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sabato 10 ottobre 2015

La preghiera dell'alfabeto - Padre Anthony de Mello -

Un contadino povero, nel rincasare la sera tardi dal mercato, si accorse di non avere con sé il suo libro di preghiere. Al suo carro si era staccata una ruota in mezzo al bosco ed egli era angustiato al pensiero che la giornata finisse senza aver recitato le preghiere.

Allora pregò in questo modo: «Ho commesso una grave sciocchezza, Signore. Sono partito di casa questa mattina senza il mio libro di preghiere e ho così poca memoria che senza di esso non riesco a formulare neppure un'orazione. Ma ecco che cosa farò: reciterò molto lentamente tutto l'alfabeto cinque volte e tu, che conosci ogni preghiera, potrai mettere insieme le lettere in modo da formare le preghiere che non riesco a ricordare».

Disse allora il Signore ai suoi angeli: «Di tutte le preghiere che oggi ho sentito, questa è senz'altro la più bella, perché è nata da un cuore semplice e sincero».

- Padre Anthony de Mello - 




Il pescatore trasformato in santo

Una sera un pescatore entrò di soppiatto nella proprietà di un uomo ricco e gettò la rete in un lago pieno di pesci. 
Il proprietario lo sentì e mandò le sue guardie a cercarlo. 
Quando vide tutta quella gente che lo cercava alla luce delle torce, il pescatore si affrettò a cospargersi il corpo di cenere e si sedette sotto un albero, come fanno i santoni in India. 
Il padrone e le sue guardie non riuscirono a scovare il pescatore di frodo, pur avendolo cercato a lungo. 
Trovarono soltanto un santone coperto di cenere, che stava seduto sotto un albero assorto in meditazione. 
Il giorno seguente si sparse la voce che un grande saggio aveva deciso di porre la sua dimora nei terreni dell'uomo ricco. 
La gente si radunò con fiori, frutta e anche molto denaro in segno di omaggio, poiché, secondo la loro credenza religiosa, i doni fatti a un santo procurano al donatore la benedizione di Dio. 
Il pescatore trasformato in saggio era esterrefatto di fronte alla fortuna che gli era capitata. "È più facile vivere della fede di queste persone che non del sudore della fronte", disse fra sé. E così continuò a meditare e non tornò mai più al suo lavoro.

- Padre Anthony de Mello - 
Tratto da “La preghiera della rana. Saggezza popolare dell’oriente” Ed. Paoline 1988


Un re sognò di vedere un re in paradiso e un prete all'inferno. 
Si domandò come fosse possibile questo, poi udì una voce che diceva: "Il re è in paradiso, perché ha rispettato i preti. Il prete è all'inferno, perché è sceso a compromessi con i re".

- Padre Anthony de Mello - 
Tratto da “La preghiera della rana. Saggezza popolare dell’oriente” Ed. Paoline 1988




Buona giornata a tutti. :-)

giovedì 10 settembre 2015

La raccoglitrice di vetri sulla spiaggia e altri racconti - Padre Anthony De Mello -

Una famiglia di cinque persone si stava godendo una giornata sulla spiaggia. 
I bambini facevano il bagno nell'oceano e costruivano castelli di sabbia, quando comparve in lontananza una vecchina. 
I capelli grigi le volavano con il vento e gli abiti erano sporchi e stracciati. Mormorava qualcosa fra sé e sé e intanto raccoglieva oggetti nella sabbia e li metteva in un sacco. 
I genitori chiamarono i bambini vicino a sé e raccomandarono loro di stare lontani dalla vecchietta. 
Quando passò accanto a loro, curvandosi di tanto in tanto per raccogliere roba, ella sorrise alla famiglia. Ma essi non ricambiarono il suo saluto. 
Molte settimane dopo vennero a sapere che la vecchina da sempre si era assunta il compito di raccogliere pezzetti di vetro sulla spiaggia per evitare ai bambini di ferirsi i piedi.

