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sabato 2 dicembre 2023

L'Angelo e la favola

 Degli angeli che calarono a frotte dal più alto dei cieli a cantare il “Gloria” sulla capanna dove nacque Gesù Bambino, uno si perse. 
Era un angelo distratto, sempre assorto nei suoi pensieri. Fu così che, quando scese sulla terra in quella notte fatale, l’angelo favolista vide, poco discosto da Betlemme, un gruppo di ragazzini che, dopo aver anch’essi fatto visita a Gesù, se ne tornavano a casa. 
Quale magnifica occasione. Sceso accanto a loro in veste di pellegrino dalla barba bianca, incominciò uno dei suoi racconti. 
Ed era l’alba quando i bambini furono costretti dalle grida delle mamme a tornare a casa, con la fantasia ed il cuore accesi da decine di meravigliose fiabe che l’anziano pellegrino aveva raccontato loro.
Il sole stava sorgendo e per Gesù iniziava la prima giornata terrestre. 
L’angelo pellegrino era in ritardo, molto in ritardo. E per di più non ricordava più, assolutamente, come si facesse a ridiventare angelo: una formula? Ma quali parole? Un pensiero chiave? Ma quale?
L’unica soluzione era andare da Gesù, chiedergli scusa e raccontargli tutto. Ma Gesù ora non era che un bimbetto in fasce, un bimbo di donna. 
E il Bimbo e la Donna, alle parole del pellegrino, non seppero proprio cosa rispondere: il Bimbo perché sorrideva soltanto e non sapeva ancora parlare; la Donna perché non conosceva che il Mistero che portava stretto al petto.
Fu così che l’angelo—pellegrino cominciò il suo girovagare terreno. 
E tanto gli piacque narrar favole ai bambini di quaggiù che il Signore, quando fu tornato nei Cieli e lo vide attorniato da bambini con gli occhi spalancati e la bocca aperta per la meraviglia, ce lo lasciò. 
Ancor oggi di tanto in tanto appare. 
E’ talmente invecchiato che la sua veste umana gli si è logorata completamente. 
Ma ben lo conoscono le mamme, quando suggerisce loro le più belle favole; ben lo conoscono i poeti, quando sussurra al loro cuore i versi più ricchi di fantasia e di colore; ed anche qualche prete, quando sente nel cuore un certo pizzicorino che lo spinge a dire — finalmente — cose meravigliose. 
Ma tutti lo conosceremo, se saremo stati buoni, nel momento del nostro volo verso il cielo. 
Quel momento buio sarà illuminato dalla Favola più bella ch’egli solo sa raccontare così bene perché così bene egli solo la conosce. 
Ci ricorderemo d’invocarlo, almeno allora?

(Riduzione da un racconto di Piero Gribaudi)













Se noi avessimo gli occhi degli Angeli nel guardare nostro Signore Gesù Cristo che è presente sull’altare e che ci guarda, come Lo ameremmo! 

 - San Giovanni Maria Vianney - Curato d’Ars - 


La pesatura delle anime. 
Lunetta della chiesa di San Biagio a Talignano (PR)

L'istante è come l'Avvento, poiché l'istante non è ancora il compimento. E se è già compiuto, perché Cristo è venuto, se l'istante porta nel suo grembo un "già", anche in questo senso è ancora attesa del compimento, o meglio, è attesa che si manifesti ciò che è già avvenuto, e che esso porta nel suo grembo.
La parola più amica dell'istante, perciò, è la parola "Avvento". E il sentimento che domina l'istante e lo fa diventare ricco di pace, carico di vigilanza e produttivo, è proprio l'attesa."

- Don Luigi Giussani - 




L’Avvento, come la Quaresima, è una stagione per la preghiera e per l’emendamento dei nostri cuori. 
Dal momento che arriva in inverno, il fuoco è un segno adatto per aiutarci a celebrare l’Avvento. 
Se Cristo sta per venire più pienamente nelle nostre vite in questo Natale, se Dio sta per incarnarsi realmente per noi, allora il fuoco dovrà essere presente nella nostra preghiera. 
Il nostro culto e la nostra devozione dovranno alimentare quel genere di fuoco nelle nostre anime che può davvero cambiare i nostri cuori. 
La nostra è una grande responsabilità per non sprecare questo tempo di Avvento.

- Edward Hays - 
Sacerdote contemplativo cattolico, Nebraska - U.S.A.



