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domenica 31 dicembre 2023

Foglie di palma - Charles Bukowski

                                                            A mezzanotte in punto
1973-74
Los Angeles
ha cominciato a piovere sulle
foglie di palma fuori dalla mia finestra
i clacson e i fuochi d’artificio
sono partiti
e tuonava.
Ero andato a letto alle 21.00
spente le luci
tirate su le coperte –
la loro letizia, la loro felicità,
le loro urla, i loro cappelli di carta,
le loro automobili, le loro donne,
i loro ubriachi dilettanti…
la notte di Capodanno mi atterrisce
sempre
la vita non sa nulla degli anni.

Adesso i clacson si sono ammutoliti
e i fuochi d’artificio e i tuoni…
tutto è finito in cinque minuti…
odo soltanto la pioggia
sulle foglie di palma,
e penso:
non capirò mai gli uomini,
ma è andata
anche questa.

- Charles Bukowski - 



L' anno 

Gira attorno al sole il mondo,
va la terra attorno al sole:
l'anno è un lungo tempo tondo,
lo chiamiamo con parole.
Quando spuntan foglie e fiori
Primavera lo si dice;
quando i frutti son maturi
è l'Estate, e siam felici;
quando cadono le foglie
tutti Autunno lo chiamiamo,
finché il gelo non si scioglie
nell'Inverno ci troviamo.
Queste sono le stagioni
e tre mesi ha ciascheduna:
sono tutti mesi buoni
per giocare la fortuna.


- Roberto Piumini - 






Le tradizioni religiose, le tradizioni giuridiche, le tradizioni filosofiche, dicono tutte che ciascuno nasce con un debito a suo carico.
Un debito morale, penale, economico, che va saldato lavorando duramente, come sostiene anche la promessa fatta ad Adamo.
Un debito che alcune teologie prevedono estinguibile solo con un intervento esterno divino tramite la ritualità sacrificale. Ma si tratta di un equivoco.
La salvezza non cade dal cielo come una fortunata opzione per i condannati, ma nasce dall'interno. 
La salvezza non è un merito o un successo, ma soltanto la normale conseguenza della fedeltà a se stessi.
Ogni persona sa bene cosa si intende per fedeltà a se stessi.
Per salvarsi basta compiersi, diventare ciò che si è senza ingannarsi.

-  Alessandro Pucci -





«Cari fratelli e sorelle! L’anno che si chiude e quello che si annuncia all’ orizzonte sono posti entrambi sotto lo sguardo benedicente della Santissima Madre di Dio. Ci richiama la sua materna presenza anche l’artistica scultura lignea policroma posta qui, accanto all’altare, che la raffigura in trono con il Bambino benedicente. Celebriamo i Primi Vespri di questa solennità mariana, e numerosi sono in essi i riferimenti liturgici al mistero della divina maternità della Vergine...»

- papa Benedetto XVI - 
omelia per la celebrazione dei Vespri e del “Te Deum” di ringraziamento per la fine dell'anno - 31 dicembre 2008


Anno vecchio e anno nuovo

Tin-tin, l'orologio rintocca.
Tin-tin, quanti colpi ha suonato?
Tin-tin, qual è l'ora che scocca?
Tin-tin, qualcheduno ha bussato!
Anno vecchio, tin-tin, ti saluto!
Anno nuovo, tin-tin. benvenuto!



TE DEUM 

Noi ti lodiamo, Dio,
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre,
tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo
il Signore Dio dell’universo.
I cieli e la terra
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli
e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella lode;
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio
e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria,
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre
per la salvezza dell’uomo.
Vincitore della morte,
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre.
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore,
che hai redento col tuo Sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria
nell’assemblea dei santi.
Salva il tuo popolo, Signore,
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo,
lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore,
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia:
in te abbiamo sperato.

Pietà di noi, Signore,
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza,
non saremo confusi in eterno.



«Il Signore ti dia un anno splendido di grazie, di luce e d’incontenibile amore per la vita. Ti dia la capacità di additare sempre traguardi lontani e ti abiliti a portare con gioia il cielo in una stanza». 

+ Don Tonino Bello 

Buon anno!  Oggi entriamo in una chiesa e preghiamo per la pace, per la fine delle guerre in corso. Forse non ce ne rendiamo conto, ma ci stiamo avviando a grandi passi  verso una terza guerra mondiale e verso un conflitto nucleare.  Preghiamo che il Signore ci benedica, ci custodisca e ci protegga.


