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domenica 2 marzo 2014

Era in mezzo alla strada, vacillante – Padre Michel Quoist -


Era in mezzo alla strada, vacillante. 
Cantava a squarciagola con la sua voce rauca
da ubriacone inveterato.
La gente si voltava, si fermava, si divertiva.
È arrivato un vigile, silenzioso, alle spalle.
Lo ha preso brutalmente per la spalla e portato dentro.
Cantava ancora.
La gente rideva.
Non ho riso.
Ho pensato, o Signore, alla donna che questa sera
attenderebbe invano.
Ho pensato a tutti gli altri ubriaconi della città,
quelli dei bar e dei caffè,
quelli dei ritrovi e dei night-club.
Ho pensato al loro ritorno, alla sera, in casa,
ai bimbi spaventati,
al portafoglio vuoto,
ai colpi,
alle grida,
alle lacrime,
ai bambini che nascerebbero dalle strette puzzolenti.
Ora hai steso la tua notte sulla città, o Signore.
E mentre s'intrecciano e snodano drammi
gli uomini che hanno difeso l'alcool,
fabbricato l'alcool,
venduto l'alcool,
nella stessa notte s'addormentano in pace.
Penso a tutti questi, mi fanno pietà;
hanno fabbricato e venduto miseria,
hanno fabbricato e venduto peccato.
Penso a tutti gli altri, la folla degli altri che lavorano
per distruggere e non per costruire,
per insozzare e non per nobilitare,
per istupidire e non per rasserenare,
per avvilire e non per accrescere.
Penso particolarmente, o Signore, a quella moltitudine
che lavora per la guerra,
che per nutrire la famiglia deve lavorare e distruggerne altre,
che per vivere deve preparare la morte.
Non ti chiedo di strapparli tutti al loro lavoro: non è possibile.
Ma fa', o Signore, che si pongano dei problemi,
che non dormano tranquilli,
che lottino in questo mondo in disordine,
che siano fermento,
che siano redentori.
Per tutti i feriti nell'anima e nel corpo, vittime del lavoro
dei loro fratelli.
Per tutti i morti, di cui migliaia di uomini hanno
coscienziosamente preparato la morte.
Per quell'ubriacone, grottesco clown in mezzo alla strada.
Per l'umiliazione e le lacrime della moglie.
Per la paura e le grida dei bambini.
Signore, abbi pietà di me troppo spesso sonnolento.
Abbi pietà degli infelici completamente addormentati e complici
di un mondo in cui fratelli si uccidono tra loro
per guadagnare il pane.

(Padre Michel Quoist)



Io non amo la gente perfetta, 
quelli che non sono mai caduti, 
non hanno inciampato.
A loro non si è svelata la bellezza della vita

- Boris Pasternak -



Non essere un conduttore di luce, ma una sorgente di luce in te.
L'opera cui Dio ci chiama non è il fare per il fare,
ma "l'Essere qualcuno per fare qualcosa".
L'attività è l'espressione, 
l'irradiazione della persona 
e non l'impressione che si vuole suscitare di sé negli altri 
o imprimersi in ciò che si fa finendo col ritrovarsi invischiati o imprigionati

- Tommaso Notarstefano - 



La civiltà non è né il numero né la forza, né il denaro. 
La civiltà è il desiderio paziente, appassionato, ostinato, 
che vi siano sulla terra meno ingiustizie, meno dolori, meno sventure. 
La civiltà è amarsi.

- Raoul Follereau -


Buona giornata a tutti. :-)