Buona giornata a tutti. :-)


lunedì 2 ottobre 2023

Preghiera dell'angelo e preghiera per i nonni e gli anziani

 Preghiera dell'angelo

Donaci, o Signore, un Angelo di luce che ci prenda per mano, ci accompagni a Te e ci insegni a compiere le tue opere.
Donaci, o Signore, un Angelo amico che ci riveli e ci faccia sentire la tua bontà e il tuo amore e ci renda capaci di pietà verso ogni creatura.
Donaci, o Signore, un Angelo di comunione con cui poter condividere i doni della vita illuminata dal tuo Spirito.
Donaci, o Signore, un Angelo buono che custodisca la nostra anima, che vegli sulla nostra vita, che guidi il nostro cammino.
Ci sia egli sempre vicino con il suo volto luminoso e ci conduca a Te, ai tuoi Santi, a coloro che amiamo e ci amano ed anche a coloro che non ci amano e che facciamo fatica a amare.
Amen!

 

Non giudicare!

Un giorno abba Isacco il Tebano si recò in un monastero e, vedendo un fratello peccare, lo condannò. 

Partito per il deserto, gli si fece innanzi un angelo del Signore che si fermò davanti alla porta della sua cella e gli disse: "Non ti lascio entrare". Quello lo pregava: "Ma perché mai?". L'angelo gli rispose: "Mi ha inviato Dio dicendo: 'Digli: Dove ordini che io getti il fratello che è caduto e che tu hai giudicato?"'.

 Subito l'anziano si pentì e disse: "Ho peccato, perdonami". E l'angelo disse: "Alzati, Dio ti ha perdonato. Guardati d'ora in poi dal giudicare qualcuno, prima che l'abbia giudicato Dio".

- Isacco il Tebano -

Detti editi e inediti dei padri del deserto

 Persevera

Senza preavviso, un giorno scopriamo che il mondo spirituale non desta lo stesso entusiasmo di prima. Continuiamo a pregare e a prender parte ai culti, ma non riusciamo a ingannarci; il cuore non risponde, e le parole sembrano non avere più senso.

Se è questo ciò che ti sta accadendo, c'è solo un cammino possibile: persevera. Recita le tue preghiere per obbligo, o per paura, o per qualsiasi altro motivo, ma continua a farlo. L'angelo che ha il compito di raccogliere le tue parole - ed è responsabile anche della gioia della fede - sta facendo una passeggiata. Ma tornerà subito e ti potrà trovare solo se udrà una preghiera o una richiesta dalle tue labbra.

Insisti, anche se tutto sembra inutile. Fra poco l'angelo tornerà, e il semplice rumore delle sue ali farà in modo che tutto torni a essere com'era.


Preghiera per la  3a Giornata Mondiale dei nonni e degli anziani 2023

 Vergine Maria,
Madre di fede e di speranza,
modello per questa umanità piegata dall’indifferenza,
rendimi disponibile come Te
ad accettare la volontà di Dio,
a magnificare e lodare la Sua Misericordia.

Maria, Madre di fortezza,
Tu che conosci il mio cuore,
non permettere che io mi scoraggi.
Consegno con fiducia la mia vita nelle tue mani.
Guarisci le mie ferite,
la tua tenerezza mi accompagni nel cammino.
La tua presenza, Madre d’amore,
ci porti a sperimentare la gioia
di vedere le nostre famiglie unite.
Aiutami a trasmettere la tenerezza e l’Amore di Dio

ai nipoti e ai giovani
affinché, oltre a pregare per loro,
possiamo pregare con loro.
Intercedi Maria, per me, il dono dello Spirito Santo:
sostenga la mia debolezza;
soffi nel mio cuore la consolazione
di poter lasciare tracce di fede tra i giovani,
la testimonianza della bellezza della vita,
la consapevolezza che la vita ha un limite
e che oltre ci attende l’abbraccio del Padre.

Amen.



Buona giornata a tutti :-)

www.leggoerifletto.it




 




venerdì 29 settembre 2023

Gli Angeli e i Martiri - don Marcello Stanzione

Ma è, in modo particolare, ai Martiri, che si sono purificati nel loro sangue e che non hanno bisogno del Purgatorio, che gli Angeli ricevono l'accoglienza più splendi­da. 

