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sabato 23 marzo 2024

I tre alberi - Paulo Coelho

 Sulla vetta di una montagna, coperta di pascoli e pinete profumate di resina, spuntarono un giorno tre piccoli alberi. Nei primi tempi erano così teneri e verdi che si confondevano con l'erba e i fiori che prosperavano intorno a loro.
Ma, primavera dopo primavera, il loro piccolo tronco si irrobustì. Le sfide autunnali e invernali per fronteggiare i venti e le bufere li riempivano di gioia baldanzosa.
Dall'alto della loro casa verde guardavano il mondo e sognavano.
Come tutti coloro che stanno crescendo, sognavano quello che avrebbero voluto diventare da grandi.
Il primo albero guardava le stelle che brillavano come diamanti trapuntati sul vestito di velluto nero della notte.
"Io sopra ogni cosa vorrei essere bello. Vorrei custodire un tesoro" disse. "Vorrei essere coperto d'oro e contenere pietre preziose. Diventerò il più bello scrigno per tesori del mondo".
Il secondo alberello guardava il torrente che scendeva serpeggiando dalla montagna, aprendosi il cammino verso il mare. L'acqua correva e correva, gorgogliando e scherzando con i sassi, un momento era lì e poco dopo già era scomparsa all'orizzonte. E niente riusciva a fermarla. "Io voglio essere forte. Sarò un grande veliero" disse. "Voglio navigare sugli oceani sconfinati e trasportare capitani e re potenti. Io sarò il galeone più forte del mondo".
Il terzo alberello contemplava la valle che si stendeva ai piedi della montagna e guardava la città che si indovinava nella foschia azzurrina.
Laggiù formicolavano uomini e donne. "Io non voglio lasciare questa montagna" disse. "Voglio crescere tanto che quando la gente si fermerà per guardarmi, dovrà alzare gli occhi al cielo e pensare a Dio. Io diventerò il più grande albero del mondo!".
Gli anni passarono. Caddero le piogge, brillò il sole, e i piccoli alberelli divennero tre alberi alti e imponenti.
Un giorno, tre boscaioli salirono sulla montagna, con le loro scuri a tracolla.
Uno dei boscaioli squadrò ben bene il primo albero e disse: "E' un bell'albero. E' perfetto".
Dopo pochi minuti, stroncato da precisi colpi d'ascia, il primo albero piombò al suolo.
"Ora sto per trasformarmi in un magnifico forziere" pensò l'albero. "Mi affideranno in custodia un tesoro favoloso".
Il secondo boscaiolo guardò il secondo albero e disse: "Questo albero è vigoroso e solido. E' proprio quello che ci vuole". Sollevò la scure, che lampeggiò al sole, e abbatté l'albero.
"D'ora in poi, navigherò sui mari infiniti e i vasti oceani" pensò il secondo albero. "Sarò una nave importante, degna dei re".
Il terzo albero si sentì mancare il cuore, quando il boscaiolo lo fissò.
"Per me va bene qualunque albero" pensò il boscaiolo. L'ascia balenò nell'aria e, poco dopo, anche il terzo albero giaceva sul terreno.
I loro bei rami, che fino a poco prima avevano scherzato con il vento e protetto uccelli e scoiattoli, furono stroncati uno a uno.
I tre tronchi furono fatti rotolare lungo il fianco della montagna, fino alla pianura.
Il primo albero esultò quando il boscaiolo lo portò da un falegname. Ma il falegname aveva ben altri pensieri che mettersi a fabbricare forzieri. Con le sue mani callose trasformò l'albero in una mangiatoia per animali. L'albero che era stato un tempo bellissimo non fu ricoperto di lamine d'oro né riempito di tesori. Era coperto di rosicchiature e riempito di fieno per nutrire gli animali affamati della fattoria.