martedì 7 gennaio 2014

Tertulliano, De praescriptione haereticorum – cap. IX, X, XI

“Gesù Cristo ha stabilito una dottrina unica e certa, che tutte le nazioni devono credere; essa va cercata e creduta una volta che s’è trovata. Ma la ricerca di una dottrina unica e certa non può estendersi all’infinito; essa è necessaria finchè non si trova, ma quando s’è trovata deve essere creduta. Dopo non c’è altro da fare, tranne il saper custodire la fede. Se dunque tu sostieni che non c’è altro da credere ne consegue che non c’è altro da cercare….. 
La dottrina stabilita da Cristo è l’oggetto di ogni ricerca quando e finchè non si trova. Ma se tu credi, vuol dire che già l’hai trovata; infatti non ci avresti creduto se non l’avessi già trovata, e desideravi trovarla. 
Lo scopo della ricerca è il trovare  e lo scopo del trovare è il credere.
Col fatto di credere tu hai messo un termine ad ogni prolungamento di ricerca; il risultato della ricerca ti ha determinato questo limite, limite che fu già stabilito da Colui che non tollera che tu creda diversamente dalla regola che Egli stesso fissò, e quindi non vuole neppure che tu stia ancora a cercare… … se io ho creduto a quel che dovevo credere e ritengo d’altra parte che c’è qualche cos’altra da cercare, significa che ho ancora la speranza di trovare; come infatti potrei sperare di trovare ancora se non perché io che apparivo un credente in realtà non credevo, se pure non mi ero già allontanato dalla fede? … 
Lo dico una volta per sempre: cerca soltanto chi non ha o ha perduto qualche cosa (Luca 15, 8-9; 5, 9; 18, 3)… Chi cerca sempre perché non trova stia attento chè forse cerca dove non troverà mai; e chi picchia sempre perché non gli si apre stia attento chè forse picchia dove non c’è nessuno in casa, e chi chiede sempre perché non viene mai esaudito stia attento chè forse chiede ad un sordo”.


Tu sei la porta del diavolo, tu sei la profanatrice dell'albero della vita, tu sei stata la prima a violare la legge divina, tu sei colei che persuase Adamo, colui che il diavolo invece non riuscì a tentare. Tu che hai infranto l'immagine di Dio, l'uomo, con tanta facilità. Per causa tua esiste la morte, anche il Figlio di Dio ha dovuto morire. E tu hai in mente di adornarti con altro che non siano le tuniche che coprono la tua pelle?

Tu es diaboli janua, tu es arboris illius resignatrix, te es divinae legis deserti, tu es quae cum perusasisti, quem diabolus aggredi non valuit. Tu immagine Dei, nomine, tam facile elisisti: propter tuum meritum, id est mortem, etiam Filius Dei mori habuit; et adornari tibi in mente est super pelliceas tuas tunicas?



Uno su dieci ringrazia per ciò che Dio ci dà.
Ed è per questo motivo di ingratitudine verso Dio che siamo lebbrosi dentro .
Chiediamo oggi al Signore di Guarirci dalla Malattia dell'ingratitudine.


L'individualismo – l'abbiamo visto anche troppo – è soltanto un rifugio provvisorio; noi non siamo soli; non possiamo astrarci gli uni dagli altri, e, ben prima della suprema uguaglianza della morte, ci trasporta il medesimo destino. Dipende da noi soli il rendere questo comune destino favorevole o nefasto. Se non viviamo insieme, come gli organi di uno stesso corpo, appassiremo e imputridiremo insieme, come quelle foglie senza linfa, così indipendenti le une dalle altre, così individualiste, ma che il medesimo vento d'autunno strappa e rivoltola a suo piacere. 

- Gustave Thibon - 



Sii un perseguitato, ma non un persecutore. Sii un crocifisso, ma non un crocifissore. Sii un oltraggiato, ma non un offensore. Sii un calunniato, ma non un calunniatore. Come non può essere fermata una fonte ricca d’acqua con un pugno di polvere, così non può essere vinta la misericordia del Creatore dal male delle creature. 

- Isacco di Ninive - 



Preghiera della sera

Signore, le Tue parole e il Tuo esempio cambiano il cuore.
Accogli, alla fine di questo giorno,
il mio cuore e la mia mente increduli e testardi
di fronte alle difficoltà della vita.
Accogli il desiderio non realizzato di seguirTi.
Il Padre non lascia soli, Tu non mi hai lasciato solo.
Illumina con la Tua presenza le tenebre della fede!
Cambia il mio cuore di pietra in cuore di carne,
capace di amare come hai fatto Tu.
Amen.