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sabato 28 ottobre 2023

No alla guerra, preghiera per la pace - papa Paolo VI

Se la specie umana non è scomparsa, se sopravvive ancora a dispetto di coloro che coscientemente o inconsciamente hanno fatto di tutto per annientarla, lo si deve a un esiguo numero di esseri i quali si sforzano di neutralizzare le correnti distruttrici. 

Questi esseri lavorano in segreto, per lo più sono sconosciuti, nascosti chissà dove, ma sono immensamente felici quando vedono degli uomini e delle donne consapevoli che decidono di partecipare al loro lavoro, che è il lavoro più utile per la salvezza dell’umanità. Ed è in questo lavoro che mi auguro di trascinarvi con me.

~Omraam Mikhael Aivanhov -

La Pace è ogni passo.
~Thich Nhat Hanh


Nemmeno i più saggi possono vedere tutte le conseguenze

- Che peccato che Bilbo non abbia trafitto con la sua spada quella vile e ignobile creatura quando ne ebbe l'occasione!

- Peccato? Ma fu la Pietá a fermargli la mano. Pietá e Misericordia; egli non volle colpire senza necessitá. E fu ben ricompensato di questo suo gesto, Frodo. Stai pur certo che se è stato grandemente risparmiato dal male, riuscendo infine a scappare ed a trarsi in salvo, è proprio perchè all'inizio del suo possesso dell'Anello vi era stato un atto di Pietá. 

- Mi dispiace - disse Frodo - ma sono terrorizzato e non ho alcuna pietá per Gollum.

- Non l'hai visto - interloquì Gandalf. 

- No, e non ne ho alcuna intenzione - disse Frodo - Non riesco a capirti; vuoi dire che tu e gli Elfi l'avete lasciato continuare a vivere impunito, dopo tutti i suoi atroci crimini? Al punto in cui è arrivato è certo malvagio e maligno come un Orchetto, e bisogna considerarlo un nemico. Merita la morte.

- Se la merita! E come! Molti tra i vivi meritano la morte. E parecchi che sono morti avrebbero meritato la vita. Sei forse tu in grado di dargliela? E allora non essere troppo generoso nel distribuire la morte nei tuoi giudizi: sappi che nemmeno i più saggi possono vedere tutte le conseguenze... 

J.R.R. Tolkien,  Il Signore degli Anelli, ed. Rusconi, pag.94


Preghiera per la pace

Signore, noi abbiamo ancora le mani insanguinate, dalle ultime guerre mondiali, così che non ancora tutti i popoli hanno potuto stringerle fraternamente fra loro;

Signore, noi siamo tanto armati che non lo siamo mai stati nei secoli prima dall’ora, e siamo così carichi di strumenti micidiali da potere, in un istante, incendiare la terra e distruggere forse anche l’umanità;

Signore, noi abbiamo fondato lo sviluppo e la prosperità di molte nostre industrie colossali sulla demoniaca capacità di produrre armi di tutti i calibri, e tutte rivolte ad uccidere e a sterminare gli uomini nostri fratelli; così abbiamo stabilito l’equilibrio crudele dell’ economia di tante Nazioni potenti sul mercato delle armi alle Nazioni povere, prive di aratri, di scuole e di ospedali;

Signore, noi abbiamo lasciato che rinascessero in noi le ideologie, che rendono nemici gli uomini fra loro: il fanatismo rivoluzionario, l’ odio di classe, l’ orgoglio nazionalista, l’ esclusivismo razziale le emulazioni tribali, gli egoismi commerciali, gli individualismi gaudenti e indifferenti verso i bisogni altrui;
Signore, noi ogni giorno ascoltiamo e impotenti le notizie di guerre ancora accese nel mondo;

Signore, è vero! Noi non camminiamo rettamente;

Signore, guarda tuttavia ai nostri sforzi, inadeguati, ma sinceri, per la pace del mondo! Vi sono istituzioni magnifiche e internazionali; vi sono propositi per il disarmo e la trattativa;