Il secondo albero sorrise quando il boscaiolo lo trasportò al cantiere navale, ma quel giorno nessuno pensava a costruire un veliero. Con grandi colpi di martello e di sega, l'albero fu trasformato in una semplice barca da pescatori.
Troppo piccola, troppo fragile per navigare su un oceano o anche solo su un fiume, la barca fu portata in un laghetto. Tutti i giorni, trasportava carichi di pesce, che la impregnavano di odore sgradevole.
Il terzo albero divenne tristissimo quando il boscaiolo lo squadrò per farne rozze travi che accatastò nel cortile della sua casa.
"Perché mi succede questo?" si domandava l'albero, ricordando il tempo in cui lottava con il vento sulla cima della montagna.
"Tutto quello che volevo era svettare sul monte per invitare la gente a pensare a Dio".
Passarono molti giorni e molte notti. I tre alberi quasi dimenticarono i loro sogni.
Ma una notte, la luce dorata di una stella accarezzò con i suoi raggi il primo albero, proprio nel momento in cui una giovane donna con infinita tenerezza sistemava nella mangiatoia il suo bambino appena nato.
"Avrei preferito costruirgli una culla" mormorò suo marito. 
La giovane mamma gli sorrise, mentre la luce della stella scintillava sulle assi lucide e consunte che un tempo erano state il primo albero.
"Questa mangiatoia è magnifica" rispose la mamma.
In quel momento, il primo albero capì di contenere il tesoro più prezioso del mondo.
Altri giorni e altre notti passarono. Una notte, un viaggiatore stanco e i suoi amici si imbarcarono sul vecchio battello da pesca, che un tempo era stato il secondo albero.
Mentre il secondo albero, diventato barca, scivolava tranquillamente sull'acqua del lago, il viaggiatore si addormentò.
All'improvviso, dopo lo schianto di un tuono, in una ridda di fulmini e violente ondate, scoppiò la tempesta.
Il piccolo albero tremò. Sapeva di non avere la forza di trasportare in salvo tante persone con quel vento e con la violenza di quelle onde. Le sue fiancate scricchiolavano penosamente per lo sforzo.
Preoccupati, gli amici svegliarono il misterioso viaggiatore. L'uomo si alzò, spalancò le braccia, sgridò il vento e disse all'acqua del lago: "Fa' silenzio! Calmati!". La tempesta si quietò immediatamente e si fece una grande calma.
In quel momento, il secondo albero capì che stava trasportando, come desiderava, un re, anzi, il re dei cieli, della Terra e degli infiniti oceani.
Poco tempo dopo, un Venerdì mattino, il terzo albero fu molto sorpreso quando le sue rozze travi furono tolte di malagrazia dalla catasta di legname dimenticato.
Furono trasportate nel mezzo di una folla vociante e irosa, sbattute sulle spalle torturate di un uomo, che poi su di esse fu inchiodato. 
Il povero albero si sentì orribile e crudele. E piangeva, reggendo quel povero corpo tormentato... lui che voleva che la gente grazie a lui vedesse Dio!
Ma la Domenica mattina, quando il sole si levò alto nel cielo e tutta la Terra vibrò di una gioia immensa, il terzo albero seppe che non aveva trasportato un uomo qualunque, ma aveva trasportato Dio!
In quel mattino seppe e capì che l'amore di Dio aveva trasformato tutto.
Aveva fatto del primo albero il meraviglioso scrigno del più tenero e incredibile dei tesori. Aveva reso il secondo albero forte portatore del Creatore del cielo e della Terra.
E ogni volta che una persona avesse guardato il terzo albero avrebbe visto Dio! Ogni persona, anche noi, non solo i pochi della Valle...
E questo era più che essere solo il più bello, il più forte o il più grande albero del mondo...