- Padre Anthony De Mello -



La principessa e il rospo

Un giorno una bella principessa decise di andare a passeggiare per la foresta e qui incontrò un rospo. Il rospo la salutò molto delicatamente. 
La principessa si spaventò al sentire un rospo parlare la lingua degli uomini. Ma questi la rassicurò: "Altezza Reale, in realtà io non sono un rospo. Sono un principe, ma una strega mi ha trasformato in un rospo". 
La principessa, che aveva un cuore generoso, gli chiese: "Posso far qualcosa per spezzare questo sortilegio?". 
Il rospo rispose: "Sì. La strega mi ha detto che se riuscissi a trovare una principessa che mi ami tanto da restare con me per tre giorni e tre notti, il sortilegio verrebbe spezzato e io tornerei ad essere un principe". 
La principessa in quel rospo poteva già vedere il principe.
Portò con sé il rospo a palazzo. Tutti esclamavano: "Cosa è quella creatura ripugnante che ha portato con sé?". E lei rispondeva: "No, non è una creatura ripugnante, è un principe!". E teneva il rospo con sé giorno e notte, a tavola e seduto sul guanciale mentre dormiva. 
Dopo tre giorni e tre notti si svegliò e vide quel principe giovane e bello, che baciò la sua mano con gratitudine per aver rotto l'incantesimo e averlo trasformato nel principe che era.

- Padre Anthony De Mello -


Togliere il sasso 

Un giorno Diogene stava all'angolo della strada, piegato in due dalle risate.
Il suo amico Archippo, allora, gli chiese: "Ma che cosa hai da ridere?".
"Vedi quel sasso che c'è li in mezzo alla strada? 

Da quando sono qui ci avranno inciampato già dieci persone! Ci sono rimaste tutte male, ma non ce n'è una, dico una, che si sia presa il disturbo di toglierlo di mezzo in modo che non ci inciampino altre persone".

- Padre Anthony De Mello - 
Da: La preghiera della rana. Saggezza popolare dell'Oriente, Volume 1, Paoline




Buona giornata a tutti. :-)


giovedì 23 luglio 2015

L'inventore, La fune sospesa sull'abisso e altro - Padre Anthony de Mello -

Dopo lunghi anni di lavoro, un inventore scopri l’arte di accendere il fuoco. Portò con sé i suoi attrezzi nelle regioni del nord ammantate di neve e insegnò a una tribù quell’arte e i suoi vantaggi. La gente era così affascinata da quella novità che a nessuno venne in mente di ringraziare l’inventore, il quale un giorno se ne andò in silenzio. 
Poiché era uno di quei rari esseri umani dotati di vera grandezza, non aveva alcun desiderio di essere ricordato o riverito; si accontentava di sapere che la sua scoperta era servita a qualcuno. 
La seconda tribù presso cui si recò era altrettanto ansiosa di imparare della prima. Ma i preti locali, gelosi dell’ascendente che egli esercitava sul popolo, lo fecero assassinare. 
Per sviare i sospetti, fecero collocare un ritratto del Grande inventore in bella vista sull’altare principale del tempio, studiarono una speciale liturgia che rendesse omaggio al suo nome e ne mantenesse vivo il ricordo e posero la massima cura nell’evitare che si modificasse o omettesse anche solo una rubrica di tale liturgia. 
Gli attrezzi per accendere il fuoco furono conservati in uno scrigno e si diceva che avessero il potere di guarire tutti coloro che vi ponevano sopra le mani con spirito di fede. 
Il Sommo Sacerdote si incaricò personalmente di redigere una biografia dell’inventore, il Libro Sacro in cui venivano presentate la sua tenerezza e la sua generosità come esempio da imitare per tutti, si tesseva l’elogio delle sue opere grandiose e la sua origine soprannaturale era diventata un articolo di fede. 
I preti si occuparono di tramandare il Libro alle generazioni successive, mentre interpretavano con autorevolezza il senso delle sue parole e il significato profondo della santità della sua vita e della sua morte. 
Chiunque si discostasse dai loro insegnamenti veniva punito senza pietà con la morte o la scomunica. Assorta com’era nelle attività religiose, la gente finì col dimenticare come si accendeva il fuoco.