Signore, vi sono soprattutto tombe che stringono il cuore, famiglie spezzate dalle guerre, dai conflitti, dalle repressioni capitali; donne che piangono, bambini che muoiono; profughi e prigionieri accasciati sotto il peso della solitudine e della sofferenza: e vi sono tanti giovani che
insorgono perché la giustizia sia promossa e la concordia sia legge delle nuove generazioni; 

Signore, tu lo sai, vi sono anime buone che operano il bene in silenzio, coraggiosamente, disinteressatamente e che pregano con cuore pentito e con cuore innocente; vi sono cristiani, e quanti, o Signore, nel mondo che vogliono seguire il Tuo Vangelo e professano il sacrificio e l’ amore;

Signore, Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace.

- Paolo VI,papa -

martedì 15 maggio 2018

da: "I Promessi Sposi" - La peste - Alessandro Manzoni

Scendeva dalla soglia d'uno di quegli usci, e veniva verso il convoglio, una donna, il cui aspetto annunziava una giovinezza avanzata, ma non trascorsa; e vi traspariva una bellezza velata e offuscata, ma non guasta, da una gran passione, e da un languor mortale: quella bellezza molle a un tempo e maestosa, che brilla nel sangue lombardo. 
La sua andatura era affaticata, ma non cascante; gli occhi non davan lacrime, ma portavan segno d'averne sparse tante; c'era in quel dolore un non so che di pacato e di profondo, che attestava un'anima tutta consapevole e presente a sentirlo. 
Ma non era il solo suo aspetto che, tra tante miserie, la indicasse così particolarmente alla pietà, e ravvivasse per lei quel sentimento ormai stracco e ammortito ne' cuori. 
Portava essa in collo una bambina di forse nov'anni, morta; ma tutta ben accomodata, co' capelli divisi sulla fronte, con un vestito bianchissimo, come se quelle mani l'avessero adornata per una festa promessa da tanto tempo, e data per premio. 
Né la teneva a giacere, ma sorretta, a sedere sur un braccio, col petto appoggiato al petto, come se fosse stata viva; se non che una manina bianca a guisa di cera spenzolava da una parte, con una certa inanimata gravezza, e il capo posava sull'omero della madre, con un abbandono piú forte del sonno: della madre, ché, se anche la somiglianza de' volti non n'avesse fatto fede, l'avrebbe detto chiaramente quello de' due ch'esprimeva ancora un sentimento.
Un turpe monatto andò per levarle la bambina dalle braccia, con una specie però d'insolito rispetto, con un'esitazione involontaria. Ma quella, tirandosi indietro, senza però mostrare sdegno né disprezzo, "no!" disse: "non me la toccate per ora; devo metterla io su quel carro: prendete." 
Così dicendo, aprì una mano, fece vedere una borsa, e la lasciò cadere in quella che il monatto le tese. Poi continuò: "promettetemi di non levarle un filo d'intorno, né di lasciar che altri ardisca di farlo, e di metterla sotto terra così."
Il monatto si mise una mano al petto; e poi, tutto premuroso, e quasi ossequioso, piú per il nuovo sentimento da cui era come soggiogato, che per l'inaspettata ricompensa, s'affaccendò a far un po' di posto sul carro per la morticina. La madre, dato a questa un bacio in fronte, la mise lì come sur un letto, ce l'accomodò, le stese sopra un panno bianco, e disse l'ultime parole: "addio, Cecilia! riposa in pace! Stasera verremo anche noi, per restar sempre insieme. Prega intanto per noi; ch'io pregherò per te e per gli altri." Poi voltatasi di nuovo al monatto, "voi," disse, "passando di qui verso sera, salirete a prendere anche me, e non me sola."
Così detto, rientrò in casa, e, un momento dopo, s'affacciò alla finestra, tenendo in collo un'altra bambina piú piccola, viva, ma coi segni della morte in volto.

