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lunedì 18 gennaio 2016

Due strade - Robert Frost

Due strade divergevano in un bosco d’autunno
e dispiaciuto di non poterle percorrerle entrambe,
essendo un solo viaggiatore, a lungo indugiai
fissandone una, più lontano che potevo
fin dove si perdeva tra i cespugli.
Poi presi l’altra, che era buona ugualmente
e aveva forse l’aspetto migliore
perchè era erbosa e meno calpestata
sebbene il passaggio le avesse rese quasi uguali.
Ed entrambe quella mattina erano ricoperte di foglie
che nessun passo aveva annerito
oh, mi riservai la prima per un altro giorno
anche se, sapendo che una strada conduce verso un’altra,
dubitavo che sarei mai tornato indietro.
Lo racconterò con un sospiro
da qualche parte tra molti anni:
due strade divergevano in un bosco ed io…
io presi la meno battuta,
e questo ha fatto tutta la differenza.

- Robert Frost - 


«Quando la strada alle tue spalle è più lunga di quella che hai davanti, vedi una cosa che non avevi mai visto prima: la via che hai percorso non era dritta ma piena di bivi, ad ogni passo c'era una freccia che indicava una direzione diversa; da lì si dipartiva un viottolo, da là una stradina erbosa che si perdeva nei boschi. 
Qualcuna di queste deviazioni l'hai imboccata senza accorgertene, qualcun'altra non l'avevi neanche vista; quelle che hai trascurato non sai dove ti avrebbero condotto, se in un posto migliore o peggiore; non lo sai ma ugualmente provi rimpianto. 
Potevi fare una cosa e non l'hai fatta, sei tornato indietro invece di andare avanti. 
Il gioco dell'oca, te lo ricordi? La vita procede pressappoco allo stesso modo. Lungo i bivi della tua strada incontri le altre vite, conoscerle o non conoscerle, viverle o non viverle a fondo o lasciarle perdere dipende soltanto dalla scelta che fai in un attimo; anche se non lo sai, tra proseguire dritto o deviare spesso si gioca la tua esistenza, quella di chi ti sta vicino.»

- Susanna Tamaro - 
da: "Va' dove ti porta il cuore", Baldini & Castoldi, 1994



Preghiera del contadino durante il giorno

"Ricordami, Padre, che questa terra tu me l'hai prestata per conservarla con rispetto e nutrirmene con saggezza.
Per leggervi le tue leggi, scoprirvi i tuo volere e operare assieme a te, così come lo sapevano i padri.
Quando sfrondo gli alberi e taglio il bosco trattieni l'appetito delle mie braccia.
Che alla fustaia originale, guardiana della vita, io lasci sempre il suo giusto posto, tra i campi e i prati dove corre la siepe viva.
Ricordami che dopo aver preso occorre rendere.
Che devo darle nutrimento e lasciarla riposare.
Che il maggese, le spighe, le radici debbono avvicendarsi su di essa come le stagioni si avvicendano nel cielo.
Ricordami che non esiste erba cattiva, né bestia nociva. Che tutto ha un suo posto sotto il tuo sguardo, e non conviene cambiare troppo, anche se viene meno il mio profitto.
Ricordami i miei avi che vivono nel frutteto e al fondo di questi solchi.
In buon ordine e ben sano essi mi hanno lasciato tutto.
Ricordami i figli dei miei figli.
Per loro debbo piantare e tutto in buon ordine e ben sano a loro debbo lasciare".

- Lanza del Vasto - 



Buona giornata a tutti. :-)