- Padre Anthony de Mello -
Da: The prayer of the frog Gujarat Sahitya Prakash, Anand 1988, India-Traduzione dall'inglese di Adria Marconi-Pedrazzi, ed. Paoline



….. Quando Kruscev pronunciò la famosa denuncia dell'epoca staliniana, si dice che qualcuno, in parlamento, abbia esclamato: "Dov'eri tu, compagno Kruscev, quando tutte queste persone innocenti venivano massacrate?".
Kruscev smise di parlare, girò lo sguardo nella sala e disse: "Per favore, si alzi chi ha detto questo".
Ci fu grande tensione nella sala. Nessuno si alzò.
Allora Kruscev disse: "Bene, ora hai la risposta, chiunque tu sia. 

Io ero allora nella stessa identica posizione in cui tu ora ti trovi".

Gesù si sarebbe alzato.

- Anthony De Mello - 
Da: “Il canto degli uccelli. Frammenti di saggezza nelle grandi religioni”, p. 119




La fune sospesa sull'abisso

I discepoli di Baal Shem un giorno chiesero: “Rabbi caro, dicci come dobbiamo servire Dio”. Egli rispose: “Come faccio a saperlo?”... poi raccontò loro l’episodio seguente:

Un re aveva due amici che furono dichiarati colpevoli di un delitto e condannati a morte. Pur amandoli, il re non osò graziarli per timore di dare cattivo esempio al suo popolo, perciò emise il seguente verdetto: “Si stenda una fune attraverso un burrone profondo e ciascuno dei condannati vi cammini sopra, verso la libertà, o verso la morte, nel caso di caduta”. Il primo riuscì ad arrivare sano e salvo dall’altra parte, l’altro allora gli gridò: “Amico dimmi come hai fatto”. E quello di rimando: “Che ne so? Ogni volta che pendevo da una parte, mi inclinavo verso quella opposta”.

- Padre Anthony de Mello -
Da: The prayer of the frog Gujarat Sahitya Prakash, Anand 1988, India Traduzione dall'inglese di Adria Marconi-Pedrazzi, ed. Paoline




Buona giornata a tutti. :-)





lunedì 9 marzo 2015

Come si possono cambiare le cose? - Padre Anthony De Mello -

Come potete cambiare voi stessi?
Ci sono molte cose da capire qui, o meglio, una sola cosa che si può esprimere in molti modi. Immaginate un paziente che va dal dottore per dirgli di cosa soffre. 
Il dottore dice: “Bene, ho capito i suoi sintomi. Lo sa cosa farò? Prescriverò un farmaco al suo vicino!”. 
Il paziente risponde: “Grazie mille, dottore: mi sento già molto meglio”.
Non è assurdo? Eppure è proprio quel che facciamo tutto noi.
La persona addormentata pensa sempre che si sentirà meglio se sarà qualcun altro a cambiare. 
Si soffre perché si è addormentati, però si pensa: “Come sarebbe meravigliosa la vita se qualcun altro cambiasse; come sarebbe meravigliosa la vita se il mio vicino cambiasse, mia moglie cambiasse, il mio capo cambiasse”.
Vorremmo sempre che fosse qualcun altro a cambiare, in modo da sentirci meglio. Ma vi siete mai accorti che anche se vostra moglie cambia, o vostro marito cambia, su di voi non ha alcun effetto?
Siete vulnerabili tanto quanto prima; idioti tanto quanto prima; addormentati tanto quanto prima.
Siete voi ad avere bisogno di cambiare, ad aver bisogno della medicina. Continuate ad insistere: “Mi sento bene perché il mondo va bene”. Sbagliato! Il mondo va bene perché io mi sento bene. È questo quello che dicono tutti i mistici.

- Padre Anthony De Mello -
Tratto da: "Messaggio per un'aquila che si crede un pollo"





Il soldato Jack

“Signore, il mio amico è tornato dal campo di battaglia. Chiedo il permesso di andare a prenderlo”. “Permesso non concesso”, replicò l’ufficiale: “Non voglio che rischi la vita per un uomo che probabilmente è già morto”.
Il soldato uscì lo stesso e rientrò un’ora dopo ferito mortalmente, trasportando il cadavere dell’amico. 
L’ufficiale era fuori di sé dalla rabbia. “Te l’avevo detto che era morto. Ora vi ho persi tutti e due. Dimmi, valeva la pena di rischiare per portare indietro un cadavere?”. 
Il soldato morente rispose: “Oh sì, signore. Quando l’ho raggiunto, era ancora vivo e mi ha detto: “Jack, ero sicuro che saresti venuto.”

