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martedì 29 agosto 2017

da: "L'uomo di superficie" - Vittorino Andreoli

Il termine uomo di superficie vorrebbe descrivere una tipologia di uomo
analogamente ad altre, Marcuse ha parlato di “uomo ad una dimensione”, Bauman di “società liquida”.
L’uomo di superficie è una tipologia, un homo che c’è adesso e non c’era prima. Ecco perché la differenza tra “uomo di superficie” e “uomo superficiale” è enorme. 
Quando dico che l’uomo è superficiale penso che egli potrebbe essere profondo, quando dico ad un uomo “il tuo discorso è superficiale” è come invitarlo a fare delle considerazioni molto più critiche, più profonde.
Quindi l’uomo, il superficiale è uno che può diventare profondo.
L’uomo di superficie no, perché tutto è stato collocato ormai sulla sua cute, perché è lì che ha attaccato tutto ciò a cui dà valore. 
L’elemento primo a cui dà valore è la bellezza, la forma della cute, le cose che sono cutanee.
L’uomo di superficie è l’uomo che sa scivolare sulla cute.
Perché comincio a conoscere le malattie da bellezza, quella che è bella, ma teme di perdere le caratteristiche del seno, le labbra che si spengono.
Quindi quello che non è bello/a cerca di raggiungere la bellezza attraverso il trucco, la chirurgia.
Allora l’uomo di superficie non ha più niente dentro, per scherzare, dico che non hanno più neppure gli organi interni, perché se si chiede ad un giovane cos’è la milza, non lo sanno, al più sanno qualcosa del fegato, perché è responsabile del colesterolo che va sulla cute, sanno qualcosa dell’intestino perché non devono mangiare.
Non c’è più la mente, questa è solo qualcosa che serve a misurare la bellezza. Ecco perché, vedendo qual è il ruolo che la bellezza legata alla cute ha nelle persone di oggi - non solo i giovani o le donne, stiamo attenti, ma anche i vecchi, che sono malati di giovanilismo, che vogliono nascondere i loro limiti, prendono il viagra - questo è l’uomo di superficie, non ha più valore, l’unico valore è la bellezza, che è anche ricchezza, potere.
Naturalmente non ce l’ho con la bellezza, non voglio demonizzarla, non si può dire “che bella cute hai”, ma bisogna dire “che bella persona sei!” e la persona è fatta anche di corpo, ma è fatta di mente, di anima, per chi crede.

- Vittorio Andreoli -
da: "L'uomo di superficie", 2012, Rizzoli Editore




Ormai la vita è regolata dalla bilancia e dal colesterolo e la fame è domata nella stessa maniera con cui san Gerolamo domava il demonio, colpendosi crudamente con un sasso fino a martoriare il proprio corpo. 
Non è un caso che sempre in quegli anni salga la frequenza dell'anoressia, di quelle magrezze vissute come se il corpo fosse troppo vistoso, come se si volesse perderlo per diventare sottili come uno stelo che regge la testa, la mente.

- Vittorio Andreoli -
da: "L'uomo di superficie", 2012, Rizzoli Editore



Petra Brown

La golosità si trova nella squisita delicatezza del palato e nella molteplice raffinatezza del gusto, che può possedere e comprendere soltanto un'anima sensuale cento volte raffinata.

- Guy de Maupassant -
Amoureux et primeurs, 1881


by Janet Hill


Perché è così difficile darsi una misura nell'assunzione del cibo? 
Perché gusto e olfatto sono i sensi più arcaici che mettono in moto le zone più primitive del nostro cervello, quelle su cui i nostri ragionamenti, i nostri propositi, la nostra buona volontà hanno una scarsissima incidenza. 
Per questo la gola, più che un vizio capitale, è un richiamo alla nostra animalità, il retaggio della nostra antica condizione.

- Umberto Galimberti - 
I vizi capitali e i nuovi vizi, 2003
                                                                by Chuck Groenink










lunedì 13 maggio 2013

Quando le donne sono affamate …. - Oberhammer Simona -


Certe volte le donne hanno molta fame. 

Aprono il frigorifero e vorrebbero ingoiare tutto quello che c'è dentro. Entrano in una pasticceria e vorrebbero ingurgitare ogni cosa, fino a scoppiare. 
Mangiano la cioccolata e vorrebbero non smettere mai. 
Mangiano i biscotti e ne finiscono due pacchi. 
Mangiano le patatine e vanno avanti fino a star male.
C'è una bocca affamata dentro di loro: grida per essere riempita, scalpita come una bestia selvaggia per ricevere ciò che vuole: cibo! cibo! cibo!

Ma il cibo è solo l'involucro di quello che la bocca affamata chiede. 

Dietro quella voglia famelica c'è di più: c'è la voglia di qualcosa che faccia sentire vive. 
E' la donna che arde di fame di se stessa, pallida della sua passione, a digiuno della sua anima.