- Alessandro Manzoni -
da: “I promessi sposi”

Questo passo di struggente bellezza descrive la peste del 1600. 
Manzoni stesso ha composto nelle bare i suoi figli morti bambini. 
Qualcuno dica ai realisti che il vaiolo non esiste più, non esiste più la peste, abbiamo fermato la poliomielite, messo la museruola all’Aids. 
La mortalità infantile è stata abbattuta, le derrate alimentari moltiplicate. Vale la pena di credere negli uomini.


[Gli unici rimedi alla peste erano] dei salassi e delle evacuazioni, degli elettuari e sciroppi cordiali; e gli ascessi esterni venivano portati a maturazione con fichi e cipolle cotte, tritate e mescolate con lievito e burro; poi venivano incisi e trattati con la cura delle ulcere. 
I carbonchi erano trattati con ventose, scarificati e cauterizzati. 

- Guy de Chauliac -

Arnold Böcklin - Die Pest

Gli antichi hanno battezzato «peste» un cataclisma fisico, politico e mentale che affligge l'insieme di una società. 
Questa malattia mortale inaugura l'Iliade di Omero, riappare nella Tebe di Eschilo, nell'Atene di Tucidide e nell'Italia di Lucrezio. 
Il Rinascimento, con Boccaccio, Margherita di Navarra e infine Shakespeare, la evoca di nuovo come elemento fondatore in cui la letteratura esplora nuovi modi di esistere e di resistere, mentre il vecchio universo crolla senza speranza di ritorno. 

André Glucksmann -



terremoti, le inondazioni, le carestie, le pestilenze sono applicazioni di cieche leggi della natura: cieche, perché la natura materiale non ha intelligenza né libertà. 

- san Papa Giovanni XXIII, papa -


Buona giornata a tutti. :-)

sabato 27 gennaio 2018

Quell' arcobaleno - papa Benedetto XVI - 27 gennaio 2018 per non dimenticare

"Il luogo in cui ci troviamo è un luogo della memoria, è il luogo della Shoah. 
Il passato non è mai soltanto passato. Esso riguarda noi e ci indica le vie da non prendere e quelle da prendere. 
Come Giovanni Paolo II ho percorso il cammino lungo le lapidi che, nelle varie lingue, ricordano le vittime di questo luogo: sono lapidi in bielorusso, ceco, tedesco, francese, greco, ebraico, croato, italiano, yiddish, ungherese, neerlandese, norvegese, polacco, russo, rom, rumeno, slovacco, serbo, ucraino, giudeo-ispanico, inglese. 
Tutte queste lapidi commemorative parlano di dolore umano, ci lasciano intuire il cinismo di quel potere che trattava gli uomini come materiale non riconoscendoli come persone, nelle quali rifulge l'immagine di Dio. 
Alcune lapidi invitano ad una commemorazione particolare. 
C'è quella in lingua ebraica. 
I potentati del Terzo Reich volevano schiacciare il popolo ebraico nella sua totalità; eliminarlo dall'elenco dei popoli della terra. Allora le parole del Salmo: "Siamo messi a morte, stimati come pecore da macello" si verificarono in modo terribile. In fondo, quei criminali violenti, con l'annientamento di questo popolo, intendevano uccidere quel Dio che chiamò Abramo, che parlando sul Sinai stabilì i criteri orientativi dell'umanità che restano validi in eterno. 
Se questo popolo, semplicemente con la sua esistenza, costituisce una testimonianza di quel Dio che ha parlato all'uomo e lo prende in carico, allora quel Dio doveva finalmente essere morto e il dominio appartenere soltanto all’uomo – a loro stessi che si ritenevano i forti che avevano saputo impadronirsi del mondo. 
Con la distruzione di Israele, con la Shoah, volevano, in fin dei conti, strappare anche la radice, su cui si basa la fede cristiana, sostituendola definitivamente con la fede fatta da sé, la fede nel dominio dell'uomo, del forte."

- papa Benedetto XVI  -
dal discorso ad Auschwitz-Birkenau 28 Maggio 2006




C'è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
"Schulze Monaco".
C'è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buckenwald
erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l' eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono.
C'è un paio di scarpette rosse
a Buckenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.