- Padre Anthony De Mello -






Vivevano in un eremo due monaci, che da poco avevano abbracciato quella vita santa; si capisce che il demonio li spingeva ad abbandonarla.
Per superare questa tentazione, essi decisero di aspettare fino alla stagione seguente: 
- Ecco l’inverno! - si dicevano; - passiamolo ancora qui. Del resto è tanto breve... Ce ne andremo a primavera. 
L’inverno passava ancora in santità ed orazione. - Ecco la primavera - si dicevano poi; - il clima tiepido piace perfino in un deserto. Ce ne andremo in autunno.
E così, di stagione in stagione, rimasero cinquant’anni nella solitudine, e morirono in pace.


- Padre Anthony De Mello -






Noi vediamo le persone e le cose non per come sono, ma per come siamo noi. Ecco perché, quando due persone guardano qualcosa o qualcuno, si verificano due reazioni diverse. 
Vediamo le persone e le cose non per come sono loro, ma per come siamo noi [...] Il giorno in cui voi cambiate, cambieranno anche loro. E voi vedrete in modo diverso. 

- Padre Anthony De Mello -



Buona giornata a tutti. :-)









mercoledì 11 febbraio 2015

Le etichette che ci portiamo addosso – Padre Anthony De Mello -

L’importante non è sapere chi o cosa sia “l’io”. Non ci riuscirete mai.
Non esistono parole che possano esprimerlo. L’importante è dimenticare le etichette.
Come dicono i maestri giapponesi dello Zen: “Non cercate la verità; abbandonate i vostri giudizi”.
Abbandonate le vostre teorie; non cercate la verità. La verità non è una cosa da cercare. Se smetteste di essere dogmatici, ve ne accorgereste. Qui accade qualcosa di simile. Se dimenticherete le vostre etichette, lo scoprirete.
Cosa intendo per etichette?
Ogni etichetta che vi venga in mente, eccetto forse quella di essere umano.
È vero: questa definizione non dice molto. Ma quando dite: “Sono una persona di successo” è una follia.
Il successo non è parte “dell’io”. Il successo è qualcosa che va e viene; oggi c’è domani potrebbe essere finito. Non è “l’io”. Quando si dice: “Sono uno di successo”, si è in errore: significa che si è precipitati nelle tenebre.
Ci si è identificati con il successo.
E lo stesso vale per chi ha detto: “Sono un fallimento, sono un avvocato, sono un uomo d’affari”.
Sapete cosa vi accadrà, se vi identificherete con queste cose? Vi abbarbicherete a esse, avrete paura che svaniscano, ed è qui che deriva la vostra sofferenza.
Intendevo proprio questo, quando vi ho detto, poco fa: “Se state soffrendo, siete addormentati”. 
Volete un segno evidente del fatto che siete addormentati?
Eccolo: state soffrendo.
La sofferenza vi viene data perché possiate capire che da qualche parte regna la falsità, proprio come un dolore fisico si fa sentire perché si capisca che da qualche parte c’è una malattia o un morbo.
La sofferenza indica che da qualche parte c’è del falso.
La sofferenza sorge quando ci si scontra con la realtà, quando la vostra falsità si scontra con la verità: allora scatta la sofferenza. Altrimenti, non c’è sofferenza.

- Padre Anthony De Mello - 
Tratto da: "Messaggio per un'aquila che si crede un pollo"




Per la strada vidi una ragazzina che tremava di freddo, aveva un vestitino leggero e ben poca speranza in un pasto decente. Mi arrabbiai e dissi a Dio: "Perché permetti questo? Perché non fai qualcosa?" Per un po' Dio non disse niente. Poi improvvisamente, quella notte rispose. "Certo che ho fatto qualcosa: Ho fatto te." 