Origene nell'Esortazione al martirio, scrive: 

"Una grande moltitudine è convo­cata mentre lottate e quando siete chia­mati al martirio. 

Voi non parlate diverso da San Paolo, quando dice che noi siamo divenuti uno spettacolo per il mondo, per gli angeli e per gli uomini. 

È dunque il mondo intero, tutti gli angeli a destra e a sinistra, e tutti gli uomini che vi vedranno combattere la battaglia per il cristianesi­mo. 

Gli Angeli che sono in cielo si rallegre­ranno con noi."

Negli atti dei morti, la figura degli Angeli che li conducono in Paradiso è un tema as­sai frequente, ad esempio, negli atti delle sante Perpetue e Felicita, è scritto, a pro­posito della visione di Saturno: "Avevamo subito il martirio ed eravamo usciti dalla carne: quattro Angeli cominciarono a por­tarci verso l'Oriente; le loro mani non toc­cano i nostri corpi. 

Arrivammo allora in un luogo vasto, che assomigliava a un frutte­to, con i roseti ed ogni sorta di fiori. Là vi erano altri quattro Angeli, più splendenti ancora dei primi. Appena ci videro ci salu­tarono e dissero agli altri Angeli. Eccoli, eccoli! Con ammirazione". 

San Giovanni Crisostomo, nella sua Omelia sui martiri, dice: "Ricordati di quella scala spirituale che il patriarca Giacobbe ha visto, elevata dalla terra al cielo: per mezzo suo gli Angeli discendevano; ancora per mezzo suo i Martiri salivano... 

Vedete spesso al­l'aurora il sole leva e lancia in tutte le di­rezioni raggi quasi incorporati. Tali erano i corpi dei Martiri, inondati da ogni parte dai getti del loro sangue, come dai raggi di porpora e illuminati dagli stessi molto più di quanto il sole rischiara il cielo: gli Angeli contemplavano questo sangue con delizia, i demoni fremevano e il diavolo stesso tramava... 

I Martiri salgono in cielo preceduti dagli Angeli e circondati dagli Arcangeli, come da guardie del corpo... 

Quando sono giunti in cielo, tutte le sante Potenze di lassù li accolgono con gioia e li abbracciano. 

Poi esse formano un'immen­sa scorta per accompagnarli verso il Re del cielo, che siede sul trono di gloria fra i Serafini e i Cherubini. Là essi si uniscono ai Cori e prendono parte ai cantici misti­ci ".

Con l'arrivo della morte, l'uomo viene a trovarsi in mezzo a due contendenti e San Giovanni della Croce nel suo scritto misti­co "Notte oscura" avverte che nel mo­mento "in cui l'Angelo buono sta per co­municare all'anima la contemplazione, el­la non può entrare nell'interno del suo na­scondiglio così presto da non poter essere scorta dal demonio, il quale l'assale im­mediatamente con orrori e turbamenti spi­rituali, a volte molto penosi per lei."

Quando mi trovo ad assistere un moribon­do, dopo aver dato l'Unzione degli Infermi, faccio recitare sempre la Corona angelica, in onore di San Michele, affinché il Principe delle Milizie celesti favorisca co­lei che, terminata la corsa terrena, deve essere inoltrata in seno a Dio. 

Un testo li­turgico del decimo secolo contiene queste invocazioni: 

"Signore Gesù Cristo, Re del­la gloria, libera le anime di tutti i fedeli de­funti dalle pene dell'inferno e dal profon­do abisso liberale dalle fauci del leone, affinché non siano preda del tartaro e non cadano nelle tenebre; ma le conduca il vessillifero San Michele alla Luce Santa, che un giorno promettesti ad Abramo e al­la sua discendenza". 

Che sia specialmen­te l'Arcangelo Michele, a difendere i de­funti dagli ultimi assalti di satana, sembra suggerirlo il testo della lettera di Giobbe, dove è scritto: 

"L’Arcangelo Michele, quando, in contesa con il diavolo, disputa­va con il corpo di Mosè, non osò accusar­lo con parole offensive, ma disse: 

"Ti con­danni il Signore"' (Gb. 9).

Questo brano dell'Antico Testamento è anche interpretato nel senso che gli Angeli vegliano sulle sepolture dei Santi, impe­dendo che siano profanate. Questa idea che gli Angeli proteggano le tombe dei cri­stiani è ripresa da numerose iscrizioni fu­nerarie antiche come, ad esempio, questa: 

"Qui riposano Aschepiade, Elpice e un al­tro Aschepiade: Vi prego, in nome dell’Angelo che sta ritto qui accanto, che nessuno osi introdurvi un altro cadavere."