(Joyce Lussu)





La scena di svolge nella fabbrica “Deutsche Emaillewarenfabrik”  dove  quotidianamente hanno lavorato più di mille lavoratori ebrei, salvati dalla deportazione nei campi di concentramento, per lo più insegnanti, intellettuali o scrittori, ritenuti "non necessari" dalle autorità naziste. 
La guerra è terminata con la resa della Germania e i soldati sovietici stanno arrivando. Oskar Schindler, è ancora ufficialmente membro del Partito Nazista e riunisce tutti gli ebrei al centro della fabbrica, i tedeschi hanno i mitra pronti. Gli ordini sono di uccidere tutti e di dare fuoco ad ogni cosa.

Oskar Schindler:
“La resa incondizionata della Germania è stata appena annunciata. A mezzanotte la guerra finirà ufficialmente. Domani inizierete a cercare notizie dei sopravvissuti delle vostre famiglie. Nella maggior parte dei casi... non li troverete. Dopo sei lunghi anni di omicidi, le vittime avranno il cordoglio di tutto il mondo. Noi siamo vivi. Molti di voi sono venuti da me a ringraziarmi. Ringraziate voi stessi. Ringraziate l'impavido Stern, e alcuni altri che preoccupati per voi hanno affrontato la morte ogni istante. Io sono un membro del partito nazista. Sono un fabbricante di munizioni varie. Sfruttatore del lavoro di schiavi. Io sono... un criminale. A mezzanotte voi sarete liberi e io braccato. Rimarrò con voi fino a cinque minuti dopo la mezzanotte, allo scadere dei quali – e spero che mi perdonerete – dovrò fuggire.

(Si rivolge alle SS)

So che avete ricevuto ordini dal nostro comandante, che a sua volta li ha ricevuti dai suoi superiori, di eliminare la popolazione di questo campo. Questo è il momento di farlo. Eccoli; sono tutti qui. È la vostra opportunità. Oppure, potete andarvene dalle vostre famiglie da uomini e non da assassini.

(Le SS escono lentamente; Schindler torna a rivolgersi ai lavoratori)

In memoria delle innumerevoli vittime fra il vostro popolo, io vi chiedo di osservare tre minuti di silenzio.




Al momento del commiato, gli operai consegnano a Schlinder una lettera da esibire nel caso venisse catturato, in cui spiegano che egli non è un criminale nazista ma che è stato l'autore della loro salvezza, ed oltre alla lettera, gli donano un anello in oro forgiato di nascosto, su cui è incisa una citazione del Talmud, "Chi salva una vita salva il mondo intero".



Schindler’s List diretto da Steven Spielberg nel 1993, interpretato da Liam Neeson. Basato su una storia vera che ha ispirato il romanzo "La lista di Schindler" di Thomas Keneally. Il film ha vinto premi a profusione compresi i premi Oscar per la miglior regia, il miglior film e la miglior colonna sonora.
Sir Steven Allan Spielberg, nato a Cincinnati il 18 dicembre 1946 è il regista del film. Come registra ha vinto due premi Oscar: per il film Schindler's List nel 1994 e Salvate il soldato Ryan nel 1999.
L'insieme di tutti i film diretti da Spielberg ha ottenuto in totale 109 premi raccolti in ogni parte del mondo in oltre trent'anni di carriera.
Steven Spielberg ha utilizzato parte degli enormi incassi per creare la Survivors of the Shoah Visual History Foundation organizzazione no-profit per la collezione audio-video delle testimonianze di circa 52.000 sopravvissuti ai campi di sterminio. Alcune di queste interviste compaiono nei contenuti extra del DVD di Schindler's List.
“Schindler's List” è la colonna sonora. La firma delle musiche è di John Williams; quest'album (assieme al film) è considerato uno dei capolavori della storia del cinema e della musica per film.



nella foto: con gli occhiali il regista Steven Spielberg, Liam Neeson: Oskar Schindler, Ben Kingsley: Itzhak Stern,Ralph Fiennes: Amon Göth (il gerarca nazista)


La miseria che c'è qui è veramente terribile - eppure, alla sera tardi, quando il giorno si è inabissato dietro di noi, mi capita sempre di camminare di buon passo lungo il filo spinato, e allora dal mio cuore si innalza sempre una voce - non ci posso far niente, è così, è di una forza elementare - e questa voce dice: la vita è una cosa splendida e grande, più tardi dovremo costruire un mondo completamente nuovo.