- Paulo Coelho - 


... Per Gesù non ci può essere un amore verso Dio che non si traduca in amore concreto verso il prossimo.
Ma perché amare, e con tutto me stesso? Perché una scheggia di Dio, infuocata, è l’amore. Perché Dio-Amore è l'energia fondamentale del cosmo, amor che muove il sole e l’altre stelle, e amando entri nel motore caldo della vita, a fare le cose che Dio fa.

- Padre Ermes Ronchi -




Il futuro del pianeta dipende dalla possibilità di dare a tutte le donne l'accesso all'istruzione e alla leadership. È alle donne, infatti, che spetta il compito più arduo, ma più costruttivo, di inventare e gestire la pace.

- Rita Levi Montalcini - 




Lasciamo nella nostra vita una traccia trasparente dell’amore di Dio..

...C’è un mistero», non si stancava di ripetere quell’eminente studioso dei Padri che fu il Cardinale Jean Daniélou: «C’è un contenuto nascosto nella storia … Il mistero è quello delle opere di Dio, che costituiscono nel tempo la realtà autentica, nascosta dietro le apparenze … Ma questa storia che Dio realizza per l’uomo, non la realizza senza di lui. Arrestarsi alla contemplazione delle “grandi cose” di Dio significherebbe vedere solo un aspetto delle cose. Di fronte ad esse sta la risposta degli uomini» (Saggio sul mistero della storia, ed. it., Brescia 1963, p. 182). 
A tanti secoli di distanza, anche oggi Eusebio di Cesarea invita i credenti, invita noi, a stupirci, a contemplare nella storia le grandi opere di Dio per la salvezza degli uomini. 
E con altrettanta energia egli ci invita alla conversione della vita. Infatti, di fronte a un Dio che ci ha amati così, non possiamo rimanere inerti. 
L’istanza propria dell’amore è che la vita intera sia orientata all’imitazione dell’Amato. Facciamo dunque di tutto per lasciare nella nostra vita una traccia trasparente dell’amore di Dio.

Papa Benedetto  XVI - dalla "Udienza Generale" del 13 giugno 2007 -




Buona giornata a tutti  :-)


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mercoledì 8 novembre 2023

Convenzione dei feriti d'amore – Paulo Coehlo

  Disposizioni generali:

A – Considerando che è assolutamente corretto il detto: “tutto vale in amore e in guerra”;

B – Considerando che in guerra abbiamo la Convenzione di Ginevra, adottata il 22 agosto 1864, che definisce come debbano essere trattati i feriti sul campo di battaglia, mentre nessuna convenzione è stata promulgata fino a oggi per quanto riguarda i feriti d’amore, che sono in numero assai maggiore;

Si decreta che:

Art. 1 – Tutti gli amanti, di ogni sesso, sono avvisati che l’amore, oltre a essere una benedizione, è anche qualcosa di estremamente pericoloso, imprevedibile, capace di arrecare danni seri. Di conseguenza, chi si propone di amare deve sapere che espone il proprio corpo e la propria anima a vari tipi di ferite, e non potrà incolpare il proprio partner in alcun momento, giacché il rischio è lo stesso per entrambi.

Art. 2 – Una volta colpito da una freccia vagante dell’arco di Cupido, deve in seguito chiedere all’arciere di scagliare la stessa freccia nella direzione contraria, in modo da non sottoporsi alla ferita conosciuta come “amore non corrisposto”. Qualora Cupido rifiuti tale gesto, la Convenzione che ora si promulga impone al ferito di togliere immediatamente la freccia dal proprio cuore e gettarla nella spazzatura. Per riuscirci, egli deve evitare telefonate, messaggi tramite internet, invio di fiori che finirebbero per essere restituiti, od ogni e qualsiasi mezzo di seduzione, giacché questi ultimi possono dare risultati a breve termine, ma finiscono sempre per non funzionare con il passare del tempo. La Convenzione decreta che il ferito debba immediatamente cercare la compagnia di altre persone, tentando di controllare il pensiero ossessivo “vale la pena lottare per questa persona”.

Art. 3 – Qualora il ferimento provenga da terzi, ossia, quando l’essere amato ha provato interesse per qualcuno che non si trovava nella rotta previamente stabilita, è espressamente proibita la vendetta. In questo caso, è permesso l’uso di lacrime fino a che gli occhi si seccano, alcuni pugni contro il muro o il guanciale, conversazioni con amici in cui si può insultare l’antico(a) compagno(a), addurre la sua totale mancanza di gusto, ma senza diffamare il suo onore. La Convenzione determina che venga altresí applicata la regola dell’Art. 2: cercare la compagnia di altre persone, preferibilmente in luoghi diversi da quelli frequentati dall’altra parte.

Art. 4 – In caso di ferite leggere, qui classificate come piccoli tradimenti, passioni fulminanti che non durano a lungo, disinteresse sessuale passeggero, si deve applicare con generosità e rapidità il medicamento chiamato Perdono. Una volta applicato tale medicamento, non si deve tornare indietro neanche una volta, e il tema deve essere completamente dimenticato, non essendo mai piú utilizzato come argomento in un litigio o in un momento di odio.

Art. 5 – In tutti i ferimenti definitivi, detti anche “rotture”, l’unico medicamento in grado di fare effetto si chiama Tempo. Non serve cercare consolazione con cartomanti (che dicono sempre che l’amore perduto ritornerà), libri romantici (sempre con un lieto fine), novelle in TV o cose de genere. Si deve soffrire intensamente, evitando assolutamente droghe, calmanti, preghiere ai santi. L’alcool è tollerato per un massimo di due bicchieri di vino al giorno.