Nella benedizione del sepolcro, il Rituale Romano suggeriva questa preghiera: "Degnati, Signore, di benedire questo tu­mulo e poni a sua custodia il tuo Angelo santo". 

Se l'anima del defunto, che l'Angelo accompagna dopo la morte, non è completamente pura, essa deve purifi­carsi in Purgatorio, prima di essere am­messa fra gli Angeli e i Santi del Paradiso. 

L'anima penitente deve ricevere un batte­simo di fuoco di purificazione che comple­ti l'effetto del Battesimo di acqua. 

Questo battesimo di fuoco è amministrato dagli Spiriti celesti, secondo le antiche tradizio­ni nelle quali viene trasmessa la dottrina del Purgatorio. 

È interessante ricordare, a questo riguardo, che, nella Divina Commedia, il poeta Dante Alighieri impe­gna gli Angeli a scrivere sulla sua fronte sette "P" quali segni dei peccati capitali (Purg. 9,75-84; 109-114) e poi a cancellar­li, nel frattempo che il poeta sale sulla montagna della perfezione (12,88-93). 

Il vate conferisce agli Angeli un ministero sacerdotale, insieme al ruolo liturgico di far risuonare, nella mente, le parole evan­geliche, personificando l'umiltà (12, 108­109), la misericordia (15, 16-39), la pace (17, 69-70), la consolazione (19, 40-52), la giustizia (22,1-5), la temperanza (24,132­154), la purezza di cuore (27, 6-12). 

Quando Dante finalmente giunge nel Paradiso terrestre, gli Angeli non appaiono più come singole figure, ma come schiere, ad accogliere chi si è purificato, per essere introdotto presso il trono dell'Altissimo. 

Concludo questa meditazione sugli Angeli e i defunti con un brano meraviglioso del grande cardinale inglese J.H. Newman che termina: "Il sogno di Geronzio" con queste parole dell'Angelo all'anima sua protetta, che in Purgatorio si sta emendando, per poi essere ammessa alla visione celeste:

"Dolcemente e teneramente anima, a ca­ro prezzo riscattata, nelle mie braccia amatissime ti stringo, e, nel fiume del­l'espiazione, dolcemente ti immergo. Lasciati dolcemente immergere in questo fiume! 

Senza un lamento, senza resisten­za, immergiti in queste acque. 

E nella pro­fondità discendi, discendi ancora! 

E gli Angeli che hanno ricevuto il dolce compi­to ti custodiranno, ti vigileranno, ti culle­ranno. 

E sulla terra le Messe e nel cielo le preghiere 'ti verranno in aiuto dal Trono dell'Altissimo. Addio, fratello amatissimo, ma non per sempre; sii coraggioso e pa­ziente nel tuo letto di dolore; la tua notte di prova sarà passata ed io ti verrò a sve­gliare al mattino".

(don Marcello Stanzione)

 Ai tre Arcangeli

Venga dal Cielo nelle nostre case l’Angelo della pace, Michele, venga portatore di serena pace e releghi nell’ inferno le guerre, fonte di tante lacrime.
Venga Gabriele, l’Angelo della forza, scacci gli antichi nemici e visiti i templi cari al Cielo, che Egli trionfatore ha fatto elevare sulla Terra.
Ci assista Raffaele, l’Angelo che presiede alla salute; venga a guarire tutti i nostri malati e a dirigere i nostri incerti passi per i sentieri della vita.

(Liturgia degli Angeli custodi)

Gli angeli sono, per così dire, i pensieri di Dio rivolti a noi, che, in quanto pensieri divini, non sono solo idee, ma realtà, persone. L'angelo incarna e concretizza la sollecitudine di Dio per ogni uomo. Il mio angelo custode non è nient'altro che espressione del fatto ch'io sono conosciuto, amato e seguito in maniera del tutto personale da Dio, è il pensiero d'amore che Dio nutre per me, che mi circonda e mi guida in ogni istante. 