- Etty Hillesum -



Buona giornata a tutti. :-)





domenica 26 giugno 2016

L'arte dei piccoli passi - Antoine de Saint Exupéry

Non ti chiedo né miracoli né visioni
ma solo la forza necessaria per questo giorno!
Rendimi attento e inventivo per scegliere
al momento giusto
le conoscenze ed esperienze
che mi toccano particolarmente.
Rendi più consapevoli le mie scelte
nell’uso del mio tempo.
Donami di capire ciò che è essenziale
e ciò che è soltanto secondario.
Io ti chiedo la forza, l’autocontrollo e la misura:
che non mi lasci, semplicemente,
portare dalla vita
ma organizzi con sapienza
lo svolgimento della giornata.
Aiutami a far fronte,
il meglio possibile,
all’immediato
e a riconoscere l’ora presente
come la più importante.
Dammi di riconoscere
con lucidità
che le difficoltà e i fallimenti
che accompagnano la vita
sono occasione di crescita e maturazione.
Fa’ di me un uomo capace di raggiungere
coloro che hanno perso la speranza.
E dammi non quello che io desidero
ma solo ciò di cui ho davvero bisogno.
Signore, insegnami l’arte dei piccoli passi."


- Antoine de Saint-Exupéry -


...Il mondo greco, la cui gioia di vivere si rivela in modo meraviglioso nell'epopea omerica, era tuttavia profondamente consapevole del fatto che il vero peccato dell'uomo, la sua minaccia più intima è la "hybris": l'autosufficienza presuntuosa, in cui l'uomo eleva se stesso a divinità, vuole essere lui stesso il suo dio, per essere completamente padrone della propria vita e sfruttare fino in fondo tutto ciò che essa ha da offrire. 
Questa consapevolezza che la vera minaccia per l'uomo consiste nell'autosufficienza ostentata, a prima vista così convincente, viene sviluppato nel Discorso della montagna in tutta la sua profondità a partire dalla figura di Cristo.
Abbiamo visto che il Discorso della montagna è una cristologia nascosta. Dentro di essa c'è la figura di Cristo, di quell'uomo che è Dio, ma che proprio per questo discende, si spoglia, fino alla morte sulla croce. 
I santi, da Paolo a Francesco d'Assisi fino a madre Teresa, hanno vissuto questa opzione mostrandoci così la giusta immagine dell'uomo e della sua felicità. 
In una parola: la vera "morale" del cristianesimo è l'amore. 
E questo, ovviamente, si oppone all'egoismo - è un esodo da se stessi, ma è proprio in questo modo che l'uomo trova se stesso. Nei confronti dell'allettante splendore dell'uomo di Nietzsche, questa via, a prima vista, sembra misera, addirittura improponibile. Ma è il vero "sentiero di alta montagna" della vita; solo sulla via dell'amore, i cui percorsi sono descritti nel Discorso della montagna, si dischiude la ricchezza della vita, la grandezza della vocazione dell'uomo...

- Papa Benedetto XVI - 
da "Gesù di Nazaret"



Mi domando, – disse, – se le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua.

- Antoine de Saint-Exupéry -


Buona giornata a tutti. :-)




giovedì 7 aprile 2016

Svegliamoci prima che sia troppo tardi - Padre Gabriele Amorth


Stiamo vivendo un’epoca tremenda, in cui pare che abbia trionfato l’ateismo, ossia il demonio. Vediamo lo sfascio delle famiglie, il divorzio, l’aborto, lo sbandamento della gioventù. E, ancora, il trionfo dell’egoismo, della ricerca del piacere, lo spandersi d’ogni vizio. Si è arrivati a combattere perfino la presenza dei crocifissi, ossia non si vuole neppure vedere la presenza di Gesù Salvatore, che ha sconfitto Satana.
La Madonna che cosa propone?
Parla continuamente dei piani di Dio e dei piani di Satana. Dio vuole l’amore, la pace, la salvezza eterna. Satana vuole la distruzione del mondo. 
La Madonna sta formando una sua armata, sparsa su tutta la terra. 