(Padre Anthony de Mello)





Bussano nel cuore del cercatore

 ... e un cuore indomito. Il cercatore sentì bussare forte nel suo cuore. "Chi è?", chiese quello spaventato.
"Sono io, la Verità", fu la risposta. "Non essere ridicola", replicò il cercatore. "La Verità parla in silenzio". E questo, con grande sollievo dell'uomo, eliminò il rumore. Quello che lui non sapeva è che a produrre quei colpi erano i battiti del suo cuore pieno di paura.
La verità che ci fa liberi è quasi sempre la verità che non vorremo udire. Perciò quando affermiamo che una cosa non è vera, molto spesso ciò significa che non ci piace.
 
(Padre Anthony de Mello)

 



C’è una bella storiella che racconta di alcune persone a bordo di una zattera al largo della costa brasiliana, che stavano per morire di sete.
Non avevano idea che l’acqua su cui galleggiavano era dolce.
Il fiume si riversava in mare con una forza tale da coprire un paio di miglia, e quindi, nel punto in cui si trovavano, l’acqua era dolce. Solo che non lo sapevano.
Allo stesso modo, noi siamo circondati di gioia, di felicità, di amore.
La maggior parte della gente non ne ha la più pallida idea.
Il motivo? E’ stata sottoposta a un lavaggio del cervello.
Il motivo? E’ ipnotizzata, addormentata. 
(Padre Anthony de Mello)







Buona giornata a tutti. :-)






giovedì 22 gennaio 2015

Attaccarsi alle illusioni – Padre Anthony De Mello -

C’è un ulteriore illusione, e cioè il fatto che sia importante essere rispettabili, essere amati e apprezzati, essere importanti. 
Molti dicono che abbiamo un’esigenza naturale di essere amati e apprezzati, di appartenere a qualcuno.
È falso. Lasciate cadere quest’illusione e sarete felici. 
Abbiamo un’esigenza naturale di libertà, un’esigenza naturale di amare, ma non di essere amati.
Talvolta, nelle mie sedute di psicoterapia, m’imbatto in un problema molto comune: “Nessuno mi ama: come posso dunque, essere felice?”. E io spiego a questa persona: “Vuoi forse dire che non ci sono mai dei momenti in cui dimentichi di non essere amata, ti lasci andare e ti senti felice?”. 
Certo che ci sono.
Una donna, per esempio, è tutta intenta a guardare un film. Si tratta di una commedia, e la donna ride a crepapelle, e in quell’ attimo benedetto ha dimenticato di ricordare a se stessa che nessuno l’ama, nessuno l’ama, nessuno l’ama. È felice! Poi esce dal cinema e l’amica con cui ha visto il film se ne va con un ragazzo, lasciandola tutta sola. E così si mette a pensare: “Tutte le mie amiche hanno il ragazzo e io non ho nessuno. Sono tanto infelice. Nessuno mi ama!”.
In India, molti dei nostri poveri hanno iniziato a procurarsi delle radio transistor, che rappresentano un lusso. 
“Tutti hanno una radio” si sente dire, “ma io non ce l’ho. Sono tanto infelice”. Finché la gente non si è messa a comprare radio, erano tutti perfettamente felici senza averne una. 
Lo stesso vale per voi: finché qualcuno non vi ha detto che non sareste stati felici senza essere amati, desiderati o attraenti per qualcuno.
Attraverso il contatto con la realtà si diventa felici. Ecco cosa porta la felicità: un contatto con la realtà istante per istante. 
È qui che troverete Dio; è qui che troverete la felicità. Ma la maggior parte della gente non è pronta per sentirsi dire queste cose.
Un’altra illusione comune è che gli eventi esterni abbiano il potere di farvi del male, che le persone abbiano il potere di farvi del male. 
Non è così. Siete voi che date loro il potere di farlo.

- Padre Anthony De Mello - 
Tratto da "Messaggio per un’aquila che si crede un pollo"



"Finché non avremo visto il lato oscuro di una persona, non sapremo mai veramente chi è.
Finché non avremo perdonato quel lato oscuro, non sapremo mai veramente cos'è l’amore."


- Marianne Williamson -





Siate figli del vento, gente del cammino, diffidenti verso le sistemazioni, le istituzioni e le regole formulate troppo bene…. 
Cristo non ci ha dato nessun sistema di pensiero, nessuna visione religiosa.
Ci ha comunicato la vita e ha creato in noi l'anelito verso la vita più grande...