- Papa Benedetto XVI -

 

Preghiera all'Arcangelo Raffaele 

O Raffaele, Medicina di Dio,
la Bibbia ti presenta come l’Angelo che soccorre,
l’Angelo che consola, l’Angelo che guarisce.
Vieni accanto a noi nella strada della nostra vita
così come ti facesti vicino a Tobia
in un momento difficile e decisivo della sua esistenza
e gli facesti sentire la tenerezza di Dio
e la potenza del Suo Amore.
O Raffaele, Medicina di Dio,
oggi gli uomini presentano ferite profonde nel cuore:
l’orgoglio ha appannato lo sguardo
impedendo agli uomini di riconoscersi fratelli;
l’egoismo ha aggredito la famiglia;
l’impurità ha tolto all’ uomo e alla donna
la gioia dell’amore vero, generoso e fedele.
Soccorrici e aiutaci a ricostruire famiglie
Che siano specchio della Famiglia di Dio!
O Raffaele, Medicina di Dio,
tante persone soffrono nell’anima e nel corpo
e sono lasciate sole nel loro dolore.
Guida sulla strada della sofferenza umana
tanti buoni samaritani!
Prendili per mano affinchè siano consolatori
capaci di asciugare lacrime e di confrontare i cuori.
Prega per noi, affinchè crediamo
che Gesù è la vera, grande e sicura Medicina di Dio.
Amen.


Ogni volta che il giorno si fà buio sai dove andare a cercare la luce..

Buona giornata a tutti :-)

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martedì 2 novembre 2021

Gli Angeli e i defunti - don Marcello Stanzione

Dal libro di Hope Prince "Angeli custodi" riporto due episodi di interventi evangelici al capezzale di persone che stanno per morire.

Verso il 1960, in Inghilterra, Andrey Graham era un'allieva infermiera quando, mentre si trovava nella corsia dell'ospeda­le, la sua attenzione fu attratta da un suo­no frusciante, simile a quello del vento che soffia tra il grano. Riconobbe un Angelo nella corsia, dall'aria dolce e gentile, in piedi accanto a un letto. L’infermiera si av­vicinò e la paziente le disse: "Non si pre­occupi; infermiera, è appena venuto un Angelo per annunciarmi che questa notte sarò con Gesù. L'Angelo mi ha detto di non aver paura, lui mi aiuterà in questo difficile passo. Quando sarò là, racconterò a Gesù di lei". Andrei Grahairi continua: "Sebbene non volessi defraudarla neppu­re di una minima parte della sua esperien­za, le risposi dolcemente: - Non crede che Gesù mi conosca già? - il suo volto si illu­minò - Naturalmente. Non ci avevo pensa­to". Questa amabile signora morì tran­quillamente, nel sonno, quella notte stes­sa.


Il secondo episodio riguarda Philipa Dodd, che era al capezzale di suo padre. Verso l'una e mezzo di notte dell'8 aprile 1982, un giovedì Santo, Philipa stava vegliando, mentre le sue due sorelle dormivano. Ecco il suo racconto: "Stavo recitando delle preghiere a bassa voce quando improvvi­samente udii me stessa dire a voce alta: 'Dio ti benedica, papà, ora sei nelle mani del Signore' . Proprio allora, lo guardai di sbieco. Sapevo che aveva esalato il suo ul­timo respiro ed era in pace. Poi, per pochi secondi, vidi una foschia gialla sopra di lui e degli Angeli che lo trasportavano verso l'alto, apparentemente su per una scalina­ta. Il mio unico dispiacere fu che, al mo­mento della morte di mio padre, le mie so­relle non erano sveglie per assistere al­l'evento e per avvertire la pace meravi­gliosa che regnava nella stanza. La vista degli Angeli fu una tale emozione per me che, sul cartello che accompagnava la co­rona di fiori del funerale, scrissi: 'Dio ti be­nedica, papà; Vennero gli angeli. Li vidi là, Ti portarono su per la scala d'oro".


Nella liturgia cattolica, già prima che la morte si compia, gli Angeli vengono invo­cati in una preghiera di intercessione del­la Liturgia delle ore dei Vespri: "Raccogli, Signore, il gemito dei morenti, il tuo Santo Angelo li visiti e li conforti."
Sul momento che il moribondo sta per esalare l'ultimo respiro, il sacerdote invoca gli Spiriti cele­sti, dicendo:
"Andategli incontro, Angeli del Signore: accogliete la sua anima, offri­tela all'Altissimo, portatela al suo cospet­to".
Nei riti dei funerali, alla fine, dopo aver benedetto con l'acqua e incensato la salma il Sacerdote dice:
"In Paradiso ti conducano gli Angeli e al tuo ingresso ti accolgano i Martiri per introdurti nella santa Gerusalemme. Il coro degli Angeli ti accolga per darti eterna pace".