Pace! Buon 2024
- Stefania -

venerdì 23 giugno 2023

Lamento - Hermann Hesse

Non ci è dato di essere. Noi siamo
soltanto un fiume, aderiamo ad ogni forma:
al giorno ed alla notte, al duomo e alla caverna
passiamo oltre, l'ansia di essere ci incalza.
Forma su forma riempiamo senza tregua,
nessuna ci diviene patria, gioia o pena,
sempre siamo in cammino, ospiti sempre,
non c'è campo né aratro per noi, né pane cresce.
E non sappiamo cosa Dio ci serbi,
gioca con noi, argilla nella mano,
muta e cedevole che non piange o ride,
mille volte impastata e mai bruciata.
Potessimo, una volta, farci pietra, durare!
Questa è la nostra eterna nostalgia,
ma un brivido perdura a raggelarci
e non c'è pace sulla nostra via.

- Hermann Hesse -




Pensieri fissi

Nulla è più pericoloso per l'anima che occuparsi continuamente della propria insoddisfazione e debolezza. 

- Hermann Hesse -



Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. 
Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. 
Quelli con l'anima in fiamme.

- Charles Bukowski -




E tutto insieme, tutte le voci, tutte le mete, tutti i desideri, tutti i dolori, tutta la gioia, tutto il bene e il male, tutto insieme era il mondo.
Tutto insieme era il fiume del divenire, era la musica della vita.


- Hermann Hesse -



Buona giornata a tutti. :-)




martedì 21 giugno 2022

Abbracciare la Rabbia - Thich Nhat Hanh

Cari amici, vorrei dirvi come pratico quando mi arrabbio. Durante la guerra in Vietnam, c’erano molte ingiustizie, e furono uccise molte migliaia di persone, fra le quali molti miei amici e discepoli.
Ero molto arrabbiato. Una volta venni a sapere che la città di Ben Tre, una città di trecentomila abitanti, era stata bombardata dall’aviazione americana solo perché alcuni guerriglieri erano scesi in città e avevano cercato di abbattere gli aeroplani americani. I guerriglieri non ebbero successo, e dopo quel tentativo se ne andarono.
E la città fu distrutta. In seguito il militare che si era reso responsabile di ciò dichiarò che aveva dovuto distruggere la città per salvarla. Ero molto arrabbiato.
Ma a quel tempo ero già un praticante, un solido praticante. Non dissi nulla, non feci nulla, perché sapevo che agire o dire cose mentre si è arrabbiati non è saggio. Può creare molta distruzione. Tornai a me stesso, riconoscendo la mia rabbia, abbracciandola, e guardai profondamente nella natura della mia sofferenza.
Nella tradizione buddista abbiamo la pratica del respirare in presenza mentale, del camminare in presenza mentale, allo scopo di generare l’energia della presenza mentale.
È esattamente con questa energia che possiamo riconoscere, abbracciare e trasformare la nostra rabbia. La presenza mentale è il tipo di energia che ci aiuta a essere consapevoli di ciò che sta avvenendo dentro di noi e intorno a noi, e tutti possono essere in presenza mentale.
Se bevete una tazza di tè e sapete che state bevendo una tazza di tè, questo è bere in presenza mentale. Quando inspirate e sapete che state inspirando, e concentrate la vostra attenzione sull’inspirazione, questa è consapevolezza della respirazione.
Quando fate un passo e siete consapevoli che state facendo un passo, questo si chiama consapevolezza del camminare.
La pratica basilare nei centri Zen, nei centri di meditazione, è quella di generare la presenza mentale in
ogni momento della vita quotidiana.
Quando siete arrabbiati, siete consapevoli di essere arrabbiati. E’ perché avete già in voi l’energia della presenza mentale creata dalla pratica che potete averne a sufficienza per riconoscere, abbracciare, guardare in profondità e capire la natura della vostra sofferenza.
Io riuscii a capire la natura della sofferenza in Vietnam. Vidi che non solo i vietnamiti soffrivano, ma anche gli americani soffrivano durante quella guerra. Il giovane americano mandato in Vietnam per uccidere ed essere ucciso era sottoposto a molta sofferenza, e la sofferenza continua ancora oggi. La famiglia soffre, e anche la nazione.
Io potei vedere che la causa della nostra sofferenza in Vietnam non erano i soldati americani. Era una politica non saggia. Era un equivoco. Era la paura che stava al fondamento della politica.
Molti in Vietnam si sono dati fuoco per chiedere che la distruzione cessasse. Essi non volevano provocare dolore ad altri, ma prendere il dolore su di sé affinché passasse il loro messaggio.
Ma il rumore degli aerei e delle bombe era troppo forte. Poche persone al mondo furono in grado di sentirci. Così decisi di recarmi in America e invocare una cessazione della violenza.
Questo avvenne nel 1966, e a causa di ciò mi fu impedito di fare ritorno a casa.
E da allora, dal 1966, ho vissuto in esilio.
Ho potuto vedere che non è l’uomo il vero nemico dell’uomo. Il vero nemico è l’ignoranza, la discriminazione, la paura, l’avidità, e la violenza. Non odiavo il  popolo americano, la nazione americana.
Venni in America a invocare quel guardare in profondità che avrebbe consentito al vostro governo di rivedere quel tipo di politica.
Ricordo che incontrai il Segretario della Difesa Robert Mac Namara.
Gli dissi la verità circa la sofferenza.
Egli si trattenne con me a lungo e mi ascoltò profondamente, e io fui molto grato per la qualità del suo ascolto. Tre mesi dopo, quando la guerra si fece più intensa, venni a sapere che si era dimesso dal suo incarico.
Odio e rabbia non erano nel mio cuore. Fu per questo che molti giovani del mio paese mi ascoltarono, quando li invitai a seguire il cammino della riconciliazione, e insieme collaborammo nel dare vita alle nuove organizzazioni per la pace a Parigi.
Spero che i miei amici qui a New York siano capaci di praticare allo stesso modo. Io ho compreso, e
comprendo, la sofferenza e l’ingiustizia, e sento di capire profondamente la sofferenza di New York, dell’America. Io sento di essere un newyorkese. Sento di essere un americano.