Con la forza della conversione, del rosario, del digiuno questa sua armata vincerà l’armata di Satana, che vuole la guerra, la distruzione, la dannazione eterna; provoca inoltre altri mali, come la possessione diabolica.
Se non si mette Dio al primo posto crolla la famiglia, la società, l’intesa tra le nazioni. E soprattutto viene meno il piano di Dio che ci ha creati per la felicità eterna. Se non si crede alla vita eterna non si comprende nulla di questa vita terrena.

- Padre  Gabriele Amorth - 
da: "L'ultimo esorcista"





Come combattere le tentazioni ?

Sant’Agostino ci dice “non mi venire a dire che il tuo cuore è puro quando i tuoi occhi non sono puri”. 
Importantissimo ciò che vediamo, ciò che leggiamo. 

Il demonio un giorno mi diceva “noi entriamo dagli occhi”, quando gli chiedevo perché fosse così sensibile quando tocco gli occhi delle persone disse “perché noi entriamo da lì”. Entrano dai sensi. 
Dal momento che la nostra vigilanza, la nostra mortificazione non basta il Vangelo ci suggerisce “vigilate e pregate per non cadere in tentazione”. 
La continua preghiera. La tentazione sta dietro l’angolo. Finché siamo su questa terra saremo sempre tentati, perché la vita presente è una prova di fedeltà a Dio. 
Per cui non esiste il momento in cui possiamo abbassare la guardia, come non esiste il momento in cui il demonio non ci tenti o si scoraggi di farlo visto la sua resistenza a lui. 

Ci proverà fino alla fine. Il "vigilate" e il "pregate" perché senza la grazia di Dio è impossibile resistere alla tentazioni.

- Da "Racconti di un'esorcista", di Padre Amorth, puntata trasmessa il 06/08/2005 





LA CARITA', IL PERDONO DISORIENTANO IL DEMONIO E LO STRA-VINCONO

La carità è la regina delle virtù e ha tanti aspetti: donare, donarsi, essere miti e comprensivi... ed è incomprensibile al demonio, che è tutto odio. Ma c’è un aspetto particolare della carità che è veramente eroico (è forse il precetto più difficile del vangelo) e che ha una forza particolarissima contro gli assalti del demonio, oltre che contro le particolari vittorie che satana può avere ottenuto su di noi: perdonare di cuore e amare i nemici (ossia quelli da cui abbiamo avuto del male e che forse continuano a farcene).
Mi è capitato abbastanza spesso di esorcizzare delle persone possedute dal demonio o colpite da disturbi malefici minori; e mi è capitato di notare che i miei esorcismi non ottenevano nessun effetto. 

Allora ho cercato di individuare, con l’aiuto della persona colpita, se c’era qualche causa che impediva l’azione della grazia. Sempre ho incominciato dalla carità in queste due forme particolari: interrogavo per sapere se nell’animo di quella persona c’era dell’odio, o anche solo del rancore; se mancava quel “perdono di cuore” che Gesù esige per concederci il suo perdono. E interrogavo sull’amore: se c’era qualche persona che non era amata sinceramente. Insieme si cercava tra i parenti più prossimi, tra gli amici, tra i colleghi, tra i vivi e anche tra i defunti. E quasi sempre ho trovato delle carenze e ho detto chiaro che era inutile continuare con i miei esorcismi se quell’ostacolo non veniva rimosso. 
Ho visto casi di perdono dati proprio di cuore, riconciliazioni eroiche, preghiere e celebrazione di messe a favore di persone da cui si continuava a ricevere del male. 
Rimosso l’ostacolo, la grazia di Dio scendeva con abbondanza. 
Sia ben chiaro che ci si può liberare da satana anche solo con la Parola di Dio, le preghiere, i sacramenti, il perdono, l’amore sincero: senza esorcismi. Ma gli esorcismi non hanno effetto se mancano questi esercizi.