Le donne affamate spesso non seguono la loro vera natura: hanno smesso di cantare, hanno intrappolato le loro parole da qualche parte, hanno appoggiato la penna, hanno scelto di essere “troppo in ordine”, “troppo carine” , “troppo compiacenti”, "troppo perfette", "tropo simpatiche", "troppo disponibili". 

Sono lontane dalla loro vita profonda, passionale, nutriente, rigenerante: spesso svalutano il proprio lavoro, si sentono in colpa se non sono disponibili per tutti, si autoimpongono di stare zitte, di non esprimersi, accantonano le loro aspirazioni, mettono sotto sale i loro desideri. 
Hanno arrotolato la passione e hanno stretto un laccio attorno, hanno scritto la parola “rassegnazione” sul muro della loro camera, hanno appoggiato la penna, hanno gettato la tela e poi giurato di guardare dall'altra parte, per non vederla più. 
Spesso queste donne hanno la sensazione di essere “immobilizzate” e in questo immobilismo si costringono a non andare, a non muoversi, a non pretendere, a non diventare, a non scoprire. 
La loro vita è “una bocca vuota” e il cibo diventa la metafora di un nutrimento che non arriva da un'altra parte.
Ma non è una situazione irreversibile.

È semplicemente necessario "un risveglio”.

Bisogna avvicinarsi all'anima, che giace da qualche parte con le ossa spezzate, e ricomporla.
Come fare?
Chiedendo a noi stesse cosa davvero desideriamo. Non è così difficile come sembra. Nel momento in cui ci chiniamo pietose sulla nostra anima esangue lei si rianima. Le basta poco. Un po’ di ascolto, una riflessione vera, una risposta sincera: rivolta a noi. 

Le donne sanno molto bene cosa vogliono, quando se lo chiedono con sguardo sincero. 
Conoscono il motivo di quella bocca affamata, di quelle mani tese per ricevere altro cibo. 
Quando risvegliamo la nostra anima lei non parla in modo criptato: ci dice a chiare lettere quale direzione prendere. 
E' un'amica sicura, fidata, compassionevole, stimolante….
lei ha le risposte che cerchiamo… e allora che, come per magia, quella bocca affamata si chiude e dentro di noi nasce una nuova energia, la voglia di vivere davvero la nostra vita...



Simona Oberhammer
Fonte: La Via Femminile



Uno psicologo stava spiegando come gestire meglio lo stress. Quando sollevò un bicchiere d’acqua, tutto il pubblico immaginò che avrebbe posto la solita domanda: “Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?”
Quello che invece domandò fu: “Quanto credete che pesi questo bicchiere d’acqua?”
Le risposte variarono da 250 a 400 grammi.
“Il peso assoluto non conta, - replicò lo psicologo - dipende dal tempo per cui lo reggo. Se lo sollevo per un minuto, non è un problema. Se lo sostengo per un’ora, il braccio mi farà male. Se lo sollevo per tutto il giorno, il mio braccio sarà intorpidito e paralizzato. 
In ogni caso il peso del bicchiere non cambia, ma più a lungo lo sostengo, più pesante diventa.” E continuò: “Gli stress e le preoccupazioni della vita sono come quel bicchiere d’acqua. Se ci pensate per un momento, non accade nulla. Pensateci un po’ più a lungo e incominciano a far male. E se ci pensate per tutto il giorno, vi sentirete paralizzati e incapaci di far qualunque cosa.” 
E’ importante ricordarsi di lasciare andare i nostri stress. 
Alla sera, il più presto possibile, posiamo i nostri fardelli. Non portiamoceli addosso per tutta la sera e tutta la notte. Ricordiamoci di posare il bicchiere.






La salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente.


- Arthur Schopenhauer -



Amiche, avete un problema fisico? E risolvetevelo! Non ce l'avete? Createvelo, che tanto, anche se siete magre, i vostri fidanzati i culi delle altre in spiaggia li guardano lo stesso. 


- Geppi Cucciari - 


In questa nostra epoca ossessionata dalla magrezza molte donne hanno problemi con il proprio corpo. Da ogni parte ci viene detto che sembriamo troppo grasse se assomigliamo a donne e non ad adolescenti, per cui cerchiamo di mangiare meno. Forse dimagriamo, o forse il corpo si adegua e impara a cavarsela con meno calorie.
Qualcosa in noi, tuttavia, ha un'idea assai precisa della nostra struttura corporea e nel tempo tende a ripristinare il peso adeguato.
Quasi ogni donna che è sottoposta a una dieta avrà fatto, suo malgrado, questa dolorosa constatazione.

Incipit, Donne che mangiano troppo
Renate Göckel, psicologa e psicoterapeuta tedesca.



Buon appetito :-)