Determinazione finale: i feriti d’amore, al contrario dei feriti nei conflitti armati, non sono vittime né aguzzini. Hanno scelto qualcosa che fa parte della vita, e pertanto devono affrontare l’angoscia e l’estasi della propria scelta.

E coloro che non sono mai stati feriti dall’amore non potranno mai dire: “ho vissuto”.
Perché non hanno vissuto.
(Paulo Coelho)
Fonte: "Guerriero della Luce"

Toulouse-Lautrec
 Il bacio

Ho voglia di innamorarmi ancora.
I primi messaggi, le prime parole imbarazzate.
I primi baci.
Le prime volte.
Nuove mani che si cercano.
Nuove bocche che si assaporano.
Nuovi odori.
Nuovi occhi, nuovi sorrisi.
Nuovi ti amo.
Nuovi ti voglio.
Ho bisogno di un nuovo amore.
Ho bisogno di sentire le farfalle nello stomaco.
Ho bisogno di toccare un’altra schiena.

(anonimo, dal web)


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venerdì 20 gennaio 2023

L’arte di non rispondere alle provocazioni - Paulo Coelho

Vicino a Tokyo viveva un grande samurai, ormai anziano, che si dedicava a insegnare il buddismo zen ai giovani. Malgrado la sua età, correva la leggenda che fosse ancora capace di sconfiggere qualunque avversario.

Un pomeriggio, si presentò un guerriero, conosciuto per la sua totale mancanza di scrupoli. Era famoso perché usava la tecnica della provocazione: aspettava che l’avversario facesse la prima mossa e, dotato com’era di una eccezionale intelligenza che gli permetteva di prevedere gli errori che avrebbe commesso l’avversario, contrattaccava con velocità fulminante.

Il giovane e impaziente guerriero non aveva mai perduto uno scontro.

Conoscendo la reputazione del samurai, egli era lì per sconfiggerlo e accrescere in questo modo la propria fama.

Tutti gli allievi si dichiararono contrari all’idea, ma il vecchio accettò la sfida. Si recarono tutti nella piazza della città e il giovane cominciò a insultare il vecchio maestro.

Lanciò alcuni sassi nella sua direzione, gli sputò in faccia, gli urlò tutti gli insulti che conosceva, offendendo addirittura i suoi antenati.

Per ore fece di tutto per provocarlo, ma il vecchio si mantenne impassibile.

Sul finire del pomeriggio, quando ormai si sentiva esausto e umiliato, l’impetuoso guerriero si ritirò. Delusi dal fatto che il maestro avesse accettato tanti insulti e tante provocazioni, gli allievi gli domandarono: “Come avete potuto sopportare tante indegnità? Perché non avete usato la vostra spada, pur sapendo che avreste potuto perdere la lotta, invece di mostrarvi codardo di fronte a tutti noi?”.

“Se qualcuno vi si avvicina con un dono e voi non lo accettate, a chi appartiene il dono?”, domandò il samurai.

“A chi ha tentato di regalarlo”, rispose uno dei discepoli.

“Lo stesso vale per l’invidia, la rabbia e gli insulti”, disse il maestro: “Quando non sono accettati, continuano ad appartenere a chi li portava con sé”.

- Paulo Coelho -


Vivere non è peccato

Il rabbino Elimelekh aveva compiuto una bella predicazione, e ora stava per fare ritorno nella sua terra natale. 
Per rendergli omaggio e dimostrargli la gratitudine, i fedeli decisero di seguire la carrozza di Elimelekh fino all'uscita dalla città.
A un certo momento, il rabbino fermò la carrozza, chiese al cocchiere di proseguire senza di lui e si affiancò al popolo.
"Un bell'esempio di umiltà," disse uno degli uomini accanto a lui.
"Non c'è nessuna umiltà nel mio gesto, ma un po' di intelligenza," rispose Elimelekh. 

"Voi, qua fuori, state facendo esercizio, cantando, bevendo vino, fraternizzando gli uni con gli altri, incontrando nuovi amici, e tutto a causa di un vecchio rabbino che è venuto a parlarvi dell'arte di vivere. 
Lasciamo, allora, che le teorie proseguano su quella carrozza, perché io voglio partecipare all'azione."

