non mi piacciono le persone troppo stupide.
Mi piace tutto ciò che provoca il riso.
Mi piace affrontare, volontariamente, la mia sofferenza, con l’obiettivo di espandere la mia coscienza.



- Alejandro Jodorowsky -






La solitudine può essere una ingiusta condanna o una splendida conquista. Imparare a stare bene da soli è il miglior modo per imparare a stare bene con gli altri. La compagnia sarà una scelta e non più una necessità. 
Cercheremo gli altri per essere un regalo reciproco, mai per riempire la nostra solitudine. 
Ed impareremo ad evitare quelli che ci tolgono la nostra solitudine senza darci la loro compagnia. 

(Agostino Degas)



Tutto quello che diventerai lo sei già,
tutto quello che conoscerai, lo sai già.
Quello che cercherai, ti sta già cercando, è in te.

- Alejandro Jodorowsky - 



Signore, quando….

Signore nostro Dio!
Quando la paura ci prende
non lasciarci disperare!
Quando siamo delusi,
non lasciarci diventare amari!
Quando siamo caduti,
non lasciarci a terra!
Quando non comprendiamo più niente
e siamo allo stremo delle forze,
non lasciarci perire!
No!, facci sentire
la tua presenza e il tuo amore
che hai promesso ai cuori umili e spezzati
che hanno timore della tua parola.
E' verso tutti gli uomini
che è venuto il tuo Figlio diletto,
verso gli abbandonati:
poichè lo siamo tutti,
egli è nato in una stalla e morto sulla croce.
Signore,
destaci tutti e tienici svegli
per riconoscerlo e confessarlo.

- Karl Barth -





Buona giornata a tutti :-)

www.leggoerifletto.it





venerdì 25 ottobre 2013

La venditrice di lampade e nasi – Alejandro Jodorowsky -

In quella città quasi nessuno aveva le finestre. Le case erano cubi neri. 
Non si conosceva la luce. Le strade erano percorse da fiumi di tenebre perché l’atmosfera contaminata formava uno scudo impenetrabile per le carezze del sole. Gli abitanti di questo mondo non avevano il naso. 
Sentendosi felici, abitavano nell’ ombra, preoccupati solo di lavorare per riempire lo stomaco e soddisfare i loro desideri sessuali. 
Un bel giorno comparve un’anziana che gridava: “Vendo una lampada e un naso!”. 
Un tizio che passava di lì si sentì attratto da quella strana signora: i suoi occhi brillavano al buio come due lucciole. Comprò la lampada e il naso. Quando stava per pagare, l’anziana non volle i suoi soldi. 
L’uomo tornò in tutta fretta nel suo cubicolo. Appena ebbe chiuso la porta, un odore insopportabile gli invase le fosse nasali fino a scuotergli il cervello. 
Allora accese la lampada: quella che aveva sempre creduto una stanza bella, pulita, tranquilla, era in realtà un nido di ragni, spazzatura, cibi imputriditi, mobili tarlati, strati di unto, escrementi di ratto. 
Non riuscì più a vivere in quel posto schifoso! Vagò per le strade finché incontrò di nuovo la vecchia signora. “Strega, cos’hai fatto alla mia casa elegante? Prima vivevo bene, come tutti gli altri, ma appena ho messo il naso e ho acceso la lampada, quei due oggetti hanno cambiato il mio mondo. Perché tanta cattiveria?” L’anziana signora rispose: “Il tuo mondo non è cambiato: è sempre stato così! Prima non te ne accorgevi e credevi di stare bene in un posto che presto o tardi ti avrebbe distrutto. Quando si acquisiscono organi nuovi e si accende la luce, soffriamo perché riusciamo a vedere noi stessi come siamo davvero e non come crediamo di essere. Adesso che sai com’è la tua realtà, devi aprire le finestre, uccidere i parassiti, pulire le pareti, disinfettare la tua casa e solo allora potrai essere felice. E a quel punto dovrai dare la lampada e il naso a qualcun’ altro, proprio come ho fatto io.


(Alejandro Jodorowsky)


Il senso della nostra vita è misterioso; 
è «nelle mani di Dio», come dicevano i nostri vecchi. 
«Nelle mani di Dio», 
come qualche volta riusciamo a dire anche noi, 
con minore forza e verità. 
Ma questo «essere nelle mani di Dio»
innanzitutto vuol dire che qualunque cosa noi si subisca,
o qualunque cosa attraverso la quale noi 
quotidianamente passiamo, 
qualunque cosa accada, 
tutto è per un positivo, per un bene. 
Non si può staccare
l'idea del Mistero di Dio dalla parola bene. 
Tutto è nelle mani di Dio 
e quindi tutto è per il bene.

Da: "Voi chi dite che io sia"?
"Si è soli nel deserto" 
disse il piccolo principe.
"Si è soli anche con gli uomini", 
rispose il serpente.