(Giovanni Vannucci)




Un primo essenziale luogo di apprendimento della speranza è la preghiera. 
Se non mi ascolta più nessuno, Dio mi ascolta ancora.
Se non posso più parlare con nessuno, più nessuno invocare, a Dio posso sempre parlare.
 

Se non c'è più nessuno che possa aiutarmi – dove si tratta di una necessità o di un'attesa che supera l'umana capacità di sperare – Egli può aiutarmi.
Se sono relegato in estrema solitudine...; ma l'orante non è mai totalmente solo.

- Papa Benedetto XVI -

Lettera Enciclica, Spe salvi,n. 32





Buona giornata a tutti :-)









venerdì 28 novembre 2014

Come giunge la Felicità - Padre Anthony De Mello -

Prendete coscienza di voi stessi. Osservatevi. E’ per questo che prima ho detto che l’autosservazione è una cosa tanto straordinaria e meravigliosa. 
Dopo un pò non è necessario alcun sforzo, perché man mano che le illusioni si sbriciolano si iniziano a conoscere delle cose che non possono essere descritte. Si chiama felicità. Tutto cambia, e ci si abbandona alla consapevolezza.
Una storia racconta di un discepolo che è andato dal suo maestro e gli ha domandato: “Mi puoi dire una parola di saggezza? Mi puoi suggerire qualcosa che mi guidi per tutta la vita?”.
Era la giornata del silenzio di quel maestro, e così egli prese un foglio, e scrisse: “Consapevolezza”.
Quando il discepolo vide la parola, disse: “E’ troppo sintetico. Non puoi ampliarlo un pò?”.
Il maestro prese il foglio e scrisse: “Consapevolezza, consapevolezza, consapevolezza”.
Il discepolo replicò: “Va bene, ma cosa significa?”.
Il maestro riprese il foglio e scrisse: “Consapevolezza, consapevolezza, consapevolezza significa… consapevolezza”.
Ecco cosa vuol dire osservare se stessi. Nessuno può mostrarvi come fare, perché vi darebbe una tecnica, vi programmerebbe. Ma osservatevi. Quando parlate con qualcuno, ne siete consapevoli o vi state semplicemente identificando? Quando vi siete arrabbiati con qualcuno, ne eravate consci o vi stavate semplicemente identificando con la vostra ira? Più tardi, quando ne avete avuto il tempo, avete studiato la vostra esperienza, tentando di capirla? Da dove è venuta? Cos’ha portato? Non conosco alcun’altra strada che porti alla consapevolezza. Solo quello che si comprende può essere cambiato. 
Ciò che non si capisce, o di cui non si è consapevoli, viene represso. Non si cambia. Ma quando lo si capisce, si cambia.
Qualche volta mi viene chiesto: “Questa crescita in consapevolezza è una cosa graduale o piuttosto un cambiamento repentino?”. Esistono alcune persone fortunate che hanno una sorta di colpo di fulmine. Semplicemente, diventano consapevoli. Altre si avvicinano lentamente, gradualmente, piano piano. Iniziano a capire alcune cose. Le illusioni cadono, le fantasie vengono eliminate, strato dopo strato, e queste persone iniziano a venire a contatto con i fatti. Non esiste una regola assoluta.
C’è una famosa storiella su un leone che s’imbatte in un gregge e con sua grande sorpresa trova un leone tra le pecore. Si trattava di un leone cresciuto nel gregge da quando era cucciolo. Belava come una pecora e si muoveva come una pecora. Il leone si diresse dritto verso di lui, e quando il leone-pecora si trovò di fronte il leone vero, si mise a tremare come un fuscello.
Il leone gli disse: “Cosa fai in mezzo a queste pecore?”.
Il leone-pecora gli rispose: “Sono una pecora”.
E l’altro: “Oh, no che non lo sei. Adesso vieni con me.”
Portò il leone-pecora fino a uno specchio d’acqua e disse: “Guarda!”.
Quando il leone-pecora vide il proprio riflesso nell’acqua emise un potente ruggito. In quel momento si trasformò, e non fu mai più lo stesso.
Se avete fortuna e gli dei sono propizi, o se siete dotati di grazia divina (usate pure qualsiasi espressione teologica vi piaccia), potrete capire improvvisamente chi è “l’io”, e allora non sarete più gli stessi, mai più. 
Niente potrà toccarvi e nessuno potrà più farvi del male.
Non avrete paura di nulla e di nessuno. Non è straordinario? Vivrete come re, come regine. Ecco cosa significa vivere come un sovrano. Non c’entra niente con la possibilità di apparire su giornale o di possedere un sacco di soldi.
Quelle sono tutte sciocchezze.
Non si ha paura di nessuno perché si è più che soddisfatti di non essere nessuno.
Non ve ne frega niente del successo o del fallimento. Non hanno alcun significato.
L’onore, il disonore, non hanno alcun significato! E anche se vi rendete ridicoli, non ve ne importa niente. Non è forse una condizione stupenda?
Alcuni raggiungono quest’obiettivo passo dopo passo, scrupolosamente, attraverso mesi e settimane di autocoscienza.
Ma una cosa posso assicurarvi: non conosco neanche una persona che abbia dedicato del tempo alla consapevolezza e che non abbia notato dei cambiamenti nel giro di qualche settimana.
Cambia la qualità della vita, e dunque le persone non devono più credermi sulla parola. Lo vedono; sono diverse, reagiscono in modo diverso. Anzi, reagiscono meno e agiscono di più. Capiscono cose che non hanno mai capito prima.
Si ha più energia, si è più vivaci. La gente pensa che, senza desideri, si sia come dei pezzi di legno senza vita. In realtà, si perde solo la tensione. Liberatevi della paura di fallire, della preoccupazione di riuscire, e sarete voi stessi. Rilassatevi. Non guidereste, come state facendo ora, con il piede sul freno. Ecco cosa accadrebbe.
C’è un bellissimo detto di Tranxu, grande saggio cinese, che mi sono preso la briga di imparare a memoria. Dice:
“Quando l’arciere tira senza ambire a un premio particolare, ha tutte le sue capacità; quando tira per vincere una fibbia d’ottone, è già nervoso quando tira per un trofeo dorato, diventa cieco, vede due bersagli e perde la testa. 
Le sue capacità non sono andate perdute, ma il premio lo turba. 
Per lui è importante! Pensa più a vincere che a tirare, e il bisogno di vincere gli toglie la sua abilità”.
Non vi sembra l’immagine della maggior parte delle persone? Quando non si vive in funzione di qualcosa, si conserva tutta la propria capacità, la propria energia, e si è rilassati, perché non importa che si vinca o si perda.


