mercoledì 27 marzo 2024
Il Mistero della Croce – Card. Carlo Maria Martini
lunedì 8 gennaio 2024
I fanciulli – don Primo Mazzolari
Foto by Pierpaolo Lo Monaco - Indonesia 2010 |
La verità ha le sue ore, le conosce e sa attendere: a
differenza di qualche suo impaziente paladino.
(Don Primo Mazzolari- Mazzolari:
se tu resti con noi : pensieri, moniti, orientamenti per l'oggi e per il tempo
che verrà, a cura di Arturo Chiodi, Paoline, 2000)
Cristo, oggi sono in cerca di pane,
il mio pane quotidiano,
giovedì 14 aprile 2022
Nostro fratello Giuda – Don Primo Mazzolari
C’è un gesto, un gesto che denota una grandezza umana. Glieli butta là. Credete voi che quella gente capisca qualche cosa? Li raccoglie e dice: "Poiché hanno del sangue, li mettiamo in disparte. Compereremo un po’ di terra e ne faremo un cimitero per i forestieri che muoiono durante la Pasqua e le altre feste grandi del nostro popolo".
Così la scena si cambia, domani sera qui, quando si scoprirà la croce, voi vedrete che ci sono due patiboli, c’è la croce di cristo; c’è un albero, dove il traditore si è impiccato. Povero Giuda.
Povero fratello nostro. Il più grande dei peccati, non è quello di vendere il Cristo; è quello di disperare. Anche Pietro aveva negato il Maestro; e poi lo ha guardato e si è messo a piangere e il Signore lo ha ricollocato al suo posto: il suo vicario. Tutti gli Apostoli hanno abbandonato il Signore e son tornati, e il Cristo ha perdonato loro e li ha ripresi con la stessa fiducia. Credete voi che non ci sarebbe stato posto anche per Giuda se avesse voluto, se si fosse portato ai piedi del calvario, se lo avesse guardato almeno a un angolo o a una svolta della strada della Via Crucis: la salvezza sarebbe arrivata anche per lui.
Povero Giuda. Una croce e un albero di un impiccato. Dei chiodi e una corda. Provate a confrontare queste due fini. Voi mi direte: "Muore l’uno e muore l’altro". Io però vorrei domandarvi qual è la morte che voi eleggete, sulla croce come il Cristo, nella speranza del Cristo, o impiccati, disperati, senza niente davanti.
Perdonatemi se questa sera che avrebbe dovuto essere di intimità, io vi ho portato delle considerazioni così dolorose, ma io voglio bene anche a Giuda, è mio fratello Giuda. Pregherò per lui anche questa sera, perché io non giudico, io non condanno; dovrei giudicare me, dovrei condannare me. Io non posso non pensare che anche per Giuda la misericordia di Dio, questo abbraccio di carità, quella parola amico, che gli ha detto il Signore mentre lui lo baciava per tradirlo, io non posso pensare che questa parola non abbia fatto strada nel suo povero cuore. E forse l’ultimo momento, ricordando quella parola e l’accettazione del bacio, anche Giuda avrà sentito che il Signore gli voleva ancora bene e lo riceveva tra i suoi di là. Forse il primo apostolo che è entrato insieme ai due ladroni. Un corteo che certamente pare che non faccia onore al figliolo di Dio, come qualcheduno lo concepisce, ma che è una grandezza della sua misericordia.
E adesso, che prima di riprendere la Messa, ripeterò il gesto di Cristo nell’ ultima cena, lavando i nostri bambini che rappresentano gli Apostoli del Signore in mezzo a noi, baciando quei piedini innocenti, lasciate che io pensi per un momento al Giuda che ho dentro di me, al Giuda che forse anche voi avete dentro. E lasciate che io domandi a Gesù, a Gesù che è in agonia, a Gesù che ci accetta come siamo, lasciate che io gli domandi, come grazia pasquale, di chiamarmi amico.
Il dipinto con Il bacio di Giuda fa
parte degli affreschi realizzati da Giotto nella CappellaScrovegni a
Padova, Italia. È una scena molto animata.C’è una grande confusione dovuta
all'arresto di Cristo e della conseguente rissa tra sgherri e apostoli.
Le figure si muovono con assoluta libertà, girano perfino di spalle, cosa
inaudita nella pittura prima di Giotto.
