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domenica 25 giugno 2017

Io vado avanti come un asino ..- + Card Roger Etchegaray

Io vado avanti come un' asino...
Sì, proprio come quell'animale che un dizionario biblico così descrive:
"L'asino della Palestina è molto robusto, sopporta bene  il caldo, si nutre di cardi:  ha una forma di zoccoli che rende molto sicuro il suo camminare, costa poco il  mantenerlo. I suoi unici difetti sono la testardaggine  e la pigrizia".
Io vado avanti come l'asino di Gerusalemme che, in quel giorno della festa delle Palme, divenne la cavalcatura regale e pacifica del Messia.
Io non so granché, ma una cosa so: so di portare Cristo sul  mio dorso e la cosa mi rende molto orgoglioso.
Io lo porto, ma è lui che mi guida. So che mi conduce verso il suo regno, dove sarò a mio agio per sempre in verdi pascoli.
Io vado avanti a passettini, per sentieri scoscesi, lontano dalle autostrade, dove la velocità impedisce di riconoscere cavalcatura e cavaliere.
Chissà quanto si sente sballottato il mio Signore quando inciampo contro un sasso!
Ma lui non mi rinfaccia mai niente. La sua gentilezza e pazienza con me sono meravigliose: mi  lascia il tempo di salutare l'incantevole asina di Balaam, di sognare davanti a un campo di spighe, di dimenticarmi persino di portarlo. Io vado avanti in silenzio: è incredibile come di comprendiamo anche senza parlare!
Le uniche parole che  ho capito bene sembrano essere state dette apposta per me e io so quanto sono vere:
"Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero".
Io vado avanti nella gioia. Quando voglio cantare le sue lodi,  faccio un baccano del diavolo: io canto stonato.
Lui,  allora, ride, ride di cuore e il suo riso trasforma le strettoie del mio cammino in piste da ballo e i miei pesanti zoccoli in sandali alati.
Io vado avanti come un asino che porta Cristo sul dorso.

(+ Card. Roger Etchegaray)


C'è vera condivisione solo nella povertà. 
C'è vera ricchezza solo nella condivisione.

(+ Card. Roger Etchegaray)




L'Europa non può dimenticare, tra le sue radici, le sue radici cristiane. 
Ma a cosa valgono le migliori radici se non sono più apportatrici di linfa? 
E come può esserci una linfa separata dalle radici che le donavano forza e colore?

(+ Card. Roger Etchegaray)




La beatitudine della povertà appare come un lusso o una derisione.


(+ Card. Roger Etchegaray)

domenica 17 novembre 2013

Fare deserto (sulle strade del mondo) - Padre Carlo Carretto -

Quando si parla di deserto all'anima, quando si dice che il deserto deve essere presente nella tua vita, non devi intendere solo la possibilità di andare nel Sahara o nel deserto di Giudea, o dell'Alta Valle del Nilo. È certo che non tutti possono procurarsi questo lusso o attuare praticamente questo distacco dal vivere comune. Il Signore mi ha condotto nel vero deserto per la durezza della mia pelle. Per me, fu necessario così; e tanta sabbia non mi è bastata a raschiare la sporcizia della mia anima, come capitò alla marmitta di Ezechiele. 
Ma non per tutti c'è la stessa via. E se tu non potrai andare nel deserto, devi però "fare il deserto"nella tua vita.
Fare un po' di deserto, lasciare di tanto in tanto gli uomini, cercare la solitudine per rifare nel silenzio e nella preghiera prolungata il tessuto della tua anima, questo è indispensabile, e questo è il significato del "deserto" nella tua vita spirituale.

Un'ora al giorno, un giorno al mese, otto giorni all'anno, per un periodo più lungo, se necessario, devi abbandonare tutto e tutti e ritirarti solo con Dio. Se non cerchi questo, se non ami questo, non illuderti; non arriverai alla preghiera contemplativa; perché essere colpevole di non volersi - potendo - isolare per gustare l'intimità con Dio, è un segno che manca l'elemento primo del rapporto con l'Onnipotente: l'amore. E senza amore non c'è rivelazione possibile.

Ma il deserto non è il luogo definitivo; è una tappa. Perché, come ti dissi, la nostra vocazione è la contemplazione sulle strade. Lungo la via dobbiamo tornare dopo la pausa del deserto. A me, questo, costa assai. È così forte il desiderio di continuare a vivere qui per sempre, nel Sahara, che sento di già la sofferenza in previsione di un ordine dei Superiori, che certamente verrà: 

"Fratel Carlo, parti per Marsiglia, parti per il Marocco, parti per il Venezuela, parti per Detroit ...".