- Padre Antony de Mello -

Tratto da “Messaggio per un’aquila che si crede un pollo“






Il prigioniero e la formica 

Un prigioniero viveva da anni in cella d'isolamento. Non vedeva e non parlava con nessuno e i pasti gli venivano serviti attraverso un pertugio nel muro. Un giorno entrò nella sua cella una formica. L'uomo la contemplava affascinato mentre percorreva la stanza in lungo e in largo. La teneva sul palmo della mano per osservarla meglio, le dava qualche granellino di cibo e di notte la custodiva sotto la sua scodella di ferro. Un giorno si rese improvvisamente conto che gli ci erano voluti dieci lunghi anni di isolamento perché i suoi occhi si accorgessero della bellezza di una formica.

- Padre Anthony De Mello -
Tratto da “La preghiera della rana. Saggezza popolare dell’oriente” Ed. Paoline 1988


Dipinto: (Frederick George Cotman)


La vita è troppo breve per non viverla in piena serenità con se stessi e con gli altri. Non c'è cosa più nobile al mondo di quel momento in cui scende la notte e tu appoggi la tua testa sul tuo cuscino. 
Ti senti bene, sereno del fatto che nonostante qualche delusione, hai dato comunque il meglio di te. 
Vivere sereni in un mondo di persone serene. 

Questo è il senso della vita: essere in competizione solo con se stessi, mai con gli altri. Dare il meglio di stessi ogni giorno.





Buona giornata a tutti. :-)

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