- Padre  Gabriele Amorth - 



"Ecco, il bene e il male sono davanti a te, scegli"

Dio ci ha dato il dono della libertà, scegli! Però se scegli il male non incolpare Dio, la colpa è tua. Poi c'è un'aggiunta: scegli di fare il bene, ma per scegliere di fare il bene e per non cadere nella colpa ricordati che le tue forze non bastano, è impossibile vivere in grazia di Dio solo con la nostra buona volontà e i nostri sforzi personali, è necessaria anche la preghiera. Ecco che Gesù nell'orto ci dice: "Vigilate e pregate per non cadere in tentazione". E vi dà anche il motivo: "Lo spirito è pronto", ecco la nostra buona volontà. 

La buona volontà ci dice: no, non voglio mancare ai Comandamenti di Dio, non voglio offendere Dio. 
Benissimo, ma non basta, perché lo spirito è pronto ma la carne è debole. Quando ti trovi di fronte all'occasione, se non hai il sostegno della grazia è impossibile resistere. 
Ognuno di noi sceglie, però per realizzare il bene e per vivere nel bene non bastano le tue forze, è necessario anche l'aiuto della grazia, per cui senza la preghiera è impossibile vivere in grazia di Dio. 

- Padre  Gabriele Amorth - 



"Guardate a Cristo che è venuto a liberarci perchè il pensiero e l'incontro con Gesù è quello che ridà pace e serenità, che toglie dalle angosce e restituisce la gioia della vita, della speranza e della certezza" 

- Padre  Gabriele Amorth - 

Buona giornata a tutti. :-)




lunedì 20 aprile 2015

Volgi il tuo sguardo su di noi - Karl Barth -

Signore,
abbi pietà di coloro che ancora non Ti conoscono 

o che Ti conoscono poco;
costoro forse un giorno hanno saputo queste cose
e le hanno dimenticate o misconosciute o rinnegate.
Abbi pietà di questa umanità così tormentata, 

minacciata, afflitta da tanta irragionevolezza.
Metti chiarezza nei pensieri e nei cuori di coloro che,
all' Est e all' Ovest, detengono il potere
e che sembrano non sapere dove orientarsi e rifugiarsi.
Dà alle autorità e ai rappresentanti del popolo,
ai giudici, agli insegnanti e ai presbiteri,
l' intelligenza e la lungimiranza di cui hanno bisogno
nell' esercizio dei loro incarichi pieni di responsabilità.
Consola e conforta
i malati nel corpo e nell' anima,
negli ospedali o altrove,
i prigionieri , gli afflitti, gli abbandonati e i disperati. 

Grazie! Amen

- Karl Barth -



Forse gli angeli, quando sono intenti a rendere lode a Dio, suonano musica di Bach, ma non ne sono sicuro; sono certo invece, che quando si trovano tra di loro suonano Mozart ed allora anche il Signore trova diletto nell'ascoltarli.

- Karl Barth -





La suprema libertà di Dio è in Gesù Cristo la sua libertà di amare.

- Karl Barth -



Signore, quando….

Signore nostro Dio!
Quando la paura ci prende
non lasciarci disperare!
Quando siamo delusi,
non lasciarci diventare amari!
Quando siamo caduti,
non lasciarci a terra!
Quando non comprendiamo più niente
e siamo allo stremo delle forze,
non lasciarci perire!
No!, facci sentire
la tua presenza e il tuo amore
che hai promesso ai cuori umili e spezzati
che hanno timore della tua parola.
E' verso tutti gli uomini
che è venuto il tuo Figlio diletto,
verso gli abbandonati:
poichè lo siamo tutti,
egli è nato in una stalla e morto sulla croce.
Signore,
destaci tutti e tienici svegli
per riconoscerlo e confessarlo.

- Karl Barth -

Buona giornata a tutti :-)