- Thich Nhat Hanh - 
Conferenza tenuta il 25 settembre 2001 alla Riverside Church di New York


 
C’è abbastanza perfidia, odio,
violenza,
assurdità nell’essere umano, medio,
per fornire qualsiasi esercito in qualsiasi,
giorno.
E i migliori assassini sono
quelli che predicano contro.
E i migliori a odiare sono
Quelli che predicano amore.
E i migliori in guerra , in definitiva,
sono quelli che predicano pace.
Quelli che predicano Dio
hanno bisogno di Dio.
Quelli che predicano pace
non hanno pace.
Quelli che predicano amore
non hanno amore,
attenti ai predicatori.
Attenti ai sapienti.
Attenti a quelli che leggono
sempre libri
Attenti a quelli che o detestano la
povertà o ne sono orgogliosi.
Attenti a quelli pronti a elogiare
poiché hanno loro bisogno di
elogi in cambio.
Attenti a quelli pronti a censurare:
hanno paura di quello che non sanno.
Attenti a quelli che cercano continuamente
la folla;
da soli non sono nessuno.

- Charles Bukowski -

Buona giornata a tutti :-)


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mercoledì 20 ottobre 2021

Che te ne fai di un titolo? - Charles Bukowski

Non ce la fanno
i belli muoiono tra le fiamme:
sonniferi, veleno per i topi, corda,
qualunque cosa........
si strappano le braccia,
si buttano dalla finestra,
si cavano gli occhi dalle orbite,
respingono l'amore
respingono l'odio
respingono, respingono.
non ce la fanno
i belli non resistono,
sono le farfalle
sono le colombe
sono i passeri,
non ce la fanno.
una lunga fiammata
mentre i vecchi giocano a dama nel parco
una fiammata, una bella fiammata
mentre i vecchi giocano a dama nel parco
al sole
i belli si trovano nell'angolo di una stanza
accartocciati tra ragni e siringhe, nel silenzio,
e non sapremo mai perchè se ne sono andati,
erano tanto
belli.
non ce la fanno
i belli muoiono giovani
e lasciano i brutti alla loro brutta vita.
amabili e vivaci: vita e suicidio e morte
mentre i vecchi giocano a dama sotto il sole
nel parco.