Devi tornare tra gli uomini, devi mescolarti a loro, devi vivere la tua intimità con Dio nel chiasso della loro città. Sarà più difficile; ma devi farlo. E non ti mancherà, per questo, la Grazia di Dio. 
Ogni mattina prenderai la strada, dopo la S. Messa e la Meditazione, e andrai a lavorare in una bottega, in un cantiere; e quando tornerai la sera, stanco, come tutti gli uomini poveri costretti a guadagnarsi il pane, entrerai nella Cappellina della fraternità e resterai lungamente in adorazione; portando con te, alla preghiera, tutto quel mondo di sofferenza, di oscurità e sovente di peccato in mezzo al quale hai vissuto per otto ore, pagando la tua razione di pena e di fatica quotidiana.

Contemplazione sulle strade: è una bella frase, ma costa assai. Certo, sarebbe più facile e più dolce restare qui, nel deserto; ma sembra che Dio non voglia.
La voce stessa della Chiesa si fa sempre più sentire per indicare ai cristiani la realtà del Corpo Mistico e l'apostolato in esso, per richiamare alla carità vissuta, per invitare tutti ad un'azione, che partendo dalla contemplazione, ritorna ad essa sul versante della testimonianza e della presenza tra gli uomini.  
I muri dei conventi si fan sempre più sottili e più bassi; si moltiplicano coloro che vivono la verginità nel mondo; i laici stessi prendono coscienza della loro missione e cercano la loro spiritualità.
È davvero l'alba di un mondo nuovo, al quale non parrebbe retorico dare come consegna "la contemplazione sulle strade" e gli esempi  per attuarla.

Padre Carlo Carretto


Sorridi… perché l’allegria è il segno più evidente della saggezza.
La vita è davanti a te, il cielo è sopra di te, il sorriso è dentro di te. Il mondo ama le anime chiare, le persone che hanno il sorriso negli occhi e la festa nel cuore. 

- Romano Battaglia -






Quando sei triste, compi un atto d'amore e la tristezza passerà.
Se ti senti morire, ama, e la vita pulserà in te.
La pienezza dell'uomo è morire d'amore.


- Carlo Carretto - 



Quando canto le sue lodi, io canto stonato come un asino. 
Lui allora ride, ride di cuore e il suo riso trasforma le strettoie 
del mio vecchio cammino in una pista da ballo e i miei pesanti zoccoli in sandali alati.
Io vado avanti come un asino che porta Cristo sulle sue spalle.


- Mons. Roger Etchegaray - 






Buona giornata a tutti :-)




domenica 17 aprile 2011

Io vado avanti come un asino ..- + Card Roger Etchegaray -

Io vado avanti come un' asino...
Sì, proprio come quell'animale che un dizionario biblico così descrive:
"L'asino della Palestina è molto robusto, sopporta bene  il caldo, si nutre di cardi:  ha una forma di zoccoli che rende molto sicuro il suo camminare, costa poco il  mantenerlo. I suoi unici difetti sono la testardaggine  e la pigrizia".
Io vado avanti come l'asino di Gerusalemme che, in quel giorno della festa delle Palme, divenne la cavalcatura regale e pacifica del Messia.
Io non so granché, ma una cosa so: so di portare Cristo sul  mio dorso e la cosa mi rende molto orgoglioso.
Io lo porto, ma è lui che mi guida. So che mi conduce verso il suo regno, dove sarò a mio agio per sempre in verdi pascoli.
Io vado avanti a passettini, per sentieri scoscesi, lontano dalle autostrade, dove la velocità impedisce di riconoscere cavalcatura e cavaliere.
Chissà quanto si sente sballottato il mio Signore quando inciampo contro un sasso!
Ma lui non mi rinfaccia mai niente. La sua gentilezza e pazienza con me sono meravigliose: mi  lascia il tempo di salutare l'incantevole asina di Balaam, di sognare davanti a un campo di spighe, di dimenticarmi persino di portarlo. Io vado avanti in silenzio: è incredibile come di comprendiamo anche senza parlare!
Le uniche parole che  ho capito bene sembrano essere state dette apposta per me e io so quanto sono vere:
"Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero".
Io vado avanti nella gioia. Quando voglio cantare le sue lodi,  faccio un baccano del diavolo: io canto stonato.
Lui,  allora, ride, ride di cuore e il suo riso trasforma le strettoie del mio cammino in piste da ballo e i miei pesanti zoccoli in sandali alati.
Io vado avanti come un asino che porta Cristo sul dorso.

(+ Card. Roger Etchegaray)

Papa Benedetto XVI con il Cardinale Roger Etchegaray

Buona giornata a tutti. :-)