- Paulo Coelho -


Buona giornata a tutti. :-)


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giovedì 3 marzo 2022

Dicono che durante la nostra vita abbiamo due grandi amori - Paulo Coelho

Dicono che durante la nostra vita abbiamo due grandi amori. 
Uno con il quale ti sposerai o vivrai per sempre, può essere il padre o la madre dei tuoi figli: con questa persona otterrai la massima comprensione per stare il resto della tua vita insieme. 
E dicono che c’è un secondo grande amore, una persona che perderai per sempre. 
Qualcuno con cui sei nato collegato, così collegato, che le forze della chimica scappano dalla ragione e ti impediranno sempre di raggiungere un finale felice. 
Fino a che un giorno smetterai di provarci, ti arrenderai e cercherai un’altra persona che finirai per incontrare. 
Però ti assicuro che non passerà una sola notte senza aver bisogno di un altro suo bacio, o anche di discutere una volta in più. Tutti sanno di chi sto parlando, perché mentre stai leggendo queste righe, il suo nome ti è venuto in mente. 
Ti libererai di lui o di lei e smetterai di soffrire, finirai per incontrare la pace, però ti assicuro che non passerà un giorno in cui non desidererai che sia qui per disturbarti. 
Perché a volte si libera più energia discutendo con chi ami, che facendo l’amore con qualcuno che apprezzi.

Paulo Coelho
 da: “El Zahir” 

dipinto di  Dorina Costras

"Non aver paura della solitudine. Devi aver paura di vivere ingannandoti, guardando la realtà come ti piacerebbe fosse e non come veramente è." 

- Paulo Coelho - 
Adulterio 


Nella vita ci sono cose che tu cerchi e altre che ti vengono a cercare. Non le hai scelte e nemmeno le vorresti, ma arrivano e dopo non sei più uguale. 
A quel punto le soluzioni sono due: o scappi cercando di lasciartele alle spalle o ti fermi e le affronti. 
Qualsiasi soluzione tu scelga ti cambia, e tu hai solo la possibilità di scegliere se in bene o in male. Ecco perché non siamo chi desidereremmo essere. 
Siamo ciò che la società richiede, gli individui che i nostri genitori hanno deciso che fossimo. Ci adoperiamo per non deludere nessuno ed abbiamo un immenso bisogno di essere amati e questo ci porta, di conseguenza, a soffocare la parte migliore di noi. 
A poco a poco, la luce dei nostri sogni si trasforma nel mostro dei nostri incubi. E diventiamo schiavi delle cose non realizzate, delle possibilità non vissute.

- Paulo Coelho - 
da Adulterio 



Buona giornata a  tutti :-)
 

domenica 9 gennaio 2022

Tutti i giorni …. - Paulo Coelho

Tutti i giorni, con il sole Dio ci concede un momento in cui è possibile cambiare ciò che ci rende infelici.
L'istante magico, quel momento in cui un "sì" o un "no" può cambiare tutta la nostra esistenza.
Tutti i giorni fingiamo di non percepire questo momento, ci diciamo che non esiste, che l'oggi è uguale a ieri e identico a domani.
Ma chi presta attenzione al proprio giorno, scopre l'istante magico: un istante che può nascondersi nel momento in cui, la mattina, infiliamo la chiave nella toppa, nell'istante di silenzio subito dopo la cena, nelle mille e una cosa che ci sembrano uguali.
Questo momento esiste: un momento in cui tutta la forza delle stelle ci pervade e ci consente di fare miracoli.

(Paulo Coelho)
Fonte: "Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto"



Non possiamo mai giudicare le vite degli altri,

perchè ogni persona conosce solo il suo dolore e le sue rinunce.

- Paulo Coelho -


Non ti arrendere mai.

Di solito è l'ultima chiave del mazzo quella che apre la porta.

- Paulo Coelho  -


Stai vicino a quelli che non hanno timore di essere vulnerabili, perchè hanno fiducia in loro stessi e sanno che ad un certo punto della nostra vita, tutti inciampiamo, e non interpretano ciò come un segno di debolezza, ma di umanità....

Il manoscritto ritrovato ad Acera - Paulo Coelho -


Dómine Deus, firma fide credo et confíteor ómnia et síngula quæ sancta Ecclésia Cathólica propónit, quia tu, Deus, ea ómnia revelásti, qui es ætérna véritas et sapiéntia quæ nec fállere nec falli potest.
In hac fíde vívere et mori státuo. Amen.