Caddi in uno dei miei patetici periodi di chiusura..
Spesso con gli esseri umani buoni e cattivi, i miei sensi semplicemente si staccano, si stancano..
Lascio perdere.. 
Sono educato..
Faccio segno di si..
Fingo di capire perché non voglio ferire nessuno..
Questa è la debolezza che mi ha procurato più guai.
Cercando di essere gentile con gli altri spesso mi ritrovo con l'anima a fettucce, ridotta ad una specie di piatto di tagliatelle spirituali..
Non importa...
Il mio cervello si chiude..
Ascolto..
Rispondo.
E sono troppo ottusi per rendersi conto che io non ci sono !!

-Bukowski-



E pensavo: forse mi ci abituerò. Non mi ci abituai mai.

- Charles Bukowski -


"A volte devi indietreggiare di uno o due passi, riconsiderare, staccare per un mese. Non fare niente, non volere niente."

- Charles Bukowski -


Buona giornata a tutti :-)







domenica 12 settembre 2021

Per essere un grande scrittore - Charles Bukowski

Ti devi fottere un gran numero di donne, belle donne
e scrivere qualche decente poesia d'amore.
E non preoccuparti degli anni
e/o per i nuovi talenti.
Bevi solo più birra
ancora e ancora birra
e va' alle corse almeno una volta alla
settimana
e vinci
se puoi.
Imparare a vincere è duro , qualsiasi fesso può essere un buon perdente.
non dimenticare il tuo Brahms
e il tuo Bach e la tua
birra.
Non fare troppa pratica
dormi fino a mezzogiorno.
Evita le carte di credito
e di pagare alcunchè per tempo.
Ricorda che in questo mondo non c'è
un culo che valga di più di 50$ (nel 1977)
e se hai la capacità di amare
ama innanzitutto te stesso
ma sii sempre cosciente della possibilità di una
sconfitta totale
che la ragione di quella sconfitta
ti sembri giusta o sbagliata.
Un prematuro assaggio di morte non è necessariamente
una brutta cosa.
stai lontano da chiese, bar e musei,
e come il ragno sii
paziente
il tempo è la croce di ognuno
oltre
all'esilio
alla sconfitta
al tradimento.
a tutto quel ciarpame.
Stai con la tua birra
la birra è sangue continuo
un'amante continua.
Procurati una grossa macchina da scrivere
e mentre i passi vanno avanti e indietro
fuori dalla tua finestra
picchia quella cosa
picchiala duro
fanne un combattimento da peso massimo.
fanne il toro quando carica la prima volta.
e ricordati dei vecchi cani
che hanno combattuto bene :
Hemingway, Celine, Dostoevskij, Hamsun.
Se pensi che non siano diventati matti
nelle loro stanzette
proprio come sta succedendo a te adesso.
senza donne
senza cibo
senza speranza
allora non sei pronto
bevi altra birra
c'è tempo.
e se non ce n'è
va bene lo stesso.

Charles Bukowski
Da: “L’amore è un cane che viene dall’inferno



«La perfezione mi fa schifo, mi repelle. 
Tutte quelle donne e quegli uomini che cercano la perfezione negli stereotipi creati della società mi fanno venire il vomito. 
Fottuti manichini di carne, senza personalità o amore per se stessi. 
Stessi vestiti, stessa musica, stesse espressioni, stessi cibi, stesse scopate, stesse auto, stesse vite…e alla fine? Stessi suicidi neurali di massa. 
Perché vivere come un automa è senza ombra di dubbio un suicidio. 
Quando tutti si è uguali, tutti si è nessuno. La perfezione è un uccellino in gabbia che vive, mangia, caga e muore con il solo scopo d’essere ammirato. 
Io voglio vivere libero, spiumato, infreddolito, denutrito ma libero».

- Charles Bukowski - 


(…)
C’è un posto nel cuore che
non sarà mai riempito.
Uno spazio.
Lo conosceremo più che mai.
C’è un posto nel cuore che non può essere riempito.
E noi aspetteremo,e aspetteremo
in quello spazio.

- Charles Bukowski - 



Il Cuore che ride

la tua vita è la tua vita.
non lasciare che le batoste la sbattano 
nella cantina dell’arrendevolezza.
stai in guardia.
ci sono delle uscite.
da qualche parte c’è luce.
forse non sarà una gran luce ma la vince sulle tenebre.
stai in guardia.
gli dei ti offriranno delle occasioni.
riconoscile, afferrale.
non puoi sconfiggere la morte 
ma puoi sconfiggere la morte in vita, qualche volta.
e più impari a farlo di frequente, più luce ci sarà.
la tua vita è la tua vita.
sappilo finché ce l’hai.
tu sei meraviglioso gli dei aspettano di compiacersi in te.

