domenica 23 ottobre 2016

da: "Meditazione: La prima e ultima realtà - Osho

Essere solo: la natura del tuo sé La solitudine è un fiore, un loto che sboccia nel tuo cuore. Essere soli è positivo, è salutare. 
È la gioia di essere se stessi. È la gioia di avere il proprio spazio. Meditazione significa questo: la beatitudine dell'essere soli. Si è veramente vivi quando si è in grado di stare soli, allorché non esiste più dipendenza da qualcun altro, da nessuna situazione contingente, da nessuna condizione imposta. E poiché ti appartiene, può perdurare il mattino, la sera, il giorno, la notte, nella gioventù oppure nella vecchiaia, quando sei sano, oppure malato. Nella vita, come nella morte, può perdurare perché non viene a te dall'esterno. È qualcosa che nasce in te. È la tua stessa natura, è la natura del tuo sé. Un viaggio interiore è un viaggio verso la solitudine assoluta; non puoi portare nessuno con te. Non puoi condividere il tuo centro con nessuno, neppure con colui o colei che ami. La natura delle cose non lo permette: non ci si può fare nulla. Nell'istante in cui entri in te stesso, tutti i collegamenti con il mondo esterno si spezzano; tutti i ponti vengono infranti. Di fatto, il mondo intero scompare. Ecco perché i mistici hanno definito maya, illusorio, il mondo: non che sia inesistente, ma per chi medita, per colui che è entrato in se stesso, è pressoché inesistente. Tale è la profondità del silenzio che nessun rumore lo penetra. La solitudine è così intensa, che occorre coraggio. Ma da quella solitudine si sprigiona la beatitudine. Da quella solitudine, si esperimenta Dio. Non esiste altra via: non è mai esistita, né mai esisterà.  Celebra la solitudine, celebra il tuo spazio puro, e nel tuo cuore sorgerà un canto sublime. E sarà un canto di consapevolezza, sarà un canto di meditazione. Sarà il canto di un uccello solitario che da lontano lancia il suo richiamo: non chiama qualcuno in particolare, si limita a chiamare perché il suo cuore è colmo e vuol chiamare, perché le nuvole sono gonfie e desiderano sciogliersi in pioggia, perché il fior è pieno e i petali si aprono e si sprigiona una fragranza che non ha una meta, non ha indirizzo. Lascia che la tua solitudine diventi una danza. 

- Osho - 



Milioni di persone si lasciano sfuggire la meditazione solo perché questa ha assunto la connotazione sbagliata. Si presenta come una cosa seria, lugubre, ricorda qualcosa di clericale; sembra essere adatta a qualcuno che è già morto, o sta per morire: a persone fosche, serie, dal volto lugubre, che hanno perso ogni allegria, ogni senso del piacere, del gioco, della festa... In realtà, sono proprio queste le qualità della meditazione: una persona che medita veramente è allegra; per lei la vita è un divertimento, la vita è leggera, è un gioco. Chi medita gioisce immensamente. Non è serio. È rilassato. 

- Osho - 


Sii paziente Non aver fretta. Troppo spesso la fretta provoca ritardi. 
Anche se muori di sete, aspetta con pazienza: più profonda è l'attesa, prima la tua sete verrà lenita. 
Hai seminato, ora siedi all'ombra e aspetta che accada. 
Il seme si romperà, fiorirà, ma tu non puoi accelerare questo processo. Forse che ogni cosa non richiede il suo tempo? 
Devi lavorare, ma lascia a Dio i frutti del tuo lavoro. 
Nulla nella vita va mai sprecato, specialmente i passi compiuti verso la verità. Ma a volte si è presi dall'impazienza; l'impazienza accompagna la sete, ma è un ostacolo. Conserva la tua sete e scaccia l'impazienza. Non confondere l'impazienza con la tua sete. 
La sete comporta un'ardente aspirazione, ma non la lotta; l'impazienza comporta lotta, ma nessuna aspirazione ardente. 
Un'ardente aspirazione porta con sé l'attesa priva di pretese; l'impazienza comporta pretese, senza attesa alcuna. La sete è accompagnata da lacrime silenti; l'impazienza è conflitto irrequieto. 
Non è possibile mettersi a cavallo della verità e guidarla a proprio piacimento: la si consegue arrendendosi, non lottando. La si conquista attraverso una resa totale. 

- Osho - 


Buona giornata a tutti. :-)