Mio Dio, perché sei Verità infallibile, credo fermamente tutto quello che tu hai rivelato e la santa Chiesa ci propone a credere. Ed espressamente credo in te, unico vero Dio, in tre Persone uguali e distinte: Padre, Figlio e Spirito Santo. E credo in Gesù Cristo, figlio di Dio, incarnato e morto per noi; il quale darà a ciascuno, secondo i meriti, il premio o la pena eterna. Conforme a questa fede, voglio sempre vivere. Signore, accresci la mia fede!


Atto di Fede

Buona giornata a tutti :-)


venerdì 22 ottobre 2021

...Siamo donne... - Magaly P.

Possiamo perdere l'amore ma non perderemo mai il desiderio
di amare e di essere amate.
Possiamo perderci d'animo ma non perderemo mai la forza.
Possiamo perdere la pazienza ma non le staffe
o perdere i sogni ma non la speranza.
Possiamo perdere il fiato ma non la respirazione.
Possiamo perdere l'interesse in qualcosa ma non la voglia di lottare.
Possiamo perdere la vista ma non la visione
o perdere il senso ma non la conoscenza.
Possiamo perdere la ricchezza ma non l'umiltà
o perdere la vita ma non la salvezza.
Possiamo perdere la battaglia ma non la guerra.

(Magaly P.)

quadro di Johnny Palacios Hidalgo


"L'autunno è il tempo migliore per dimenticare le cose che ci amareggiano o infastidiscono. 
Dobbiamo lasciare che si stacchino da noi come foglie secche e sforzarci di tornare a danzare; approfittare di ogni momento di sole per rinfrancare il corpo e lo spirito, prima che il disco dorato si trasformi nella fioca presenza di una lanterna nel cielo."

- Paulo Coelho -
Adulterio, pag. 100

 Titolo: River Ascutney 👨‍🎨 Autore: Maxfield Parrish (1870-1966)

"L'autunno è il più grande richiamo: E ci ricorda le bellezze da sogno che la nostra terra ha e ci ricorda come tutti i nostri bei sogni possono facilmente scomparire!"

- Mehmet Muratildan -

Titolo: Alberi caduti 👨‍🎨 Autore: Ivan Ivanovič Šiškin 🕰 Anno: 1893

"Le foglie dell’autunno volano via con il vento, 
come certi gli amori estivi che non vedranno l’inverno... "




Buona giornata a tutti :-)

domenica 5 settembre 2021

Mancanza di fede - Paulo Coelho

 A volte critichiamo la mancanza di fede degli altri. Non siamo capaci di comprendere le circostanze in cui essi hanno perduto la fede, e non cerchiamo neppure di alleviare la loro miseria che è il motivo che genera la ribellione e l'incredulità nel potere divino.


L'umanista Robert Owen (1771-1858) stava attraversando l'interno dell'Inghilterra, parlando di Dio. 
Nel XIX secolo era comune servirsi della mano d'opera infantile nei lavori pesanti e, un pomeriggio, Owen si fermò nei pressi di una miniera di carbone, dove un ragazzino di dodici anni, denutrito, trasportava un pesante sacco. "Sono qui per aiutarti a parlare con Dio", disse Owen. 
"Grazie tante, ma non lo conosco. Deve lavorare in un'altra miniera", fu la risposta del ragazzino.

- Paulo Coelho -




«Il gallo che canta è il sacerdote che predica la parola di Dio, che esorta alla conversione e alla penitenza. 
Ma come il canto del gallo non convertì Pietro senza l'occhiata di Gesù, così la voce del predicatore che parla all'orecchio, non è se non un vano rumore; i consigli, gli avvertimenti dei genitori, dei superiori, degli amici; i buoni esempi, i flagelli di Dio, i suoi benefici non fanno sopra di noi alcuna impressione senza l'azione segreta della grazia, senza lo sguardo amoroso di Gesù che cambi il cuore».

(San Girolamo - 347-420) 





Certe persone vivono in lotta con altre,
con se stesse, con la vita.
Allora si inventano opere teatrali immaginarie
e adattano il copione alle proprie frustrazioni.

- Paulo Coelho -
Dal libro “Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto”



"Quando non ho avuto più niente da perdere, 
ho ottenuto tutto. 
Quando ho cessato di essere chi ero, 
ho ritrovato me stesso. 
Quando ho conosciuto l'umiliazione
ma ho continuato a camminare, 
ho capito che ero libero di scegliere il mio destino."

- Paulo Coelho -




Buona giornata a tutti. :-)