 
Gli spiriti "psicagoghi"


Gli Angeli, che hanno assistito gli uomini durante la loro vita sulla terra, hanno an­cora un compito importante da svolgere, al momento della loro morte. È assai inte­ressante notare come la Tradizione biblica e la tradizione filosofica greca si armoniz­zino sulla funzione degli Spiriti "psicago­ghi", cioè degli Angeli che hanno il compi­to di accompagnare l'anima all'ultimo de­stino. I rabbini ebrei insegnavano che pos­sono essere introdotti in cielo soltanto quelli la cui anima è portata dagli Angeli. Nella Parabola famosa del povero Lazzaro e del ricco Epulone, è lo stesso Gesù che attribuisce agli Angeli questa funzione. "Il mendicante morì e fu portato dagli Angeli nel seno di Abramo" (Lc. 16,22). Nella let­tura apocalittica giudaico-cristiana dei pri­mi secoli si parla di tre angeli "psycopom­nes', - che coprono il corpo di Adamo (cioè dell'uomo) "con lini preziosi e lo ungono con olio fragrante, poi lo mettono in una grotta rocciosa, dentro una fossa scavata e costruita per lui. Ivi resterà fino alla re­surrezione finale". Allora comparirà Abbatan, l'Angelo della morte, per avviare gli uomini in questo viaggio verso il giudi­zio; in gruppi diversi secondo le loro virtù, sempre guidati dagli Angeli.


È assai frequente tra i primi scrittori cri­stiani e tra i Padri della Chiesa, l'immagi­ne degli Angeli che assistono l'anima al momento della morte e l'accompagnano in Paradiso. La più antica e chiara indica­zione di questo compito angelico, si trova negli Atti della Passione di Santa Perpetua e compagni, scritta nel 203, quando Satiro narra di una visione avuta in carcere: "Noi avevamo lasciato la nostra carne, quando quattro Angeli, senza toccarci, ci portaro­no nella direzione dell'Oriente. Noi non eravamo caricati nella posizione abituale, ma ci sembrava dì salire un pendio molto dolce". Tertulliano nel "De Anima" così scrive: "Quando, grazie alla virtù della morte, l'anima viene estratta dal suo am­masso di carne e balza fuori dal velo del corpo verso la pura, semplice e serena lu­ce, esulta e trasale nello scorgere il viso del suo Angelo, che si prepara ad accom­pagnarla alla sua dimora".
San Giovanni Crisostomo, con la sua proverbiale argu­zia, commentando la Parabola del povero Lazzaro, dice: "Se abbiamo bisogno di una guida, quando passiamo da una città ad un'altra, quanto più l'anima che rompe i legami della carne e passa alla vita futura, avrà bisogno di qualcuno che le indichi la via".


Nelle preghiere per i morti è consueto in­vocare l'assistenza dell'Angelo. Nella "Vita di Macrina", Gregorio Nisseno pone, sulle labbra della sorella morente, questa meravigliosa preghiera:
"Mandami l'Angelo della luce perché mi guidi verso il luogo del refrigerio, ove si trova l'acqua del riposo, nel seno dei Patriarchi".


Le Costituzioni Apostoliche hanno que­st'altra preghiere per i morti:
"Volgi gli oc­chi al tuo servo. Perdonagli se ha peccato e rendigli gli Angeli propizi".
Nella storia delle comunità religiose fondate da San Pacomio si legge che, quando una persona giusta e pia muore, si portano presso di lui quattro Angeli, quindi il corteo si eleva con l'anima attraverso l'aria, dirigendosi verso Oriente, due Angeli trasportano, in un len­zuolo, l'anima del defunto, mentre un ter­zo Angelo canta inni in una lingua scono­sciuta.
San Gregorio Magno annota nei suoi Dialoghi: 'Bisogna sapere che gli Spiriti beati cantano dolcemente le lodi di Dio, quando le anime degli eletti partono da questo mondo affinché, occupate ad intendere questa armonia celeste, esse non sentano la separazione dai loro cor­pi .„


(don Marcello Stanzione)

La giovane Virginia, con un gesto delicato, per un’ultima volta scosta il lenzuolo a scoprire il volto del marito, Raffaele Pienovi, ora che il respiro di lui non si sente più.
Oh, era assai più anziano di lei e se n’è andato così, in silenzio.
Questa è’ una delle tombe più belle del Cimitero Monumentale di Staglieno, dove coloro che hanno lasciato questo mondo sono effigiati nel marmo, a memoria dei posteri, in sculture di inestimabile valore artistico.