- Charles Bukowski - 



Buona giornata a tutti. :-)



martedì 13 ottobre 2020

Il Genio della Massa - Charles Bukowski

C'è abbastanza perfidia, odio, violenza, assurdità nell'essere umano medio per rifornire qualsiasi esercito in qualsiasi giorno.

E i migliori assassini sono quelli che predicano la vita.
E i migliori a odiare sono quelli che predicano l'amore.
E i migliori in guerra - in definitiva - sono quelli che predicano la pace.

Quelli che predicano Dio hanno bisogno di Dio.
Quelli che predicano la pace non hanno pace.
Quelli che predicano amore non hanno amore.

Attenti ai predicatori.
Attenti ai sapienti.
Attenti a quelli che leggono sempre libri.
Attenti a quelli che o detestano la povertà,
o ne sono orgogliosi.
Attenti a quelli che sono sempre pronti ad elogiare,
poiché hanno loro bisogno di elogi in cambio.
Attenti a quelli pronti a censurare,
hanno paura di quello che non sanno.
Attenti a quelli che cercano continuamente
la folla; da soli non sono nessuno.
Attenti agli uomini comuni alle donne comuni.
Attenti al loro amore. Il loro è un amore comune
che mira alla mediocrità.

Ma c'è il genio nel loro odio.
C'è abbastanza genio nel loro odio per ucciderti,
per uccidere chiunque.
Non volendo la solitudine,
non concependo la solitudine,
cercheranno di distruggere tutto ciò
che si differenzia da loro stessi.
Non essendo capaci di creare arte,
non capiranno l'arte.
Considereranno il loro fallimento, come creatori,
solo come un fallimento del mondo intero.
Non essendo in grado di amare pienamente,
considereranno il tuo amore incompleto
e poi odieranno te
e il loro odio sarà perfetto.

Come un diamante splendente.
Come un coltello.
Come una montagna.
Come una tigre.
Come cicuta.

La loro arte più raffinata.


- Charles Bukowski -






Certe volte scendi al mattino dal letto e pensi non ce la posso fare..
Ma dentro di te ridi ricordandoti tutte le volte che ti sei sentito così e vai in bagno, ti lavi, vedi quella faccia allo specchio, oddio, oddio, oddio, ma ti pettini lo stesso, ti vesti per uscire, dai da mangiare ai gatti, raccogli il giornale dell’orrore, lo metti sul tavolino del soggiorno, saluti con un bacio la moglie, e ti trovi a uscire in retromarcia entrando nella vita stessa.. 

Come milioni di altri scendi nell'arena ancora una volta !!

- Charles Bukowski -


Buona giornata a tutti. :-)