Ogni personaggio vive una particolare emozione e ha una sua gestualità e
modo di reagire. San Pietro, sulla sinistra si scaglia con violenza e si
sbilancia in avanti per aggredire con il coltello l'uomo davanti a sè. L'altro,
non ha tempo di difendersi nè di girarsi, sembra preso alla sprovvista e ha
un'espressione di sorpresa. L'uomo incappucciato, di spalle, cerca di fermare
san Pietro afferrandolo per le vesti, ma non riesce a bloccarlo.
Gli altri
hanno espressioni alterate, gesti concitati. Bellissimo, intenso è il dialogo
muto che si svolge tra Gesù e Giuda.
Quasi a simboleggiare il raggiro,
Giuda, con un gesto ampio, avvolge Gesù nel suo mantello e lo bacia.I due si
guardano negli occhi, Gesù con un'espressione consapevole e ferma, Giuda con
un'aria dubbiosa e già colpevole.
domenica 9 aprile 2017
Domenica delle Palme - Card. Angelo Scola
Debole è l’uomo (anche il potere del procuratore romano Pilato è profondamente debole e svela una ributtante pavidità).
Debolissimo è l’uomo, pieno di incoerenza e fragilità, facile al dubbio e ancor più allo scandalo. Potente invece è Cristo Crocifisso nella Sua obbedienza al Padre. Incrollabile è la Sua decisione, senza limiti la Sua fedeltà.
Per questo, alla fine, contro di Lui il mondo non può nulla. Infatti Gesù non indietreggia ma, come ci ha detto la Prima Lettura, va verso l’estremo sacrificio con sovrana libertà: «… non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi» (Is 50,5-6).
Non lo piegano l’insolenza dei soldati, la fuga dei discepoli, la perfidia dei sacerdoti, il coalizzarsi complice dei potenti: «In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia» (Lc 23,12).
C’è, appeso alla croce, il Figlio di Dio fatto uomo, che porta a compimento la sua missione e viene costituito così principio del rinnovamento del mondo; c’è il malfattore pentito che, con un breve e intenso atto di fede, si assimila interiormente a Cristo e raggiunge una salvezza insperata; ma c’è anche il malfattore ribelle che impreca contro Gesù. Siamo tutti rappresentati in questa scena, in ciò che possiamo decidere e in ciò che non possiamo decidere.
Possiamo decidere di credere, vale a dire di affidarci al disegno del Padre che ci vuole «conformi all’immagine del Figlio suo» (cfr. Rm 8,29); e così, nelle nostre immancabili sofferenze, diventiamo in Gesù comprincipio della
redenzione dell’universo. Ma possiamo anche decidere di non credere, perché siamo liberi di fronte all’atto di fede.
Non siamo invece liberi di schiodarci dalla croce di un’esistenza che non è mai senza pena.
Il Signore ci aiuti a scegliere bene. Allora il nostro venerdì santo sfocerà nella Pasqua di gioia e di gloria. Perché questa è la fede: ripercorrere sino in fondo, sino al lieto fine, la vicenda salvifica del Crocifisso Risorto.
glorioso re delle vergini,
luce e salvezza del mondo,
in te crediamo.
balsamo, veste, dimora,
forza, rifugio, conforto,
in te speriamo.
l'oscura notte del male,
orienta il nostro cammino
incontro al Padre. Amen.
mercoledì 15 marzo 2017
Riflessioni sulla pace - don Primo Mazzolari, San Giovanni Paolo II, Thomas Merton
Ci siamo accorti che non basta essere custodi della pace e neanche uomini di pace nel nostro intimo, se lasciamo che altri ne siano i soli testimoni.
Come cristiani dobbiamo essere in prima linea nello sforzo comune verso la pace. Davanti per vocazione non per paura.
Quando fa buio la lampada non la si mette sotto la tavola.
Opponendo guerra a guerra, violenza a violenza non si fa' che moltiplicare le rovine. Invece di uno saremo in due a buttar giù, non importa se per ragioni o con animi opposti.
Perché non ammazzo chi non è d'accordo con me, non vuol dire che io sia d'accordo con lui.
Non l'ammazzo perché sono certo che la mia verità ha tanta verità da superare l'errore dell'altro.
Un cristiano deve fare la pace anche quando venissero meno le ragioni della pace.
Al pari della fede, della speranza e della carità, la pace è vera beatitudine, quando non c'è tornaconto o interesse o convenienza, vale a dire quando incomincia a sembrare follia davanti al buon senso della gente ragionevole.