(Antoine de Saint-Exupery)


"Dio non ci rimette mai sulla strada dritta, no, 
non ci rimette sulla strada dritta, 
perché si serve delle nostre svolte,
dei nostri vagabondaggi, 
delle nostre deviazioni 
per inventare una strada nuova, 
la strada unica di ciascuno, 
propria di ciascuno."

F. Hadjadj



Buona giornata a tutti :-)

venerdì 8 febbraio 2013

La malattia è un conflitto tra la personalità e l’anima - Alejandro Jodorowsky -

Il corpo grida ... Quello Che La Bocca Tace...
Molte volte…
Il raffreddore “cola” quando il corpo non piange…
Il dolore di gola “tampona” quando non è possibile comunicare le afflizioni.

Lo stomaco “arde” quando le rabbie non riescono ad uscire.

Il diabete “invade” quando la solitudine duole.

Il corpo “ingrassa” quando l’insoddisfazione stringe.

Il mal di testa “deprime” quando i dubbi aumentano.

Il cuore “allenta” quando il senso della vita sembra finire.

Il petto “stringe” quando l’orgoglio schiavizza.

La pressione “sale” quando la paura imprigiona.

Le nevrosi “paralizza” quando il bambino interno tiranneggia.

La febbre “scalda” quando le difese sfruttano le frontiere dell’immunità.

Le ginocchia “dolgono” quando il tuo orgoglio non si piega.

Il cancro “ammazza” quando ti stanchi di vivere.

Ed i tuoi dolori silenziosi? Come parlano nel tuo corpo?
La malattia non è cattiva, ti avvisa che stai sbagliando cammino.
Mi sembra bello condividere questo messaggio:

La strada per la felicità non è diritta
Esistono curve chiamate Equivoci
Esistono semafori chiamati Amici,
Luci di precauzione chiamate Famiglia.

E tutto si compie se hai:

Un cerchione di risposta chiamato Decisione
Un potente motore chiamato Amore
Una buona assicurazione chiamata Fede
E abbondante combustibile chiamato Pazienza.


(Alejandro Jodorowsky)







Se nella tua vita non ci sono alti e bassi, allora… sicuramente sei davvero morto. 


  La cattiveria è degli sciocchi, di quelli che non hanno ancora capito che non vivremo in eterno. 

(Alda Merini)




La conosci la storia del Re Pescatore?
Comincia col re da ragazzo, che doveva passare la notte nella foresta per dimostrare il suo coraggio e diventare re.
E mentre passa la notte da solo è visitato da una visione sacra: nel fuoco del bivacco gli appare il Santo Graal, simbolo della grazia divina.
E una voce dice al ragazzo: "Tu custodirai il Graal, onde possa guarire i cuori degli uomini".
Ma il ragazzo, accecato dalla visione di una vita piena di potere, di gloria, di bellezza, in uno stato di completo stupore, si sentì per un attimo non un ragazzo, ma onnipotente come Dio: allungò la mano per prendere il Graal, e il Graal svanì lasciandogli la mano tremendamente ustionata dal fuoco.
E mentre il ragazzo cresceva la ferita si approfondiva, finché un giorno per lui la vita non ebbe più scopo.
Non aveva più fede in nessuno, neanche in se stesso. Non poteva amare, né sentirsi amato.
Era ammalato di troppa esperienza, e cominciò a morire.
Un giorno un giullare entrò al castello e trovò il re da solo. Ed essendo un semplice di spirito, egli non vide il re: vide solo un uomo solo e sofferente. E chiese al re: "Che ti addolora, amico?". E il re gli rispose: "Ho sete, e vorrei un po' d'acqua per rinfrescarmi la gola".
Allora il giullare prese una tazza che era accanto al letto, la riempì d'acqua e la porse al re.
Ed il re, cominciando a bere, si rese conto che la piaga si era rimarginata: si guardò le mani e vide che c'era il Santo Graal, quello che aveva cercato per tutta la vita.
Si volse al giullare e chiese stupito: "Come hai potuto tu trovare ciò che i miei valorosi cavalieri mai hanno trovato?".
E il giullare rispose: "Io non lo so: sapevo solo che avevi sete".

(dal film "La leggenda del re pescatore")




Preghiera della sera

"E si meravigliava della loro incredulità".
Anch'io mi stupisco spesso della mancanza di fede di tanti miei contemporanei.
Non vedono forse il sole spuntare ogni giorno all'orizzonte, 
fedele all'appuntamento quotidiano?
E la natura continuare tranquillamente il suo lavoro: le piante, gli alberi, i fiori, il grano...
il bambino che cresce pazientemente nel grembo della madre?
È vero, Signore, che tutto ciò nelle grandi città sembra terribilmente lontano.
Anche in me la fede sembra ogni tanto assopirsi.
E i motori, le macchine, gli aerei, i monumenti...
non parlano forse di un'intelligenza che è un tuo dono?
Apri i nostri occhi, Signore.
Donaci un senso di ammirazione che possa risvegliare la nostra fede.
Allora compirà delle meraviglie tra di noi.