venerdì 24 aprile 2020

Confessioni di un codardo - Charles Bukowski

Ci sono vari gradi di pazzia, e più sei matto e più la tua pazzia risulterà evidente agli occhi degli altri.
Per quasi tutta la vita ho nascosto la mia pazzia dentro di me, ma è qui, esiste.
Per esempio, un tale, uomo o donna, mi sta parlando di una certa cosa, bè, quando inizia a rompermi l'anima con i soliti luoghi comuni, me lo immagino con la testa sul ceppo della ghigliottina, oppure dentro un enorme tegame, a friggere, e intanto mi guarda con occhi terrorizzati.
Se queste fantasie si avverassero, molto probabilmente tenterei un salvataggio, ma mentre sono lì che mi parlano non posso fare a meno di immaginarmeli così. O, più pietosamente, li vedo allontanarsi di corsa in bicicletta.
Il fatto è che ho dei problemi con gli esseri umani. 
Gli animali, li adoro. Non mentono mai, e di rado tendono d'aggredirti. A volte fanno i furbi, ma questo è tollerabile. Non vi sembra? 
Gran parte della mia vita da ragazzo e da adulto l'ho passata in piccole stanze, raggomitolato a guardare le pareti, le persiane rotte, i pomelli dei cassetti dei comò.
Non ero indifferente alla femmina, e la desideravo, ma non così tanto da dannarmi per procurarmela.
Mi piacevano i soldi, ma anche lì, come per la femmina, non volevo fare le cose necessarie per averli. 
Volevo appena quanto mi bastava per una stanza e qualcosa da bere.
Bevevo da solo, generalmente a letto, con le cortine abbassate. A volte andavo nei bar per dare un'occhiata alla specie umana, ma la specie restava sempre uguale - niente di straordinario, nella migliore delle ipotesi.
In tutte le città setacciavo le biblioteche. Un libro dopo l'altro. Pochi mi dicevano qualcosa. Per lo più erano come polvere nella mia bocca, sabbia nella mia mente.
Nessuno aveva niente a che vedere con me o con quel che provavo: dove mi trovavo - in nessun posto - che cosa facevo - niente - e cosa volevo - sempre niente.
I libri del passato servivano soltanto a ingigantire il mistero di avere un nome e un corpo, di camminare, parlare, fare le cose. 
Nessuno sembrava corrispondere alla mia particolare pazzia.
In alcuni bar diventavo violento, ci furono risse di strada dalla maggior parte delle quali uscii presto e sconfitto. Ma non lottavo contro nessuno in particolare, non ero inferocito, soltanto che non riuscivo a capire le persone, il loro modo di essere, di agire, di presentarsi.
Entravo e uscivo di galera, venivo sfrattato dalle stanze.
Dormivo sulle panchine dei parchi, nei cimiteri. 
Ero confuso, ma non ero infelice. Non ero cattivo. Solo che non riuscivo a ricavare niente da quello che avevo intorno.
La mia violenza si contrapponeva all'evidenza del tranello, io gridavo e loro non capivano. E anche nelle risse più furibonde, guardavo il mio avversario e pensavo: perché è arrabbiato? 
Vuole uccidermi. Allora dovevo tirare pugni per liberarmi della bestia che avevo dentro.
La gente non ha senso dell'umorismo, si prendono tutti così cazzutamente sul serio. Ad un certo punto, e non so più da dove è sbucata, mi è venuta l'idea che avrei dovuto diventare uno scrittore. Forse potevo scrivere le parole che non avevo letto, forse così facendo mi sarei scrollato dalla schiena quella tigre. Così ho iniziato ed è passato qualche decennio senza troppa fortuna. Adesso ero un matto scrittore. Altre camere, altre città. 
Sprofondai sempre più in basso.
Una volta ad Atlanta mi stavo assiderando in una baracca di carta catramata, vivevo con un dollaro e un quarto a settimana. 
Né acqua corrente, né luce, né riscaldamento. Stavo seduto ad assiderarmi nella mia camicia da californiano. Un mattino trovai un mozzicone di matita e cominciai a scrivere poesie sui margini dei vecchi giornali sparsi sul pavimento.
Finalmente, a quarant'anni, pubblicarono il mio primo libro, una raccolta di poesie: Il fiore, il pugno e il gemito bestiale. 
Era arrivato un pacco di libri con la posta, aprii il pacco e dentro c'erano i libricini. Si rovesciarono sul pavimento, tutti quei libricini, e io mi inginocchiai fra loro, ero in ginocchio e raccolsi una copia e la baciai. 
Questo trent'anni fa. Scrivo ancora. Nei primi quattro mesi di quest'anno ho scritto 250 poesie.
Sento ancora la follia scorrermi dentro, ma ancora non ho scritto le parole che avrei voluto, la tigre mi è rimasta sulla schiena.
Morirò con addosso quella figlia di puttana, ma almeno le ho dato battaglia. E se fra voi c'è qualcuno che si sente abbastanza matto da voler diventare scrittore, gli consiglio và avanti, sputa in un occhio al sole, schiaccia quei tasti, è la miglior pazzia che possa esserci, i secoli chiedono aiuto, la specie aspira spasmodicamente alla luce e all'azzardo e alle risate.
Regalateglieli. Ci sono abbastanza parole per noi tutti.

- Charles  Bukowski -




Non ho bisogno di uno psichiatra.. ho sentito dire che finiscono per molestare le loro pazienti; Vorrei fare l'analista, se potessi passare una notte con tutte le pazienti, mi andrebbe di fare l'analista.. al di là di questo non servono a niente! 

- Charles Bukowski -




Sono un genio ma nessuno lo sa all'infuori di me. 

- Charles Bukowski -



Buona giornata a tutti. :-)



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