Tutti si battono e si sputano addosso e aizzano gli uomini, i tuoi figli, gli uni contro gli altri.
mercoledì 23 aprile 2014
Il cuore di Maria fu un Calvario - San Giovanni Eudes
«O Regina mia, dice S. Bonaventura, voi non siete solo presso la croce, siete sulla croce. Con Gesù soffrite, con Lui siete crocefissa.
Perché volete essere immolata così per noi?
Non è sufficiente la Passione del Salvatore a salvarci?
È necessaria anche la vostra? Anche voi dovete essere trasformata in dolore?».
Mentre il Figlio vive, Ella vive con Lui; quando muore in croce, Ella muore con Lui.
«In corpore Filius, in mente Genitrix erat crucifixa» (S. Lorenzo Giustiniani) «Furono crocifissi madre e figlio, questi nel corpo, quella nel cuore.
Il più grande miracolo compiuto da Gesù sul Calvario, secondo S. Agostino, fu la straordinaria carità usata a favore di quelli che lo crocifissero, pregando il Padre di perdonarli tutti.
Nello stesso tempo Gesù era nel cuore di Maria comunicandole la sua carità riguardo ai miserabili. Gesù dice a suo Padre: «Padre, perdona loro, perché non sanno quel che si fanno» e fa ripetere a Maria SS. le sue parole.
Sul Calvario Gesù ci donò sua madre: «Ecce Mater tua». Lei, che ha la stessa volontà di Gesù, si dona a noi con lo stesso generoso amore per farci da madre.
Tocca a noi risponderle: «Ecce Filius tuus» che vuole onorarvi, amarvi e imitarvi. Custoditemi, o amabilissima madre, proteggetemi, beneditemi, tenetemi per mano come vostro figliolino, ancorché io sia tutt'altro che degno di questo nome.
L'autore della vita sul Calvario è in stato di morte nel Cuore dell'addolorata Madre. Questo cuore meraviglioso è una tomba vivente e vivificante, poiché il suo SS. Cuore che ha cooperato all'Incarnazione, ha pure contribuito alla sua risurrezione, come vedremo.
Gesù è risuscitato nel sepolcro e nello stesso tempo ne è uscito. Gesù è risuscitato nel cuore di Maria, ma non ne è mai uscito e non ne uscirà in eterno.
Vogliamo poi che il nostro cuore abbia una qualche rassomiglianza con quello di Maria? Piantiamovi in mezzo la croce di Gesù; meglio, preghiamo la SS. Vergine di piantarvela Lei, donandoci insieme un grande amore per la sofferenza; amore che ci faccia abbracciare volentieri le croci a noi destinate con spirito d'umiltà, di pazienza, di sommissione alla divina volontà e con quelle disposizioni con cui Gesù e Maria hanno portato la loro croce dal peso immane."
Papa Benedetto XVI - da "Spe salvi" - n. 1
Ma il tuo corpo viene raccolto da mani buone
e avvolto in un candido lenzuolo (Mt 27, 59).
La fede non è morta del tutto,
il sole non è del tutto tramontato.
Quante volte sembra che tu stia dormendo.
Com’è facile che noi uomini ci allontaniamo
e diciamo a noi stessi: Dio è morto.
Fa’ che nell’ora dell’oscurità
riconosciamo che tu comunque sei lì.
Non lasciarci da soli quando tendiamo a perderci d’animo.
Aiutaci a non lasciarti da solo.
Donaci una fedeltà che resista nello smarrimento
e un amore che ti accolga
nel momento più estremo del tuo bisogno,
come la Madre tua, che ti avvolse di nuovo nel suo grembo.
Aiutaci, aiuta i poveri e i ricchi,
i semplici e i dotti,
a vedere attraverso le loro paure e i loro pregiudizi,
e a offrirti la nostra capacità,
il nostro cuore, il nostro tempo,
preparando così il giardino nel quale
può avvenire la risurrezione.....
Madonna delle lacrime,
abbiamo bisogno di Te:
della luce che si irradia dai Tuoi occhi,
del conforto che emana dal Tuo cuore,
della Pace di cui sei Regina.
Fiduciosi ti affidiamo le nostre necessità:
i nostri dolori perché Tu li lenisca,
i nostri corpi perché Tu li guarisca,
i nostri cuori perché Tu li converta,
le nostre anime perché Tu le guidi a salvezza.
Degnati, o Madre buona,
di unire le Tue lacrime alle nostre
affinché il Tuo divin Figlio
ci conceda la grazia...
(esprimere)
che con tanto ardore noi Ti chiediamo.
O Madre d’Amore,
di Dolore e di Misericordia,
abbia pietà di noi.
Buona giornata a tutti :-)