I Cherubini del paradiso scendono ad accogliere l’anima di una fanciulla troppo presto strappata alla vita.

E sono sempre le creature celesti a confortare e ad indicare la via a chi l’ha smarrita.
 
Né vi lasciate ingannare dalle subdole dichiarazioni di altri, che protestano ripetutamente di voler stare con la Chiesa, di amare la Chiesa, di combattere perché il popolo non si allontani da essa, di lavorare perché la Chiesa, comprendendo i tempi, si riaccosti al popolo e lo riguadagni.
Ma giudicateli dalle loro opere. Se maltrattano e disprezzano i Pastori della Chiesa e persino il Papa; se tentano ogni mezzo per sottrarsi alla loro autorità, per eludere le loro direzioni, i loro provvedimenti, se non si peritano di innalzare la bandiera della ribellione, di quale Chiesa intendono questi parlare?
Non certamente di quella stabilita «super fundamentum Apostolorum et Prophetarum, ipso summo angulari lapide, Christo Iesu», e quindi dobbiamo aver sempre presente il monito, che faceva S. Paolo ai Galati : «quand’anche noi o un Angelo del cielo evangelizzi a voi, oltre a quello che « abbiamo a voi evangelizzato, sia anatema».
(San Pio X)

Buona giornata a tutti. :-)

mercoledì 29 settembre 2021

Antica supplica a san Michele


I. Gloriosissimo arcangelo s. Michele, che pieno di fede, di umiltà, di riconoscenza, di amore, lungi dall’aderire alle suggestioni del ribelle Lucifero, o di intimidirvi alla vista degli innumerevoli suoi seguaci, sorgeste anzi pel primo contro di lui ed animando alla difesa della causa di Dio tutto il restante della Corte celeste, ne riportaste la più completa vittoria, ottenetemi, vi prego, la grazia di scoprire tutte le insidie, e resistere a tutti gli assalti di questi angioli delle tenebre, affinché, trionfando a vostra imitazione dei loro sforzi, meriti di risplendere un giorno sopra quei seggi di gloria da cui furono essi precipitati per non risalirvi mai più. Gloria.



II. Gloriosissimo arcangelo s. Michele, che destinato alla custodia di tutto il popolo Ebreo, lo consolaste nelle afflizioni, lo illuminaste nei dubbi, lo provvedeste di tutti i bisogni, fino a dividere i mari, a piover manna dalle nubi, a stillar acqua dai sassi, illuminate, vi prego, consolate, difendete, e sovvenite in tutti i bisogni l’anima mia, affinché, trionfando di tutti gli ostacoli che ad ogni passo s’incontrano nel pericoloso deserto di questo mondo, possa arrivare con sicurezza a quel regno di pace e di delizie, di cui la terra promessa ai discendenti di Abramo non era che una smorta figura. Gloria.

III. Gloriosissimo arcangelo s. Michele, che, costituito capo e difensore della cattolica Chiesa, la rendeste sempre trionfatrice della cecità dei gentili colla predicazione degli Apostoli, della crudeltà dei tiranni colla fortezza dei Martiri, della malizia degli eretici colla sapienza dei Dottori, e del mal costume del secolo colla purità delle Vergini, la santità dei Pontefici e la penitenza dei confessori, difendetela continuamente dagli assalti de’ suoi nemici, liberatela dagli scandali de’ suoi figliuoli, affinché, mostrandosi sempre in aspetto pacifico e glorioso, ci teniamo sempre più fermi nella credenza de’ suoi dogmi, e perseveriamo sino alla morte nell’osservanza de’ suoi precetti. Gloria.






IV. Gloriosissimo arcangelo s. Michele, che state alla destra dei nostri altari per portare al trono dell’Eccelso le nostre preghiere e i nostri sacrifizii, assistetemi, vi prego, in tutti gli esercizii della cristiana pietà, affinché compiendoli con costanza, con raccoglimento e con fede, meritino di essere di vostra mano presentati all’Altissimo, e da Lui ricevuti come l’incenso in odore di grata soavità. Gloria.

V. Gloriosissimo arcangelo s. Michele, che, dopo Gesù Cristo e Maria, siete il più potente mediatore tra Dio e gli uomini, al cui piede s’inchinano confessando le proprie colpe le dignità le più sublimi di questa terra, riguardate, vi prego, con occhio di misericordia la miserabile anima mia dominata da tante passioni, macchiata da tante iniquità, ed ottenetemi la grazia di superare le prime, e detestare le seconde, affinché, risorto una volta, non ricada mai più in uno stato sì indegno e luttuoso. Gloria.


VI. Gloriosissimo arcangelo s. Michele, che, come terror dei demoni, siete dalla divina bontà destinato a difenderci dai loro assalti nell’estrema battaglia, consolatemi, vi prego, in quel terribile punto colla vostra dolce presenza, ajutatemi col vostro insuperabil potere a trionfare di tutti quanti i miei nemici, affinché, salvato per mezzo vostro dal peccato e dall’Inferno, possa esaltare per tutti i secoli la vostra potenza e la vostra misericordia. Gloria.

VII. Gloriosissimo arcangelo s. Michele, che con premura più che paterna discendete pietosamente nel tormentoso regno del Purgatorio per liberarvi le anime elette, e seco voi trasportate nella eterna felicità, fate, vi prego, che, mediante una vita sempre santa e fervorosa, io meriti di andare esente da quelle pene sì atroci. Che se, per le colpe non conosciute, o non abbastanza piante e scontate, siccome già lo preveggo, mi vi andassi condannato per qualche tempo, perorate in allora presso il Signore la mia causa, movete tutti i miei prossimi a suffragarmi, affinché il più presto possibile voli al cielo a risplendere di quella luce santissima che fu promessa ad Abramo ed a tutti i suoi discendenti. Gloria.



VIII. Gloriosissimo arcangelo s. Michele, destinato a squillare la tromba annunziatrice del gran Giudizio, ed a precedere colla Croce il Figliuolo dell’uomo nella gran valle, fate che il Signore mi prevenga con un giudizio di bontà e di misericordia in questa vita, castigandomi a norma delle mie colpe, affinché il mio corpo risorga insieme coi giusti ad una immortalità beata e gloriosa, e si consoli il mio spirito alla vista di quel Gesù che formerà il gaudio e la consolazione di tutti quanti gli eletti. Gloria.



IX. Gloriosissimo arcangelo s. Michele, che costituito governatore di tutta l’umana natura, siete in modo speciale il Custode della cattolica Chiesa, e del visibil suo Capo, riunite al seno di questa eletta Sposa di Gesù Cristo, tutte le pecore erranti, gli infedeli, i turchi, gli ebrei, gli scismatici, i peccatori, affinché, adunati tutti in un sol ovile, possano cantare unitamente per tutti i secoli le sovrane misericordie: sostenete nella via della santità, e difendete da tutti i nemici l’infallibile interprete de’ suoi voleri, il suo Vicario sopra la terra il Romano Pontefice, affinché obbedendo sempre alla voce di questo pastore universale, non mai si allontanino sai pascoli della salute, ma crescano anzi ogni giorno nella giustizia così i sudditi come i magistrati, così i popoli come i Re, e compongano su questa terra quella società concorde, pacificata e indissolubile, che è l’immagine, il preludio e la caparra di quella perfetta ed eterna che comporranno con Gesù Cristo tutti i beati nel cielo. Gloria.

Oremus. Da nobis, omnipotens Deus, beati Michaeli Arcangeli honore ad summa proficere; ut cujus in terris gloriam praedicamus, ejus quoque precibus adjuvemur in coelis. Per Dominum, etc.

Giaculatoria a s. Michele: O glorioso o forte, arcangiol san Michele, siatemi in vita e in morte, proteggitor fedele.





"La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti ". 
(Efesini 6:12)






La battaglia del cristiano è spirituale: “Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.


Prendete perciò l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi, e anche per me, perché quando apro la bocca mi sia data una parola franca, per far conoscere il mistero del vangelo, del quale sono ambasciatore in catene, e io possa annunziarlo con franchezza come è mio dovere.”


Lettera agli Efesini (6, 11-20)




Buona giornata a tutti. :-)